Breaking News:

“Allargare il cervello, vivere il cuore: dialoghi tra psicologia, arte e umanità” con il Dottor Davide Pagnoncelli

A cura di:

Categorie:

Davide Pagnoncelli è Psicologo, Psicoterapeuta, formato in Ipnositerapia, Oniroterapia, Teatroterapia e Arteterapia.
Ha un’esperienza ultraventennale nella psicologia scolastica come responsabile di un originale Servizio Psicologico di sistema. Egli si definisce “allargacervelli” (non più “strizzacervelli”) perché il suo cervello e quello altrui preferisce allargarlo, ampliando prospettive.

 

 

Ha scritto i seguenti libri: “Figli felici a scuola. Come migliorare l’esperienza scolastica dei propri figli con l’aiuto di un allargacervelli, Bruno Editore, Roma 2018; “Al cuore di se stessi. Dal ruolo all’essenza dell’io sono e del noi siamo, Doppia Effe Editors, Londra 2023; “Vincent van Gogh. Dipingo il mio sogno. Tra arte, psicologia e psicoanalisi, Zel Edizioni, Treviso 2023, coautore con Katia Brugnolo.

 

Ha pubblicato numerosi articoli e ricerche su varie riviste scientifiche.  Ha ideato nuovi progetti denominati Art Artist Therapy (AATH).

 

Dottor Pagnoncelli, “Al Cuore di Se Stessi: Dal ruolo all’essenza Dell’io sono e Del noi siamo” è, appunto, il titolo di uno dei diversi libri che la vedono in veste di autore. Nella società odierna fatichiamo molto a comprendere chi siamo?
In effetti non è facile comprendere chi si è autenticamente, ma ciò non significa che sia impossibile. Chi non si è mai sentito piccolo di fronte a certi impegni professionali, sociali o educativi? In determinati momenti possono aggiungersi incomprensioni e svalorizzazioni di vario tipo. In tali occasioni si odono frasi ricorrenti: “Ma a che serve?”; “Chi riconosce il mio lavoro, i miei sforzi?”; “Non ne vale la pena!”; “Chi me lo fa fare?”; “Gli altri non mi capiscono!”; “Perché dannarsi? Non capirà mai nessuno!”.
Il padrone della terra appare ancora poco capace di governare sé stesso: si scopre debole nel migliorare la propria qualità di vita, rileva frustrazioni crescenti, la felicità gli appare spesso irraggiungibile, la conoscenza dei propri meccanismi interiori è carente, l’autonomia di taluni comportamenti viene meno, l’assunzione di responsabilità personali difetta. Si sono realizzati enormi cambiamenti tecnologici all’esterno ma dentro, nell’interiorità, le persone appaiono lacerate, frequentemente insoddisfatte. Numerose persone non capiscono più neppure se stesse e non sanno né come, né in che direzione muoversi. Dilemmi, delusioni, ambivalenze, frustrazioni, sospetti, scoraggiamenti, rabbie tremende. Non raramente permangono nell’interiorità degli individui ansie, paure e angosce intense, ma la mia esperienza umana e professionale ha evidenziato che nel profondo di ognuno si trovano anche insondabili e incredibili risorse, se ricercate -direi anche stanate- opportunamente.   Una poesia alla fine dell’introduzione del mio libro, dal titolo Ho imparato, precisa appunto quanto succitato.
Nonostante tutto, io credo sia possibile che l’individuo e il contesto sociale riconoscano concretamente e mantengano la memoria di speranze, di gratificazioni, di gioie, di passioni educative per far crescere quanto sboccia di positivo negli individui e nelle società. 

 

E, invece, quant’è la fatica che proviamo nel comprendere gli altri?
La ricorrente presenza di reattività violenta, anche di tipo terroristico, di diatribe estenuanti e senza fine a livello familiare e sociale, di notevoli disuguaglianze nella distribuzione e nell’utilizzo delle risorse materiali e intellettuali sono i sintomi fallimentari di diversi progetti educativi e formativi che non sono riusciti a plasmare individui responsabili e attenti, nello stesso tempo, sia allo sviluppo individuale, sia a quello sociale. Appare più facile domare il mondo e la tecnologia, piuttosto che gestire utilmente le dinamiche interiori o sociali. In effetti, nella nostra società prevale spesso l’arrivismo, la competizione sfrenata, l’esclusivo prestigio del ruolo. In ambito sociale si tende frequentemente a privilegiare un’identità di facciata o il ruolo ricoperto; appaiono meno considerate le concrete qualità personali e l’impegno profuso. La mancata o carente maturazione del sentimento sociale farà sorgere, prima o poi, tensioni e disagi; anche le problematiche dei singoli si acuiranno più facilmente.
Per esempio, troppi adulti barattano le cose e utilizzano perfino i regali come sostituti e surrogati della mancata loro presenza con il partner o con i figli e della loro carenza di empatia. Non raramente gli oggetti evidenziano e compensano la povertà o l’assenza degli scambi interpersonali. Non pochi genitori hanno coperto i figli di doni per nascondere l’indisponibilità a esserci, a esserci di persona.
Per questo numerosi individui si sentono orfani. Nella famiglia o nella società si sentono orfani di un’appartenenza affettiva! Orfani del noi!

