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Ciao lettori,

Oggi vi parlo del saggio di Marco Truzzi, “Sui confini. Europa, un viaggio sulle frontiere”, edito da ExOrma Editore.

Il saggio di Truzzi fa parte della collana “Scritti traversi” che, in modo molto riduttivo, può essere collocata nella categoria dei viaggi. Quelli presenti nei libri di questa collana, però, sono viaggi particolari, viaggi che attraverso l’intreccio di narrazione e fotografia riportano al lettore storie e temi sui quali riflette.

Sui confini

È questo il caso di “Sui confini”, un saggio composto da tanti piccoli racconti, una cronaca umanitaria che descrive e racconta quello che avviene fisicamente sui confini. Proseguendo la lettura, però, il lettore si rende conto che il libro diventa qualcosa di più di un saggio: un diario geopolitico importante!

Cosa sono i confini?

Dare una definizione di confine può apparire semplice. Si più definire confine un limite che separa due realtà vicine, ma pur sempre separate, una linea oltre la quale non si può andare, una separazione tra due mondi. All’inizio del suo progetto, a Marco Truzzi, viene spontaneo ragionare unicamente sui confini tra Stati o su quelli naturali. Ma quello che emerge al termine del suo lavoro, e che viene raccolto nel suo libro, dimostra che la realtà è che noi stessi siamo il risultato preciso di confini che la storia e le vicende personali costruiscono per noi”.

Un reportage importante

Quello di Truzzi è un viaggio alla scoperta di alcuni dei confini più famosi d’Europa, ma è anche un racconto che mette in luce alcune emergenze umanitarie che sono divenute pressanti negli ultimi anni per via dell’imponente fenomeno delle migrazioni dalle zione di guerra, ma anche migrazioni dall’Africa.

Benché il mondo si presenti, solo da pochi decenni, come una realtà politica unica, anche se è ben lungi dall’esserlo, i suoi confini reali e culturali, i suoi fili spinati e i vari nazionalismi, non hanno tardato ad emergere dalla patina di solidarietà sotto la quale il Vecchio Continente si era ammantato in tempi di relativa prosperità.

Le tappe del viaggio

Il viaggio dell’autore inizia a Melilla, un pezzo di Spagna, di Europa, in Africa, confine che i migranti cercano di varcare per giungere in Europa. Il viaggio prosegue poi a nord, a Tarvisio, a Basilea, città punto di incontro tra Svizzera, Francia e Germania. Ma raggiunge anche Copenaghen, la Svezia e la Norvegia.

Infine, Truzzi dedica un intero capitolo, e come poteva non farlo, su Idomeni, il più grande campo profughi d’Europa.

Un passato che ritorna

Marco Truzzi non era partito per scrivere un libro sulle migrazioni, ma ben presto, lungo il suo cammino, la sua agenda è cambiata. Capisce una cosa essenziale, ossia che non si può parlare e scrivere di confini – sia essi naturali che artificiali – senza tenere in considerazione e parlare dei tentativi di forzarli, della violenza disumana messa in atto per difenderli. Grazie a questa nuova presa di coscienza, l’itinerario cambia, si modifica e si adegua alle spinte emotive. Ecco, quindi, che tocca un luogo come Birkenau, con le sue torrette e il suo filo spinato, perché non si può prescindere dal passato per analizzare il presente e perché non si può arrivare a Idomeni, senza passare per Auschwitz.

Conclusione

È proprio per questo motivo, per guardare il presente e il futuro consapevoli di quello che è successo nel passato che credo che questo saggio sia “necessario” ed imprescindibile.


Forse il filo spinato che abbiamo visto in giro continuerà a scrivere ancora altri capitoli della nostra storia, ma è altrettanto vero che, prima o poi, dei ragazzi balleranno nuovamente sulle rovine di un muro caduto”.