Cari lettori, se ieri sera avete seguito la Pagina Facebook di LeggIndipendente, saprete che ho avuto il piacere di partecipare alla presentazione del libro “Ci vediamo fra cent’anni” di Pippo Musso, ospite alla residenza San Pietro di Monza nella quale vengono assistite le persone con patologie neurologiche complesse, in particolare Stati Vegetativi e SLA.
UNA SERATA SPECIALE
E’ stata una serata speciale perché una disabilità grave, fortemente invalidante, ha prodotto qualcosa di immensamente positivo!
Eh si, Pippo Musso è una delle tante persone la cui vita è stata aggredita dalla SLA. Ma Pippo, nonostante tutto, è molto più che un malato di SLA; è un uomo che ha fatto della sua vita una testimonianza importante, volta a ridare speranza, e soprattutto coraggio, a tutte quelle persone che come lui convivono ogni giorno con questa malattia.
Pippo Musso ha dedicato la sua vita e il suo tempo a raccontare un’esperienza che, seppur terribile quale può esserlo una malattia come la SLA, è comunque degna di essere raccontata. E lo ha fatto con una grande emotività e una profonda umanità.
IL LIBRO “CI VEDIAMO TRA CENT’ANNI”
Vi domanderete come sia stato possibile per Pippo, prigioniero di un corpo che non risponde agli stimoli del suo cervello, non solo comunicare, ma scrivere addirittura un libro.
Ecco, è qui che secondo me nasce e si manifesta la vera magia: Pippo Musso ha scritto il libro con gli occhi, attraverso un computer a riconoscimento oculare. Un libro scritto con gli occhi e che noi tutti leggiamo con gli occhi: strumenti che Pippo Musso usa per trasmetterci valori e ricordarci la nostra fragilità ma anche la nostra immensa forza.
RSD SAN PIETRO
L’arrivo alla RSD San Pietro di Monza è stato per Pippo una tappa importante che, come dice lui nel libro, è molto più che una semplice struttura per malati di SLA: è una comunità nella quale ognuno è, e si sente, parte di una grande famiglia, nella quale ogni giorno, seppur con fatica e non poche difficoltà, si affronta la vita insieme!
Sono tanti gli aneddoti raccontati da Pippo nel suo libro “Ci vediamo fra cent’anni”, ma una su tutte mi ha colpito; ad un certo punto racconta di essere felice della sua malattia perchè questa gli ha permesso di scoprire un nuovo mondo e un nuovo Pippo, ossia quello che è riuscito a trovare la forza di guardare la morte in faccia e dirle di andarsene, che non era ancora il suo momento. La determinazione e la forza di Pippo lo hanno portato a combattere come un guerriero questa terribile malattia che, arrivata senza permesso, si è impadronita del suo corpo in modo subdolo, meschino, privandolo ogni giorno di piccoli gesti, come camminare, parlare, deglutire.
IL DIALOGO CON LA MORTE
Questa malattia lo ha immobilizzato ad una carrozzina, ma ha commesso un grave errore: gli ha lasciato liberi gli occhi e di questi, Pippo, ha fatto uno strumento di battaglia. Con gli occhi ha comunicato e scritto questo libro che è per tutti noi una grandissima testimonianza di come la vita, certe volte, sia immensamente più forte della morte.
Pippo vuole vivere e questo lo ha detto chiaramente proprio a lei, alla morte:
[Dal libro “Ci vediamo tra cent’anni” di Pippo Musso]
PIPPO: Più volte hai provato, ma sempre con un palmo di naso ti ho lasciato. Poi ancora ci hai provato, già fregandoti le mani, e abbattendoti di morale, dicendoti ci riproverò anche domani, ma testarda come un mulo sentendoti presa per il culo.
MORTE: Eh ma insomma, un po’ di rispetto, un po’ di dignità. Io sono la morte ed essere presa per i fondelli non mi va. Avanti e indietro mi hai fatto fare, ma quando ti decidi a mollare? Con i miei superiori figure di merda mi hai fatto fare, dicendo che il lavoro devo cambiare perché paura non so più fare e in pensione mi vogliono mandare.
PIPPO: Oh non puoi sapere il dispiacere, quanto sono addolorato per tutto quello che mi hai raccontato, ma un’opportunità ti voglio dare: se bella figura tu vuoi fare, tra cent’anni devi passare!
MORTE: Ah davvero mi vuoi aiutare? Non è che per il culo mi stai a pigliare? Che fra cent’anni quando passerò più qua non ti troverò?
PIPPO: No, non ti preoccupare, la mia parola d’onore ti sto a dare! Tra cent’anni, quando passerai di qui, mi troverai!
MORTE: Sai Pippo, sei proprio un amico e sono proprio io che te lo dico! Non sapevo più cosa fare, ero disperata, amareggiata se tu non mi avessi aiutata. Sai… io con te mi voglio sdebitare e un regalo ti voglio fare. Per questi anni non mi farò più vedere, così la vita ti potrai godere!
DUE SFIDE IMPORTANTI
Come ha ricordato Roberto Mauri, direttore della Cooperativa La Meridiana che gestisce la RSD San Pietro, la pubblicazione di questo libro è solo la prima di tante tappe che Pippo Musso ha compiuto.
“Come un alpinista che, arrivato sulla cima di una montagna, vede le altre cime e si sente spronato a continuare”, così anche Pippo ha deciso di continuare questa sua battaglia e portare la sua esperienza alla conoscenza di più persone possibile. Come? Con la creazione di una vera e propria redazione che avrà come obiettivo quello di comunicare la SLA e tutto quello che questa malattia comporta a chi ne è affetto.
Pippo non sarà solo i questa avventura, accanto a lui ci saranno due incredibili compagni di viaggio: Claudio Messa e Luigi Picheca, anche loro malati di SLA.
Questo progetto si chiamerà Redazione SLAncio e sono certa che ci regalerà meravigliose sorprese!
Uno dei prossimi progetti sarà anche quello di realizzare un Docufilm che racchiuda le testimonianze di persone malate di SLA!
Il mio augurio più grande è che ogni progetto di questi tre uomini possa incontrare persone disposte all’ascolto e disponibili a diventare, a loro volta, testimoni di un messaggio importante: la vita, pur con tutte le sue difficoltà, è troppo bella per essere buttata via!
Grazie Pippo!
Bellissimo articolo grazie Virginia