Ciao lettori, oggi vi parlo di un libro molto curioso, scritto dal Docente di Storia Medievale presso l’Università di Bergamo, Riccardo Rao, edito UTET Libri.
Con il libro “Il tempo dei lupi”, Riccardo Rao compie “uno straordinario viaggio da San Francesco a Cappuccetto Rosso, per scoprire il ruolo del lupo nel nostro inconscio“.
Di cosa parla il libro
Il libro di Rao si presenta come un vero e proprio itinerario attraverso la storia del rapporto tra l’uomo e il lupo attraverso i secoli, fino ai giorni nostri, fra storia, letteratura, psicologia e biologia, facendo ricorso a documenti storici e a leggende che hanno costruito, attorno alla realtà di un conflitto plurisecolare, il mito del lupo in Europa.
I lupi stanno tornando
Contrariamente a quanto ingenuamente pensassi, i lupi stanno tornando. Lo stesso autore lo dichiara nel libro dando poi numeri e spiegazione di questo fenomeno; negli ultimi anni la loro popolazione in tutta Europa è aumentata in modo esponenziale. In Italia è più che duplicata superando i duemila esemplari. Queste creature vengono avvistate sempre più spesso intorno a centri abitati, nei pascoli e al limite del bosco.
Come è logico che sia, insieme alle tracce di questi animali riemergono paure antiche. Ma è giusto che sia così? È plausibile la paura che abbiamo del lupo?
Il ruolo del lupo nella storia e nella leggenda
Inutile raccontarsi bugie, il lupo ha sempre incarnato il nemico da perseguire, l’incarnazione del male e un grande pericolo per raccolti e greggi.
Cosa ha causato la paura del lupo è presto detto: l’uomo! Non è da escludere, infatti, l’ipotesi della nascita di storie e leggende riguardo la ferocia e l’aggressività del lupo, per legittimare l’azione dell’uomo volta a ucciderlo per ampliare i terreni e consentire il processo di urbanizzazione.
L’uomo: animale distruttivo
Man mano che l’urbanizzazione avanza e le foreste venivano rase al suolo per fare spazio ai campi coltivabili, i lupi sono stati cacciati dai contadini i quali, spesso, ottenevano per questo il compenso dalle istituzioni pubbliche.
Riccardo Rao ci rende noto che solo in Francia, nel 1797, furono uccisi oltre cinquemila lupi, ma simili massacri vennero replicati anche in Germania, Inghilterra e Italia. Una terribile strage alimentata da un timore ancestrale che dal Medioevo giunge fino a noi.
Leggende
Tutti noi siamo cresciuti con fiabe e leggende che i grandi ci raccontavano per insegnarci “il bene e il male”. In questi racconti, il lupo assume sempre le vesti del male. Un esempio è “Cappuccetto Rosso”, piccola bambina che viene ingannata dal lupo mentre procedeva per andare a casa della nonna e che poi, come ben sappiamo, finisce insieme alla nonna nella pancia del lupo.
Obiettivo dell’autore
Con questo libro l’autore ricostruisce, tra storia, letteratura e psicologia, come la superstizione popolare (dagli uomini di chiesa alle trasformazioni dell’ambiente) abbiano creato il mito del lupo europeo.
Al termine de “Il tempo dei lupi” suona ancora più vera l’affermazione di Farley Mowat: “Abbiamo condannato il lupo non per quello che è, ma per quello che abbiamo deliberatamente ed erroneamente percepito che fosse – l’immagine mitizzata di uno spietato assassino selvaggio -. Che, in realtà, non è altro che l’immagine riflessa di noi stessi.”
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