Cari lettori, oggi vi parlo del romanzo “La stella a quattro punte” di Carloalberto Biazzi, edito Novecento Editore.
LA STORIA
La storia si svolge a Fane, in provincia di Verone. La protagonista è Claudia Mancini, una bambina prodigio, una pianista appena adolescente che grazie al suo talento straordinario sta diventando una star internazionale trascinando nella sua scalata al successo tutta la famiglia, una madre ambiziosissima, un padre apparentemente distratto, la zia forse troppo invadente e la sorellina Flora, alla quale è legatissima e che sarà l’unica testimone sulla scena del crimine quando la povera Claudia verrà trovata dal padre con la testa fracassata da una pietra che si scoprirà essere un posacenere in marmo.
FLORA
La morte di Claudia, chiaramente, lascerà nella disperazione i suoi genitori e Flora che ha scoperto per prima il cadavere di sua sorella e per questo ha subìto comprensibilmente un grosso shock. Dopo l’omicidio, la famiglia Mancini lascia Fane per trasferirsi a Verona e allontanarsi così dalla quella casa e dai quei luoghi che hanno procurato loro un immenso dolore. Dopo il diploma Flora parte per Boston dove frequenta un corso universitario in cinematografia e a Boston continuerà a vivere e a lavorare. Flora, ormai trentacinquenne torna in Italia chiamata da sua zia Marta, sorella di sua madre, perché la casa di Fane è stata finalmente venduta e c’è da liberarla dagli oggetti che ci sono rimasti chiusi.
Per Flora non è facile rientrare in Italia, rivivere i ricordi e l’infanzia, rivedere quei luoghi che le riportano a galla il dolore mai sopito. Dolore che le continua a provocare bruttissimi incubi in cui vede l’assassino, ma al risveglio lei non ricorda nulla, il trauma ha cancellato la possibilità di ricordare. Non si è mai arrivati alla soluzione del caso, nessun assassino è stato assicurato alla giustizia, Claudia non c’è più e non si è mai scoperto chi le ha tolto la sua giovane vita. Chiunque sarebbe potuto entrare in casa ed eseguire il crudele omicidio. Ma chi? Le indagini non hanno portato a nulla e la morte di Claudia ha lasciato nella disperazione suo padre Franco, ha arrecato a sua madre Rossana una fortissima depressione che la fa vivere come una vegetale, ha devastato Flora con incubi ed ansie.
UN INDIZIO INQUIETANTE
In tutti i disegni di Claudia compare nell’angolo destro del foglio una sagoma nera, quella sagoma che terrorizza la bambina, che l’accompagna nei suoi giorni, che non la fa vivere serenamente come vorrebbe e come dovrebbe. Capire chi è quella sagoma nera significherebbe finalmente e a distanza di anni sapere a chi appartiene la mano assassina e dare un volto al male. Nello scorrere delle 563 pagine piano piano la verità verrà a galla, una verità che si fa spazio tra le diverse ipotesi, tra i diversi protagonisti, ognuno di loro potrebbe essere il colpevole, ma uno, uno solo di loro è la sagoma nera.
I GENITORI
Credo che chiunque abbia letto questo libro si troverà d’accordo con la mia opinione riguardo i genitori di Claudia e Flora, due esseri egoisti e ambiziosi, disposti a sacrificare tutto per il successo, anche la felicità delle figlie.
Ho odiato in particolare modo la madre che ha un atteggiamento molto superficiale, si lascia abbindolare e coinvolgere dal successo di sua figlia, ma calpestando i sentimenti della bambina, sottovaluta i suoi malesseri, credendo certo di operare per il bene della figlia, ma non capendo il male che le fa.
Un male che, oltre che colpire Claudia, di riflesso avrà delle conseguenze anche su sua sorella Flora. Sia Rossana che Franco pagheranno duramente, la prima con una fortissima depressione che non l’abbandonerà mai, il secondo sacrificandosi per una verità che ha sempre saputo.
CONCLUSIONE
La scrittura di Carloalberto Biazzi è molto veloce, discorsiva e certamente visiva. La storia arriva al lettore in modo immediato, quasi come ci si trovasse davanti ad un film; il curriculum dell’autore ha sicuramente giocato a suo favore: Biazzi è, infatti, sceneggiatore e regista.
In questa storia fa largo uso di flashback perchè decide di raccontare il delitto con gli occhi di una Flora ormai trentacinquenne, quindi riportando il delitto a trent’anni prima.
“La stella a quattro punte” è un libro coinvolgente che consiglio a tutti coloro hanno voglia di una lettura rapida ed intensa.
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