Quante volte ci è capitato di dire o sentir dire che in Italia i libri costano troppo, ci sono troppi editori a fronte di una penuria di lettori? A me è capitato spesso, ma quello che non sempre succede è porsi le domande, piuttosto che emanare sentenze. Perché porsi domande significa stuzzicare la nostra curiosità e, se la soddisfacessimo, apprenderemmo molte più nozioni, quelle che altrimenti non andremmo ad indagare.
Un ottimo modo per rimanere aggiornati sui diversi temi che ci riguardano e riguardano la società in cui viviamo è andare a fare ricerche sul sito dell’Istat.
È proprio quello che ho fatto io quando ho voluto vedere le statistiche riguardo gli editori italiani e la situazione editoriale in Italia. Quello che ho scoperto, lo riassumo qui sotto.
Quanti sono gli editori in Italia?
Prima di rispondere a questa domanda, bisogna chiarire due cose: cosa si intende per produzione libraria e cosa significa essere un editore attivo.
Riguardo la prima, per produzione libraria si intende l’insieme di opere editoriali di almeno cinque pagine, pubblicate nel corso di un anno, comprese le pubblicazioni ufficiali dello Stato o di enti pubblici e gli estratti di pubblicazioni. Sono esclusi i prodotti editoriali a carattere prettamente propagandistico e pubblicitario e le pubblicazioni informative come elenchi telefonici, orari ferroviari, cataloghi, listini prezzi, calendari e simili, nonché le opere musicali ove il testo letterario sia di scarsa importanza, le carte geografiche e topografiche non rilegate sotto forma di atlante e gli album con figurine che non contengono un testo narrativo.
Gli editori attivi, invece, sono quelli che hanno pubblicato almeno un’opera libraria nell’anno considerato.
Si stima che in Italia siano presenti, circa, 1.500 editori attivi e che questi siano in continua crescita (questi dati sono stati elaborati a fine 2016. Rispetto al 2015 gli editori sono aumentati del circa 7%.
Caratteristiche degli editori
All’interno del grande gruppo degli editori attivi, bisogna però fare distinzione rispetto al numero di copie prodotte, questo è un dato importante per farci capire anche la grandezza dell’editore. Circa l’85% degli editori non pubblica più di 50 titoli all’anno; questi non sono ancora considerati “grandi editori”. Il 55% sono “piccoli editori” e questi producono circa 08 – 10 opere in un anno. Per quanto riguarda i “medi editori”, questi producono dalle 11 alle 50 opere in un anno.
Chi sono i “grandi editori” e quanto producono?
I cosiddetti “grandi editori” sono circa il 14% del totale e producono oltre 50 opere all’anno. Per questa ragione è facile comprendere anche che pubblicano il 76% del totale dei titoli pubblicati.
I libri costano troppo?
È il mantra che sentiamo ripetere spesso, forse troppo, senza però pensare se è vero che i libri costano troppo in Italia e se si, da cosa dipende.
È vero, rispetto al 2015 il costo dei libri si è innalzato: da 18,90 euro nel 2015 a oltre 20 euro negli anni successivi.
L’aumento maggiore riguarda, comprensibilmente, i piccoli editori, mentre i medi e grandi editori hanno optato per un aumento del prezzo di copertina più contenuto.
È auspicabile un abbassamento del prezzo dei libri?
Non solo non è auspicabile, ma sarebbe anche pericoloso. Vi spiego perché.
Negli ultimi anni la dinamica dei prezzi è stata tesa già violentemente verso l’abbassamento, complici anche le politiche di prezzo aggressive di alcuni editori che hanno messo a rischio la concorrenza tra editori.
Veniamo alla questione della pericolosità: abbassare il prezzo di copertina significherebbe anche perdere in qualità. I libri che costano meno hanno, di conseguenza, una cura editoriale e redazionale di minor qualità. Non credo sia una buona idea risparmiare sulle funzioni specificamente editoriali, perché noi lettori ci ritroveremmo in mano dei libri scelti senza criterio, poco curati o mal tradotti, oltre che comunicati senza efficacia.
Differenza tra pubblicare e stampare
Nel 2016 si rileva un lieve segnale di ripresa della produzione editoriale: i titoli pubblicati aumentano del 3,7% rispetto all’anno precedente. Persiste, invece, la tendenza alla riduzione delle tirature (-7,1%). Quindi si pubblicano più libri ma si stampano meno copie.
In questo articolo ho scelto di non trattare gli ebook, argomento che verrà approfondito in uno dei prossimi articoli.
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