Ciao lettori, oggi vi parlo di “Fiabe svedesi”, edito Iperborea e curato da Bruno Berni.
Dopo “Fiabe lapponi”, “Fiabe danesi” e “Fiabe islandesi”, questa raccolta di racconti ci trasporta come per magia in Svezia.
Origine della raccolta “Fiabe svedesi”
Questa raccolta di fiabe si rifà ad una tradizione Ottocentesca ed in particolare a due studiosi: Hylten-Cavallius e George Stephens che, consapevoli della progressiva scomparsa del patrimonio narrativo popolare, iniziarono un’opera di trascrizione e raccolta di antiche fiabe e leggende altrimenti destinate ad andare perdute, scomparendo insieme a testi raccolti dalla voce popolare.
Le fiabe
I racconti inseriti in “Fiabe svedesi” sono dieci e compongono solo una parte del nutrito patrimonio folcloristico svedese.
La voce narrante contempla il classico incipit “C’era una volta…” che colloca il racconto in un luogo e tempo non precisato, così che chiunque, in qualunque periodo si trovi a leggere queste fiabe, possa vagare con l’immaginazione e fare propri gli insegnamenti contenuti in ognuna di esse.
I temi narrati nelle fiabe
Credo che, tra tutte le raccolte di fiabe della tradizione nordica lette fino ad ora, “Fiabe svedesi” sia la mia preferita perché va a toccare temi molto interessanti e, soprattutto, importanti. Si parla molto e in modo dettagliato del legame con la natura selvaggia e sono messi a confronto i valori dei puri di cuore e la malvagità come atto estremo delle anime fragili. Inoltre, ogni fiabe segue lo schema tipico dei tòpoi già noti: ci sono i buoni che devono affrontare delle prove difficili messe in atto dai cattivi, aiutati da piccoli aiutanti, fino a raggiungere il famoso “…e vissero per sempre felici e contenti”.
La trama in breve
In un tempo lontano e in luoghi immaginari, prendono vita le avventure di contadini eroici e bellissime principesse, creature magiche e oggetti leggendari, ma anche draghi e giganti. Storie affidate per secoli alla tradizione orale, alla memoria collettiva e alla voce di chi li tramandava.
Un’importante risorsa
“Fiabe svedesi” sono un’importante risorsa che aiuta il lettore contemporaneo a conoscere il patrimonio narrativo della Svezia, scovando paesaggi caratterizzati da una vegetazione ben diversa da quella mediterranea, usi e costumi differenti da quelli del Sud dell’Europa e, allo stesso tempo, personaggi fiabeschi che ritornano nella nostra memoria durante la lettura
Conclusione
È un libro che consiglio caldamente a tutti coloro che sono innamorati e appassionati di folklore e a che, come me, ama immensamente le storie antiche e popolari.
0 commenti