Il mantra che, prima o poi, sei hai talento qualcuno ti scoverà è smentito da numerosi autori e autrici che nella storia sono morti nel completo anonimato, per poi diventare famosi solo anni dopo la morte. Le motivazioni possono essere numerose e molto diverse, ma vorrei comunque soffermarmi a riflettere su queste persone che per tutta la vita hanno inseguito il proprio sogno di diventare scrittori con perseveranza e, talvolta, anche con frustrazione e disperazione senza vedere riconosciuto il proprio lavoro.
PERCHE’ ALCUNI AUTORI HANNO SUCCESSO SOLO DOPO LA MORTE?
Mi sono chiesta molte volte perché alcuni autori hanno avuto successo solo dopo la loro morte e facendo qualche ricerca in merito penso di essermi data una risposta. Vi invito, però, a darmi la vostra opinione perché le conclusioni alle quali sono giunta sono assolutamente limitate e prendono in esame solo alcuni dei numerosi autori divenuti celebri post mortem.
Come dicevo, le motivazioni possono essere molte, ma credo di aver scovato due macro gruppi ai quali fare riferimento: nel primo gruppo rientrano quelle persone, autori o artisti in generale, che hanno creato opere così geniali e particolari per l’epoca nella quale hanno vissuto da essere ritenute strane e per questo motivo non comprese dai più e non apprezzate.
Il secondo macro gruppo, invece, conta quelle persone che quando erano in vita non cercavano la fama a tutti i costi, ma creavano opere per il proprio diletto e quello dei propri familiari e amici. Un caso esemplare che rafforza l’ipotesi dell’esistenza di questo gruppo è quello di Emily Dickinson, grande poetessa e scrittrice passò più della metà della sua vita chiusa in casa a scrivere poesie e racconti riuscendo a pubblicarne meno di una decina. Fu la sorella Lavinia che, ala morte della Dickinson, invece di bruciare le opere (come aveva chiesto la sorella) decise di pubblicarle regalando al mondo una parte importante di letteratura inglese.
ALTRI AUTORI DIVENUTI FAMOSI DOPO LA MORTE
FRANZ KAFKA
Nato a Praga, lo scrittore Franz Kafka è cresciuto in una famiglia ebrea della classe media, ha continuato a studiare legge e lavorava nel settore assicurativo. Benché fosse uno scrittore prolifico, poche delle sue opere sono state pubblicate quando era vivo. Nel 1923, si trasferisce a Berlino per dedicare anima e corpo alla sua unica passione: la scrittura. Ma morì di tubercolosi poco dopo – non sapendo purtroppo quanto le sue opere in seguito ebbero un enorme impatto sulle future generazioni di scrittori e studiosi.
STIEG LARSSON
E’ stato uno scrittore e giornalista scrittore svedese. Nel 2008 quattro anni dopo la sua morte è stato il secondo scrittore più venduto. Nel 2010 la sua trilogia Millenium ha venduto oltre 27 milioni di copie in 40 paesi.
GOLIARDA SAPIENZA
Durante la sua lunga vita, un’educazione peculiare ricevuta in gioventù da genitori socialisti e rivoluzionari, le donò un punto di vista eccentrico nei confronti del suo tempo che ella tentò di esprimere in vari modi. A differenza di altri autori, Sapienza ebbe diversi sponsor per le sue opere, ma non furono mai abbastanza potenti ed efficaci da consentirle una grande pubblicazione che arrivò solo a fine anni ’90, quando la casa editrice viterbese Stampa Alternativa pubblicò finalmente “L’arte della gioia”. Il libro, ripreso poi da Einaudi, divenne un grandissimo successo, tanto da scatenare la riedizione o primissima edizione di tutte le sue opere. Furono questi riconoscimenti che l’autrice non vide mai in quanto morì nel 1996.
JOHN FANTE
John Fante desiderava ardentemente diventare uno scrittore. Sfortunatamente non ha potuto godere del successo delle sue opere. Esordiente con buon plauso di critica e dunque romanziere di nicchia, Fante si è trovato costretto a ripiegare sulla scrittura cinematografica, un lavoro che sapeva fare con competenza e professionalità, ma che non lo ha mai appassionato veramente. Un sogno tradito, quello del successo letterario, che tornò a brillare per pochi anni grazie a Charles Bukowski, innamorato dei suoi libri, poco prima della morte avvenuta per una forma grave di diabete.
ANTONIA POZZI
In conclusione, ci tengo a citare una delle poetesse che più amo: Antonia Pozzi, morta suicida a ventisei anni , prima di vedere riconosciute e apprezzate le sue opere. Antonia Pozzi fu una persona molto timida, estremamente riservata, che trovò nella scrittura un modo per essere veramente libera. Le poesie furano il suo rifugio, ma non un luogo di totale evasione dalle cose della vita, in quanto queste risultano essere a tutti gli effetti oggetto dei suoi versi, i quali rincorrono incessantemente il senso della vita, dell’amore e della morte.
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