 

Freddezza, distacco, individualismo sono la risposta a quali input?
Consideriamo quanto segue: vincoli burocratici incredibili e vampiri di tempo e di energia; lacci e legacci organizzativi, di tempo o logistici; vicende familiari complesse o conflittuali; contesti culturali o sociali lontani tra loro e spesso in frizione oppure in forte conflitto. Tutto ciò ha contribuito e contribuisce ad annebbiare i valori, le opportunità e i vantaggi della collaborazione reciproca e della compartecipazione emotiva.
Appare frequente che l’obiettivo degli attori in gioco, individualmente o socialmente, sia l’annientamento -talora fisico, talora psicosociale- del nemico o dell’avversario, secondo un detto latino “mors tua, vita mea”. Vivere con il ritornello in testa “la tua morte è la mia vita”, non ha prodotto, né produrrà mai progressi costruttivi. Anzi, tutto ciò ha inquinato e continua a inquinare pesantemente il clima relazionale di varie generazioni. Le poesie Sfacciatamente e Togli la polvere alla fine di due capitoli del mio libro sollecitano a rendersi più autentici.
In particolare cito due questioni che veicolano effetti devastanti: il narcisismo, spesso mascherato da presunti ‘alti ideali’; le dipendenze da sostanze e -soprattutto- senza sostanze. Nel primo caso, troppe persone usano solo i loro specchi… per contemplarsi in modo autoreferenziale. Al contrario, c’è bisogno di finestre con vetri trasparenti per connettersi col mondo e con i molteplici individui e le variegate comunità. Il narcisista azzera l’intelligenza sociale, deforma e svilisce il sentimento sociale e mina le fondamenta stesse della società. Nel secondo caso, le dipendenze da sostanza (per es. alcol e droghe di vario tipo) e le dipendenze senza sostanze (in particolare il gioco d’azzardo patologico e la dipendenza da cellulare e da web) sono purtroppo pericolosamente in aumento, soprattutto tra gli adolescenti, con il conseguente carico di pesantissime e drammatiche modificazioni sul cervello, sulla personalità e sul comportamento.

 

Possiamo, tuttavia, contrastare tutto questo per promuovere un migliore concetto di umanità?
Occorre lavorare per riscoprire la formazione e l’educazione come il fine della società, con investimenti concreti di risorse umane e finanziarie, non con affermazioni astratte di princìpi. Altrimenti ci troveremo di fronte, prima o poi, alla fine della società con conseguenze molto tristi e drammatiche. Per esemplificare, ecco alcuni aspetti da considerare in ambito formativo: l’autostima; l’autoefficacia; le abilità adattive (coping, autocontrollo, capacità di fissare obiettivi e di perseguirli, capacità decisionali); le abilità sociali (comunicazione, problem solving, soluzione dei conflitti, assertività, capacità di lavorare in gruppo); la capacità auto-valutativa; l’acquisizione di un pensiero creativo, critico e autocritico; la gestione delle emozioni e dei sentimenti.
L’organismo umano non è un assemblaggio puro e semplice di sostanze chimiche, ma è un insieme di funzioni che strutturano uno stile di vita che può essere costruttivo e comunitario oppure distruttivo e antisociale.  È infatti la qualità del nostro stile di vita -individuale e sociale- che ci fa essere e sentire felici oppure infelici.  È essenziale che i singoli e le comunità facciano predominare le emozioni costruttive, governando quelle distruttive. La società planetaria richiede e richiederà la ricostruzione di un umanesimo che integri saperi plurali e complessi, senza che ognuno di questi si ipotizzi autosufficiente o addirittura sostenga la guerra dell’un contro l’altro.
La malavita è organizzata, si suol dire, parecchio organizzata; la… benevita dovrebbe organizzarsi di più e meglio! È urgente che la società investa maggiormente, in particolare tramite la scuola, sullo sviluppo dell’intelligenza sociale, sul sentimento sociale, sulla realizzazione di comunità socialmente intelligenti. I bambini e i giovani non hanno bisogno di chiacchiere che mascherano l’assenza di progetti concreti e duraturi.
Non servono interventi “mordi e fuggi”, né “bonus” ridicoli che durano una sola stagione; i bisogni emergenti necessitano di progetti di lungo respiro con investimenti adeguati di risorse umane ed economiche. Gli adulti hanno un’enorme responsabilità nei confronti dei loro figli e delle nuove generazioni.
È necessario desiderare, sognare, agire e fare esperienza di connessioni interpersonali puntuali, nel contempo corporee, mentali e spirituali. Interessante quanto ha espresso Anatole France, premio Nobel per la letteratura nel 1921: “Per realizzare grandi cose non dobbiamo solo agire, ma anche sognare; non solo pianificare, ma anche credere”.
La nostra individualità non è identica alla nostra interiorità. La nostra individualità si sviluppa, si articola e si arricchisce interagendo con altri tu per comporre variegati noi.  Noi siamo intrisi di corpo, mente, spirito e cosmo, all’interno di una socialità ampia e cooperante. Un’umanità autentica non può sussistere senza scambio, senza interazioni, senza connessioni empatiche. Noi siamo estesi ed estendibili, ben oltre noi stessi! La vita è fuori dalle nostre teste, in contesti condivisi, intersoggettivi e trascendenti.  Il nostro Sé si costruisce e si realizza dinamicamente nella danza quotidiana col “fuori” di noi, con qualcosa o qualcuno che ci trascende, e in sincronia con le nostre relazioni, azioni e creazioni artistiche in accordo con le risonanze del cosmo.
Per essere sani e continuare a star bene occorre, quindi, essere in relazione. La buona salute ha bisogno di buone relazioni a tutti i livelli: biologico, psicologico, sociale, spirituale. La storia non viene fatta solo dall’individuo, ma anche dai gruppi, dalle comunità. Se qualcuno arriva al traguardo è perché molti altri hanno contribuito. Un detto popolare recita: “La croce di un campanile è sorretta da numerose pietre”.

