“Qualcosa mi basterebbe, sarebbe già un inizio.
Qualcosa fa meno paura e, soprattutto, qualcosa
è l’opposto di niente.”
Ho voluto iniziare la recensione di “L’abbandonatrice” di Stefano Bonazzi, edito Fernandel con questa frase tratta dal suo libro perchè, secondo me, incarna alla perfezione il significato e il tema centrale del romanzo.
In questo libro si parla molto di anni di cambiamento. Il cambiamento, si sa, nel bene o nel male genera un po’ di destabilizzazione, almeno all’inizio e si manifesta più forte in particolar modo sui giovani.
L’uomo è impreparato e fragile di fronte al cambiamento e più il cambiamento è radicale, più l’individuo ne rimane colpito.
E’ quello che succede ai personaggi di “L’abbandonatrice” che, per certi versi, può essere considerato un noir.
La prima parte de L’abbandonatrice
La prima parte del romanzo è caratterizzata da Davide, Sofia e Diamante. Tutti e tre, come gli altri personaggi del libro, hanno vite difficili: Davide e Sofia frequentano il Dams; Davide prova un’attrazione fisica per Sofia pur essendo omosessuale. I problemi iniziano quando i due si p’erdono di vista: Davide decide di fare coming out in famiglia e la reazione dei genitori + quella di sbatterlo fuori di casa; Sofia, invece, dopo una vita passata a prendersi cura dei fratelli più piccoli, diventa madre. I suoi rapporti con il figlio, Diamante, sono pessimi, si potrebbe dire inesistenti. Sofia, all’inizio del romanzo, si suicida lasciando Diamante da solo. Sarà Davide a prendersi cura di Diamante cercando di rispondere ai tanti quesiti che gli si sono formulati in testa negli ultimi anni: perchè Sofia è scappata dall’Italia tagliando i rapporti con i familiari e gli amici? Perchè si è suicidata?
La seconda parte de L’abbandonatrice
La seconda parte de “L’abbandonatrice” è dedicata a Oscar, compagno di Davide che dopo l’ennesimo fallimento musicale (ha studiato pianoforte ed è diventato un musicista) cade in una forte depressione che lo porta ad assumere droghe e a diventare tossicodipendente.
Oscar è ormaai un uomo mentalmente instabile con un grande bisogno di aiuto. Nessuno, però, sembra curarsi di lui e anche quando qualcuno pare interessata a lui e alla sua situazione, lo è per ghettizzare l’uomo e etichettarlo come malato.
“Urla. Con tutta la forza che hai in corpo. Urla quello che ti fa stare male.
A me aiuta. Mi serve a cacciare fuori tutto. Rabbia. Paura. Insucurazza.
Lascia tutto, qui sotto. In mezzo alla terra all’immondizia.
E’ il mio posto segreto, adesso è anche il tuo“.
Tema principale de L’abbandonatrice
Come ha dichiarato l’autore in un’intervista, “Il tema principale del libro è la responsabilità. Anzi, l’incapacità di assumersi delle responsabilità e la fuga, da qui, appunto, il titolo.
Si parla, in questo libro, di abbandoni, fughe, silenzi e di madri dai comportamenti irrazionali e inspiegabili. L’abbandonatrice è un romanzo che racconta gli attacchi di panico e la droga, l’adolescenza e il disagio. Un romanzo sulle responsabilità che ogni scelta comporta e sulla difficoltà di accettare le conseguenze, a qualunque età, qualunque ruolo la vita cu abbia riservato.
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