Superando il muro che divide la sua proprietà da quella dei vicini Cosimo Piovasco di Rondò, il protagonista de “Il Barone rampante” di Italo Calvino, inizia a conoscere il mondo e a innamorarsene.
A citare Calvino e la sua frase “se alzi un muro pensa a ciò che resta fuori” è Michela Monferrini nel suo saggio, che si legge come un romanzo, “Muri Maestri” (La nave di Teseo). Invece di partire dai muri che dividono, che fanno da barriera tra i popoli, Monferrini parte dai muri che uniscono in nome della memoria.
Dal Wall of Heroes voluto nel 1900 da Georg Frederic Watts in Postman’s Park a Londra (una parete di piastrelle di ceramica dedicata agli eroi comuni, a gente morata per salvare la vita ad altri) ai “ti amo” con cui Daniel Boulogne tappezza un muro di Parigi dal Before I Die Wall al Waiting Wall fino al Muro del pianto: sono numerosi gli esempi di muri eretti per celebrare aspirazioni, sogni, ideali.
IL MURO
Il muro è un supporto naturale; da che l’uomo ha iniziato la sua vita nella comunità, ha eretto muri sui quali ha fissato desideri, speranze, ma anche paure. L’uomo ha utilizzato il muro anche come prima forma di protesta.
Insomma, se andassimo indietro nel tempo, troveremmo sempre, in ogni società e cultura, i muri. Questo supporto ci ha poi accompagnato nel corso della nostra storia ed evoluzione e proprio i questo senso possiamo considerarli maestri perché abbiamo fissato un pezzo della nostra storia su di essi.
Quest’ultimo aspetto ci fa capire che è importante vedere il muro non solo come elemento divisivo, ma come contenitore di storie positive. In questo senso è bello pensare al muro come supporto di unione e non divisione.
ATTUALITA’
La cronaca attuale non sollecita a pensare al muro come elemento di unione perché sempre più spesso si parla di erigere muri per rafforzare i confini e restringere le nazioni.
Michela Monferrini, inizia il discorso del suo saggio citando un muro localizzato a Londra, nel Postman’s Park. Questo è un muro che raccoglie le storie di persone che hanno perso la propria vita cercando (e in alcuni casi riuscendoci) a salvare la vita di altre persone. Ogni mattonella di ceramica apposta dal 1900 ad oggi, ci racconta la storia di qualcuno che è un eroe anonimo.
BEFORE I DIE WALL
Un esempio di muro che mi ha colpita molto è il “Before I die wall” situato a New Orleans. Qui, dopo l’uragano Katrina, l’artista Candy Chang ha reso il muro di una casa distrutta dalla calamità naturale una lavagna. Chang ha scritto solo una frase: “Prima di morire vorrei…” e ha messo a disposizione della popolazione una scatola di gessetti colorati. In meno di due ore questo muro era completamente ricoperto di frasi e parole rappresentanti i sogni e i desideri delle persone colpite dall’uragano.
CONCLUSIONE
“Quello che è scritto sui muri maestri racconta le storie di molti, di tutti; fissa di una moltitudine di anonimi le speranza, i desideri, i gesti, le lettore; li salva dall’oblio ribellandosi al tempo; li riporta alla luce ripescandoli dal sommerso, dove pure sono stati messi muri a dividere”.
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