Adriano Zamperini è un professore universitario che ha pubblicato un saggio ricco e molto interessante riguardante la violenza ambientale: “Violenza invisibile. Anatomia dei disastri ambientali” (Einaudi, 2023, 163 pagine).
In questo libro vengono riportati i più grandi casi di inquinamento in Italia, dalla famosa esplosione tossica di Seveso, all’acqua Pfas in Veneto, “definito uno dei più grandi disastri ambientali d’Europa per quanto riguarda l’inquinamento idrico” (p. 98). Comunque basta specificare che “I Pfas sono molecole sintetizzate chimicamente di difficile eliminazione da parte dell’organismo, e perciò tendono ad accumularsi nel sangue e nei tessuti corporei”. Quindi inquinando l’acqua si contamina la frutta, la verdura, la carne e il pesce.
Per capire bene il saggio è giusto riassumere qualche concetto scientifico. Come sanno bene gli etologi tutte le specie animali effettuano un genere di marcatura. “Mentre gli animali segnano il territorio con feci, urine, unghiate a cortecce di alberi, le persone fanno ricorso a simboli e artefatti culturali” (p. 21). Per quanto riguarda gli esseri umani le marcature riguardano soprattutto le “affermazioni di identità” e i “segni fatti a beneficio del sé” (p. 20), arrivando a una “mutua compenetrazione fra persona e ambiente”. Quindi ogni “territorio non è solo un posto familiare a un individuo, ma è anche fondamentale per il peculiare concetto di sé” (p. 21).
Le principali motivazioni psicologiche riguardano “l’identità, il controllo e l’intimità”. In genere l’uso del “proprio ambiente domestico” conduce al “sostegno emozionale”, allo “sviluppo della personalità” e “supporta determinati modelli di interazione con i visitatori” (p. 21). E, naturalmente, migliora l’impegno e l’unione con i familiari.
Il corpo degli esseri umani “è segnato da una serie di marcatori che vanno dalle pratiche affettive ricevute o negate fino ai cibi consumati e all’aria che respiriamo” (p. 13). I marcatori segnano “una storia di salute o malattia”, sono trasmissibili alle generazioni future e da queste pure eliminabili”. Quindi noi siamo quello che facciamo..
Per quanto riguarda le sostanze chimiche si può riportare questo fatto fondamentale: “la classica valutazione del rischio ambientale ha sempre tentato di far fronte ai problemi che via via andavano dischiudendosi consentendo la produzione, l’uso e il rilascio di sostanze chimiche purché non venissero superati determinati standart ritenuti accettabili”. Ma la completa valutazione dell’interazione tra tutte le varie sostanze create dagli esseri umani è semplicemente impossibile.
Adriano Zamperini si occupa di Psicologia della violenza e di Psicologia del disagio sociale all’Università di Padova (ha pubblicato vari saggi). Inoltre dirige il Master “Sicurezza urbana e contrasto alla violenza”.
Nota aforistica – Di solito è sempre “la dose a fare il veleno”; “La sicurezza è libertà, ma non è sempre libertà” (Amian Azzotti). Segnalo che a pagina 134 si può trovare una storia quasi incredibile che riguarda gli abeti feriti e…
Nota centrale – Per gli studiosi della psicologia sociale la violenza può essere intesa in due modi: “per qualcuno è un “atto di forza” mentre per altri è una “violazione”. Coloro che concepiscono la violenza come un atto intenzionale di forza eccessiva o distruttiva aderiscono a una visione ristretta. Viceversa, i fautori della violenza quale violazione di diritti ne propugnano una versione decisamente più ampia” (p. 23).
Nota fisiologica – Normalmente “la placenta svolge adeguatamente il proprio compito di protezione del feto”, ma “in presenza di composti chimici viene intaccata la sua funzione di barriera naturale” (p. 12). E la cosa può riguardare anche qualche sostanza di tutte le varie sostanze presenti all’interno di un vaccino.
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