“Il tempo del riso glutinoso” è il nuovo libro della sinologa, scrittrice, traduttrice letteraria ed editrice Fiori Picco (Fiori d’Asia Editrice).
Si tratta della storia vera di una ragazza cresciuta in città, colta e laureata, costretta a tornare nel proprio villaggio d’origine per ricoprire la carica di sindaca in una società matriarcale dove il potere è in mano alle donne e si venerano divinità femminili. Tra queste la Grande Nonna Sama, santa protettrice che veglia sul popolo Kam, un’etnia del Sud della Cina. Usi, costumi, tradizioni, mistero e segreti caratterizzano la vita degli abitanti di Shanjiao, un luogo isolato e d’altri tempi che pian piano, grazie al contributo dei giovani, si apre al mondo esterno.
Fiori, hai vissuto a lungo in Cina e hai avuto contatti diretti con molte minoranze etniche. In che modo la tua esperienza personale ha influenzato la scrittura di questo romanzo?
Ho visitato diversi villaggi Kam e sono entrata in stretto contatto con questa etnia che fin da subito mi ha affascinata per la sua immensa ricchezza culturale, che ho approfondito anche attraverso i racconti della mia ex allieva d’università, protagonista e voce narrante del romanzo. Sicuramente aver conosciuto di persona le etnie mi ha facilitata nella stesura dei miei libri. Riesco a immedesimarmi nei miei personaggi, a pensare e ad esprimermi con la loro mentalità e le loro frasi tipiche; mentre descrivo le ambientazioni mi sembra di essere ancora in Cina, di vedere quei paesaggi stupendi, di respirarne ancora l’atmosfera unica e particolare. L’esperienza conta molto nella stesura di un libro, soprattutto perché chi lo legge avverte la credibilità della storia e la veridicità delle sensazioni.
Nel romanzo, la figura della Grande Nonna Sama emerge come un simbolo importante. Puoi raccontarci di più su questa figura e sul suo significato per la comunità Kam?
La Grande Nonna Sama fu un’eroina del popolo Kam, vissuta in epoca Tang, periodo che più o meno coincide con il nostro alto Medioevo. Da sempre è la santa protettrice e divinità di questa etnia; in ogni villaggio la gente costruisce un santuario o un altare votivo a lei dedicato. A febbraio si svolge un grande festival in suo onore, durante il quale la statua della Dea viene trasportata su di una portantina per campi e risaie. Un corteo magnifico la onora con rituali sacri, danze e musica. In questo romanzo Sama è una figura di rilievo che benedice il raccolto e porta pace e serenità nella comunità. Rappresenta la tradizione, il culto degli antenati e il rispetto per gli anziani.
Quali conflitti emergono tra tradizione e modernità a Shanjiao?
La protagonista, nominata sindaca del villaggio di Shanjiao, è una giovane laureata e cresciuta in città. Deve scontrarsi con la mentalità ottusa, conservatrice e superstiziosa di alcune donne anziane che la ostacolano. Stiamo parlando di una società matriarcale dove il potere è in mano alle donne e quelle più mature sono restie ad accettare cambiamenti e innovazioni. Shanjiao è un villaggio antichissimo, che rievoca un’atmosfera fiabesca; gli indigeni sono legati a credenze radicate che dipendono dal feng shui e dalla filosofia Moshista dei vecchi architetti Kam. Non sarà facile convincere chi vive da sempre a Shanjiao ad accogliere la tecnologia. Questo libro racconta soprattutto dei giovani che con le loro menti aperte e rivolte al futuro possono fare la differenza e cambiare la società.
Cosa pensi che un lettore occidentale possa imparare da una storia come questa?
Il romanzo presenta diverse situazioni comuni a tutto il genere umano, tra cui i segreti di famiglia, le incomprensioni e la mancanza di dialogo. Affronta anche le rivalità tra donne, il bullismo e l’indifferenza. Penso che molti lettori possano riconoscersi nei personaggi, a prescindere dall’ambientazione e dal contesto culturale particolare. La storia trasmette alcuni messaggi fondamentali come l’importanza di chiedere spiegazioni, il confronto, la solidarietà, la compassione, l’aiuto reciproco e la fede.
Qual è il tuo augurio per il futuro dell’etnia Kam e per la sua cultura?
Auguro al popolo Kam e a tutte le minoranze etniche della Cina un futuro radioso, preservando e tramandando per sempre il proprio patrimonio culturale ed etnico.
0 commenti