Oggi è la Festa del Papà e quale migliore occasione per regalare o regalarsi un libro che parli di questo tenero, quanto difficile, ruolo?
Sono molti i libri che parlano di padri e paternità, io ha scelto di consigliarvi “Prima che tu venga al mondo” di Massimo Gramellini, edito da Solferino Libri.
TRAMA
Quando è stata l’ultima volta che avete fatto qualcosa per la prima volta? Che avete scoperto qualcosa di inaspettato e avete provato un’emozione nuova?
Immaginate un uomo che, superata la soglia dei cinquant’anni, diventa padre quando ormai, in famiglia e sul lavoro, si era adagiato su una perfetta vita da figlio. Che cosa può rompersi o scatenarsi all’improvviso?
Il nuovo libro di Massimo Gramellini è il racconto di una trasformazione e di un’attesa. Nove capitoli, uno per ogni mese di «gravidanza», che compongono una lunga lettera, emozionante e ironica, destinata a un bambino che non c’è ancora mentre si fanno i conti con un padre che non c’è più. Una storia d’amore e di rinascita che ci ricorda come attraverso gli altri possiamo ritrovare in noi stessi infinite risorse e comprendere ciò che conta davvero. Se «la vita è un gioco e vince chi ritorna bambino», per riuscirci bisogna prima diventare adulti.
UN ESTRATTO
“Osservo gli altri padri nella sala d’aspetto. Tutti più giovani di me, tranne uno. «Primo figlio?» mi informo con sguardo complice. «Sono il nonno» sorride.
Tocca a noi. L’ecografista ha l’aspetto di una donna pragmatica, ma io la investo subito di poteri magici. Ogni medico mi ispira un timore reverenziale. A maggior ragione questa profetessa degli ultrasuoni che si accinge a consultare i suoi alambicchi per svelarmi l’Arcano dei Gemelli. Ho la netta sensazione che siano due, ha detto tua madre. Due culle, due codici fiscali, due satanassi che strillano all’unisono in treno. Una specie di rock’n’roll band di cui mi toccherà essere l’impresario e il principale finanziatore.
«Ma se fossero davvero due, che cosa facciamo?» mi sussurra all’orecchio, mentre la Profetessa le spalma il gel sul grembo affollato. «Tiriamo a sorte?» provo a farla sorridere, senza esito.
La telecamera a tubo scorre lungo la sua pancia inumidita e io sbircio timidamente lo schermo. Un po’ alla volta la tempesta di scarabocchi elettronici prende la forma di un fagiolino. «È uno solo, però vale per due» sentenzia la Profetessa.
Sei molto bene impiantato. Sembreresti sceso tra noi con l’intenzione di restare. Continuo a osservarti nel televisore e ho l’impressione di non provare niente. Il manuale del perfetto padre pretenderebbe ululati di stupore davanti alla prima visione di un figlio e mi sento già in colpa verso l’umanità intera, quando la Profetessa decide di alzare il volume. Bum bum. Bum bum. «Lo sente?» dice.
Ti sento. Bum bum. Bum bum. Questo fagiolino non è solo un tracciato di linee su uno schermo, ma qualcosa che pulsa al ritmo accelerato di una danza tribale. Un piccolo asteroide caduto dal cielo che rotola rimbalzando sui gradini di una scala bagnata, in fondo alla quale ci saranno le mie braccia spaventate ad accoglierlo.
«Quando esce?» chiedo alla Profetessa, come se stessi parlando di un libro. Sorride per la mia goffaggine e indica una data in fondo al referto. Impallidisco. La tua nascita è prevista per lo stesso giorno e mese in cui nacque mio padre.”
E voi avete qualche libro per la Festa del Papà da consigliare?
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