Oggi parliamo del romanzo d’esordio di Stefano Galardini, “Il tempo dentro di noi” (Edizioni Convalle).
“Il tempo dentro di noi” è un romanzo che parte dall’idea di raccontare un’amicizia, quella tra un uomo e una donna. Luca e Lidia, sono questi i nomi dei protagonisti, sono legati da un sentimento che, agli occhi di un osservatore esterno, si direbbe amore. Addentrandoci nella lettura, però, scopriamo che l’amore raccontato da Stefano Galardini e vissuto dai protagonisti non ha niente a che vedere con il concetto di amore che ci si aspetterebbe. Più che amore, più che amicizia, mi sento di dover definire il loro rapporto con il termine “affetto”. Il termine affetto, infatti, fa riferimento ad uno stato interiore di tipo emozionale, un moto dell’animo, un sentimento si, ma privo della componente sessuale.
L’affetto che Luca e Lidia provano l’uno per l’altra nasce durante la loro adolescenza e cresce con loro facendosi sempre più intenso e salvifico.
“Pensi che ci sia qualcosa di strano? Nel nostro rapporto intendo.» Lui scosse la testa: «No, non direi. Mi trovo bene a uscire con te, a parlare con te, per una volta tanto ho qualcuno che mi ascolta, che sembra capirmi.”
L’amicizia tra i due nasce in occasione di una canzone: “All apolagies” dei Nirvana che diventa la colonna sonora della loro vita. Questa canzone è la metafora perfetta della difficoltà che i protagonisti affrontano nello sforzo di comprendere il significato delle loro vicende esistenziali; questo vale specialmente per Luca.
La stessa Lidia spiega, ad un certo punto del libro, che il bello di “All apoligies” è che parla di tutto e di niente, così ciascuno può trovarvi nascosto il significato di cui a bisogno.
La loro amicizia è così particolare perchè è qualcosa che pochi hanno vissuto, ma che tutti vorrebbero provare nella loro vita. Attraverso la crescita e la maturità di questa amicizia si riescono a toccare tutti gli aspetti importanti della vita di due persone ed attraverso la narrazione di Galardini noi, i lettori, riusciamo ad immedesimarci in questo rapporto.
E’ proprio questa possibilità di immedesimazione da parte del lettore che fa si che il romanzo di Galardini sia così bello e piacevole alla lettura. L’autore, infatti, ha scritto il libro parlando di temi generali, universali. Se vi aspettate episodi straordinari rimarrete delusi perchè in questo libro viene raccontata la quotidianità così come è possibile essere vissuta da tutti noi.
Un altro protagonista de “Il tempo dentro di noi” è il tempo.
“I giorni trascorsi, come “la penosa riga di candele spente” della poesia di Kavafis, via via che con il trascorrere dell’esistenza si fanno più numerosi, acquistano un peso e un’importanza sempre più rilevante. La potenza dei ricordi può ravvivare quelle candele spente? Può renderle di nuovo “accese dorate, calde e vivide “come le candele accese che simboleggiano giorni futuri?”
Viene spiegato il passare del tempo, i ricordi che si lascia alle spalle, i rimpianti e, soprattutto, il tempo che pone le domande per il futuro. Man mano che andiamo avanti nella nostra vita ci accorgiamo di come il nostro tempo si stia accorciando e si stia approssimando alla sua, e nostra, fine. Anche questo aspetto viene narrato nel romanzo, e viene detto di come si affronta la vecchiaia e ci si prepara alla morte.
Come dice lo stesso Stefano Galrdini, il romanzo è nato un po’ per scommessa. Quante volte ci siamo domandati se può esistere l’amicizia tra un uomo e una donna? C’è chi dici si, chi non ci crede molto e chi pensa che sia solo l’occasione di un amore mancato. Ecco, questo romanzo va a sfatare tutti i miti esistenti riguardo lo scetticismo che aleggia intorno al concetto di amicizia uomo-donna, raccontandola senza l’uso di luoghi comuni, senza cadere in quella che nasce come amicizia e finisce per diventare storia d’amore, ma parla semplicemente di amicizia vera, intesa come presenza viva l’un per l’altro, anche quando la distanza geografica è grande, lamicizia che permette di condividere il bello e il brutto della vita.
“I giorni trascorsi, come “la penosa riga di candele spente” della poesia di Kavafis, via via che con il trascorrere dell’esistenza si fanno più numerosi, acquistano un peso e un’importanza sempre più rilevante. La potenza dei ricordi può ravvivare quelle candele spente? Può renderle di nuovo “accese dorate, calde e vivide “come le candele accese che simboleggiano giorni futuri?”
Ho sottolineato tantissime frasi di questo libro, passaggi importanti della loro vita e facendo un confronto con la mia. Quello di Galardini è sicuramente un libro che invita a riflettere e a porsi domande, leggendolo si diventerà parte della storia di Lidia, dei suoi viaggi, del suo lavoro; di Luca e delle sue scelte lavorative e sentimentali fino a una grande consapevolezza, la paternità.
Ogni personaggio che orbita attorno ai due protagonisti è un anello importante, da Carola, la moglie di Luca, ad Andrea il compagno di una vita di Lidia.
Luca e Lidia, rappresentando l’amicizia vera e pura, sono però diversi, le loro immagini sono il riflesso dell’altro; non a caso uno dei termini utilizzati dall’autore per descrivere la loro amicizia è proprio lo specchio e mi sembra proprio la metafora più adatta.
“Mi sembra ieri che non riuscivamo a capacitarci di averne venti. Dov’è finito tutto il tempo?» Lidia sembrava sinceramente sorpresa.
«Dietro di noi» lui alzò le spalle, sorridendo ancora. «Anzi no» si corresse « dentro di noi.»”
Stefano Galardini ha scommesso, mettendoci la faccia e il nome, che possa davvero esistere l’amicizia tra un uomo e una donna, che sia possibile narrare un sentimento basato su sentimenti puri e disinteressati e credo che, chiunque abbia letto o leggerà questo libro, possa concordare con me quando dico che questa sfida è stata vinta.
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