 

Infine, la poesia che ruolo riveste in queste sue pagine?
Ogni capitolo del mio libro si conclude con una poesia al fine di esprimere con diversa risonanza i vari argomenti. In sintesi, per me la poesia è come porsi una mano sul cuore per stringere, attraversare, talora tormentare, scuotere o accarezzare quanto sento dentro. È uno scrivere “cardiaco”, lasciando riposare la testa, la razionalità; è un sentirsi nel cuore delle situazioni; è, per certi versi, illuminare alcune profondità nelle quali la ragione non è capace di entrare.
Tutto il corpo, attraverso i sensi in particolare, reagisce, vibra e risuona naturalmente alle frequenze, ai ritmi, alle intonazioni e all’energia delle parole: in tal modo si può modificare lo stato di coscienza. Connessioni a tutti i livelli, in ogni senso, in ogni direzione, con ogni fibra del proprio essere, superficiale e profonda.  Il corpo può essere l’antenna ricettiva al fine di modificare o, per certi versi, creare una o più realtà, una o più espressioni della realtà. Bisogna, pertanto, imparare ad ascoltare le parole inserite nel contesto specifico, ascoltare i silenzi tra le parole e attorno alle parole, leggere i sussulti intuibili tra una parola e l’altra.
Aggiungo che ogni metodologia artistica è parte integrante dell’educazione e incentiva la creatività, senza incasellamenti rigidi e norme penalizzanti. L’arte è fonte di meraviglie e distributrice di stupore. Ha scritto il filosofo dell’antica Grecia Aristotele: “Si ama quello che colpisce e si è colpiti da ciò che non è ordinario”. Ogni individuo non è nato per calcare impronte altrui e per conformarsi, ma per lasciare una propria impronta unica e irripetibile.
La poesia è un vissuto che io sento vibrare dentro e che mi invita ad abbracciare cose ed esseri del cosmo, anche a sentirmi in connessione con numerosi altri artisti che mi hanno preceduto. Il nostro essere è molto più ricco dell’immagine sociale e di ciò che appare in superficie. È presente in ognuno un’essenza indenne –originale – che può essere riscoperta e vivificata, anche al di là di errori, di esperienze negative e, addirittura, di tratti patologici.
C’è un’essenza intatta, oserei dire un “nucleo pulito”, a cui ognuno può far ricorso, purché non smetta di sperare e di progettare. Nel mio libro la poesia L’indenne ne fa risuonare l’esistenza.
Ri-cominciamo daccapo?   Chi desidera ri-mettersi assieme? Se si sogna da soli è solo un sogno, se si sogna insieme è la realtà che comincia. (Proverbio africano).

Per eventuali contatti: allargacervelli@gmail.com 

Chi sono

31 anni, blogger, agente letteraria e mamma di Gemma e Tessa. Credo fermamente nella bibliodiversità e nelle realtà editoriali indipendenti, le quali spesso nascondono perle di cui pochi sono a conoscenza.

Un caso angosciante, una casa intrisa di segreti e una detective che non si ferma davanti a nulla: in uscita dal 20 febbraio per Indomitus Publishing il thriller “Una casa piena di bugie” di D. S. Butler

Dopo il successo di “Nessun ripensamento”, Indomitus Publishing torna a pubblicare in Italia D. S. Butler con “Una casa piena di bugie”, il quarto capitolo della serie thriller poliziesca di successo che ha già conquistato oltre un milione di lettori nel mondo, venduto più di 30.000 copie in Italia e vede come protagonista la detective Karen Hart, un’icona ormai tra gli investigatori del genere grazie alla determinazione, all’acume e alla profonda umanità che la caratterizzano.

Leggi di più
Loading

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *