Ci sono libri che parlano con le parole, e libri che parlano nonostante le parole.
“Ascoltami quando sto zitto” appartiene a questa seconda, preziosa categoria: un albo illustrato che sembra sussurrare anziché dichiarare, che invita a fermarsi, a contemplare, a respirare insieme alla sua piccola e intensa storia.
La voce che nasce dal silenzio
Protagonista e narratore è un piccolo orso, raffigurato con gli occhi chiusi, come se ascoltasse un mondo interiore più vasto e profondo di quello visibile. La sua voce – che è una voce quieta, che arriva piano – ci guida nel ricordo della propria infanzia: un tempo in cui gli adulti gli insegnavano le parole per “avere un posto dove mettere le cose”.
È una metafora potente e delicata al tempo stesso. Le parole come contenitori, come etichette necessarie per dare ordine all’esperienza. Eppure, il piccolo orso intuisce qualcosa che spesso sfugge ai grandi: non tutto si può dire. Ci sono emozioni, paure, intuizioni che non trovano un nome, che non si lasciano chiudere.
Il cucciolo sembra ricordarci che il silenzio non è mancanza, ma spazio. È il luogo dove ciò che non trova voce può comunque esistere.
Il dialogo fra immagini e testo
Come sempre accade nelle edizioni Orecchio Acerbo, la forza dell’albo risiede nell’armonia rara fra immagini e parole.
Il tratto visivo – fatto di delicatezza, sottrazione, pause – non accompagna semplicemente il testo, ma lo completa, lo precede, lo amplifica. Le illustrazioni creano una dimensione sospesa, quasi onirica, dove il lettore è invitato a entrare in punta di piedi.
La storia, infatti, nasce dalle immagini e solo dopo diventa parola: una costruzione narrativa che rispecchia perfettamente il cuore del libro. Prima si osserva, poi si sente, infine si dice. Quando serve.
Una tenerezza che abbraccia
La tenerezza del piccolo orso non è mai leziosa: è autentica, vibrante, capace di parlare sia ai bambini sia agli adulti. Nel suo sguardo cieco ma attentissimo c’è lo stupore di chi affronta la complessità del mondo per la prima volta, e anche una forma di saggezza che gli adulti spesso dimenticano: la capacità di ascoltare.
Ciò che il libro racconta – o meglio, ciò che lascia intuire – è che crescere non significa riempirsi di parole, ma imparare quando non servono.
Il silenzio diventa così un gesto d’amore: un invito ad ascoltarsi, a sentire ciò che non si lascia afferrare.
Un piccolo albo dal cuore grande
“Ascoltami quando sto zitto” è un libro che non si legge: si attraversa.
Un albo poetico, essenziale, capace di restare nella mente molto più a lungo delle sue poche, preziose frasi.
È una storia che parla al lettore con delicatezza, ma con la forza di un’intuizione profonda: le parole sono importanti, ma non bastano sempre. A volte, per capirsi davvero, bisogna saper stare zitti insieme.
Un’opera rara, che conferma ancora una volta la cura e l’intelligenza editoriale di Orecchio Acerbo.



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