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ISTANZE MUSICALI APRILE 2025

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Cari Lettori,

 

oggi ho l’onore di intervistare per Voi un soprano che non ha bisogno di presentazioni: Denia Mazzola Gavazzeni.
Ci sono voci ed Artiste che nascono ogni 100/200 anni, quelle voci Assolute ed incredibili che cavalcano i repertori ed i ruoli attingendo ad una palette espressiva inesauribile.

 

Per me, che conosco Denia da molti anni, questa occasione speciale è “ghiotta” per farvi conoscere ancora più a fondo una Donna intelligente, ironica e visionaria, oltre all’Artista incommensurabile che già tutti noi conosciamo.

 

C’è un fuoco in Lei, una sorta di brace sacra, che chi ha avuto l’onore di cantare con Lei sente profondamente quando le è accanto. I momenti più profondi sono le prove. Vorrei farvi entrare in punta di piedi oggi in questo mondo magico e profondamente artistico che è legato anche a tanti miei ricordi personali.

 

 

~

 

Cara Denia,

 

grazie del tempo che dedicherai a rispondere a queste domande.
Ho letto – nel corso degli anni – molte tue interviste e vorrei tanto far emergere cose che ancora non hai condiviso o non ti hanno chiesto.

 

Ci sono degli aspetti di te che sono davvero unici e c’è una potente componente di fascino nella tua personalità che vorrei emergesse nella sua totalità in questa intervista, quindi, non aspettarti domande consuete! 

 

Descriviti con pochi aggettivi e raccontaci sinceramente perché scegli proprio questi aggettivi.
Ecco gli aggettivi che mi attribuisco:

Intellettualmente Curiosa: amo conoscere tutto ciò che la mia limitatezza non conosce.

Appassionata: mi dedico con tutto il mio amore e la passione che lo tiene vivo a tutto ciò che ritengo avere un valore sia umano che culturale.

Tenace: benché abbia incontrato infinite difficoltà e dolori nella vita, non lascio che altri spengano la mia fiamma interiore, quella che mi guida alla riscoperta, alla difesa di coloro che non hanno voce per difendersi. La volontà sostiene sempre, fino all’ultima goccia delle mie energie, le cause che decido di sposare.

Resiliente: i durissimi momenti che la vita mi ha riservato mi hanno ferita, piegata, ma mai annientata. Dio Onnipotente me ne ha dato la forza ed è solo grazie a Lui se oggi posso dichiararlo.

 

Qual è la tua idea dell’Arte?
Arte è per me Bellezza. Può sembrare un’ovvietà, ma non lo è affatto. Soprattutto in questo mondo, nel quale Bellezza è intesa come esteriorità.
Arte è un gesto d’amore, un’idea creativa rispettosa dell’Armonia, capace di commuovere, di suscitare emulazione, di essere ispirazione. Arte è donare il meglio di noi al mondo. Arte è lasciare la nostra impronta ai posteri, certi di aver fatto del nostro meglio per mettere a frutto i talenti ricevuti in dono. Arte è ciò che non muore mai.

 

Come vivi l’Arte?
Vivo l’Arte con semplicità, lasciandomi permeare da essa, permettendole di parlarmi, di coinvolgermi, di galvanizzarmi. Amo l’Arte figurativa, la Poesia, il Segno e il suo Significato. Sento il dovere di comprendere ciò che gli “spazi bianchi” dell’Arte lasciano, il messaggio che, certamente, l’artista, il compositore, il poeta, l’essere umano, vorrebbe dirci se ci incontrasse, come diceva Umberto Eco, parlando di Semiotica interpretativa.

 

Come l’incontro ed il matrimonio con il Maestro Gianandrea Gavazzeni ha influenzato la tua Arte e come tu hai influenzato la sua figura artistica, quali sinergie ci racconti?
Incontrare il mio adorato Maestro e Sposo Gianandrea Gavazzeni è stato un dono del Cielo. Non supposto, non auspicato, totalmente inatteso. Fu ed è ancora il mio “Goethe”- Quando si vive e si respira il respiro del nostro “Goethe” non si è più “Denia o Gianandrea”, si è Uno solo, un Unicum. Lui per me ed io per Lui. Irripetibilmente. Qualcuno nel mio e nel Suo destino ci Mise l’Uno di fronte all’altra, con un pretesto musicale, ininfluente. Ciò che era influente fu, invece, e ne sono certa, l’avvicinamento e l’incontro dei nostri due “pianeti”, così lontani e diversi eppure tanto simili e necessari al nostro completamento. Nell’Amore come nella Musica, la nostra linfa si è interscambiata, ha corroborato di luce il nostro quotidiano, nel privato così come nel pubblico.

 

Hai fatto onore alla nostra amata Bergamo in tutto il mondo. Quali sono le componenti del tuo carattere e del tuo modo di vivere la musica che individui come “tipicamente bergamasche”? Quale natura ha il tuo rapporto d’amore con questa città?
Ho fatto semplicemente il mio dovere. Sono bergamasca, apolide, ma bergamasca sino all’ultima cellula della mia persona. Ritornando a Gianandrea Gavazzeni, saranno, per l’appunto, quelle “ragioni native” di cui Lui stesso parlava che ci fecero incontrare. Ho portato Bergamo, il “mio” Donizetti, il “mio” Papa Giovanni, le nostre Campane, la schietta Fede bergamasca, l’autenticità del mio essere bergamasca, ovunque nel mondo, fiera di esserlo e con il nostalgico desiderio di farvi ritorno, per finire, prima che sia troppo tardi, i miei giorni. Giacere nella mia Bergamo e sentirne per sempre il rintocco delle ore dalle inconfondibili sue campane. Perché amo Bergamo? Sono una persona schietta e mi sento a mio agio fra la mia gente: semplice, vera, come me, senza sovrastrutture. Mi piace fermarmi con qualche persona, e scambiar con loro qualche parola, magari banale, ma sempre rivelatrice di quei tratti che mi confermano il senso di appartenere al suolo, allo spirito della mia forte, segreta, indimenticata Bergamo.

 

Quali sono stati i ricordi e le tappe più importanti della Donizetti Renaissance che ti ha vista protagonista?
Sono stata interprete di un numero straordinario di ruoli donizettiani: almeno 19 titoli operisti, oltre agli oratori, alle Messe, alle composizioni da Camera. Mi fu riconosciuto dal Comune di Bergamo il Premio Donizetti-V edizione, proprio per aver preso tanta parte alla Donizetti Renaissance. Donizetti fu il compositore che mi fece scoprire – senza averne coscienza – di possedere una tecnica naturale di voce lirica. Fu il secondo compositore dei miei verd’anni di debutto. Debuttai infatti con la Gilda di Rigoletto e l’anno successivo fui subito Lucia di Lammermoor che portai ovunque nel mondo e della cui tragica sorte condivisi catarticamente, in scena, ogni sofferenza. Vennero poi le Anna Bolena, Lucrezia Borgia, Elisabetta I d’Inghilterra, Paolina del Poliuto, Isabella del Torquato Tasso, la dolce Marie de La fille du régiment, Amelia nel Castello di Kenilworth e tutte le Altre grandi eroine alle quali ho dato, di volta in volta, stralci della mia vita con convinzione, amore e con la certezza che tutto il mio sacrificio era dovere nei confronti del nostro infelice Gaetano Donizetti.

 

Cosa vuoi dirci del Canto e della Tecnica del Canto che possa essere per tutti noi musicisti, cantanti, melomani e appassionati tesoro, bagaglio e (passami il termine) “futuro” testamento?
Difficile domanda alla quale non mi è permesso di rispondere addentrandomi con dovizia nella struttura specifica della Tecnica del Canto. Considero la Tecnica vocale un fatto di tale serietà e importanza che mi parrebbe dissacratorio risolvere il quesito in maniera spicciola. Posso certamente affermare che il nostro corpo, il nostro scheletro, la nostra anima sono gli ingredienti primari per la corretta fonazione. Senza una oculata riflessione su questi tre elementi si può correre il rischio di commettere errori fatali. La fretta di “arrivare” non è raccomandabile. L’umiltà è ingrediente indispensabile, così come il rispetto del testo e del Compositore.

 

Quali sono i compositori che più di tutti ti hanno rubato l’anima e perché?
Tutti i Compositori che ho servito nei mei lunghi 43 anni di attività artistica non mi hanno rubato l’anima, ma arricchito l’anima. Sono stati compositori che hanno segnato epoche e stili diversi, dal ‘700 al 2010: da Mozart a Verdi, da Handel a Donizetti, da Purcell a Cherubini, a Debussy, Massent, De Falla, Bizet, Bellini, Caplet, Poulenc, Beethoven, Mendelsshonn, Fauré, Chopin, Puccini, Strauss, Mascagni, Wagner, Cilea, Montemezzi, Leoncavallo, Smareglia, Camussi, Gnecchi……..per funambolico numero di ruoli interpretati (198!!) Ogni qualvolta io li abbia interpretati me ne sono ritrovata arricchita intellettualmente, fisicamente, emotivamente.

 

Cosa fai per costruire un ruolo e quali emozioni si muovono dentro di Te? Svelaci qualcosa che non hai mai detto in intervista sulla preparazione dei ruoli.
Non faccio nulla di speciale: io credo nei miei personaggi. Ne condivido le sorti. Se esistenti, mi documento, ricerco cenni storici, biografie. Cerco di cavare dalla musica la vita del mio personaggio sino a diventare Medea, Stuarda, Esclarmonde e tutte le Altre che mi hanno fatto vivere.

 

Parlaci del recente Premio Beniamino Gigli che ha ricevuto proprio il mese scorso. Ora sei Ambasciatrice di Beniamino Gigli nel mondo è esatto?
Già: un soprano, Ambassadress nel Mondo di Beniamino Gigli. Un Premio inatteso che il Comune di Recanati, l’associazione Beniamino Gigli e l’associazione Controvento hanno voluto attribuirmi e del quale sono onorata e assai grata per il quale mi spenderò nei miei “tours canterini”.

 

La tua associazione “Ab Harmoniae Onlus” porta avanti dal 2005 progetti artistici di altissimo calibro, raccontaci come è nata l’idea dell’associazione, quali sono le sue finalità ed i progetti futuri.
Ab Harmoniae Onlus è nata qualche mese prima del duplice evento da me organizzato in collaborazione con il Teatro della Pergola di Firenze per il decennale della scomparsa di mio marito il Maestro Gavazzeni (1996-2006). L’idea risale agli albori della mia attività artistica quando, dopo un piccolo concerto per i residenti del Pio Albergo Trivulzio di Milano, una coppia di anziani, ringraziandomi, sciolsero il loro pianto di gratitudine sulla mia mano sinistra. Pensai che un giorno, qualora le possibilità e l’autorevolezza del nome me lo avessero permesso, avrei creato un’associazione per portare la musica, meglio dire, la voce cantata nelle case di riposo, per i nostri anziani troppo spesso soli, abbandonati dai parenti. Il tempo passò e le condizioni mi permisero di creare la mia laboriosa Ab Harmoniae Onlus che molte lacrime ha asciugato, malati ha confortato, detenuti ha allietato. La missione statutaria della mia associazione è la Carità intellettuale e solidale. Vale a dire, recuperare e riproporre all’attenzione del mondo, compositori e loro opere ingiustamente dimenticate. Farne un’incisione discografica per lasciar di esse una memoria storica. Inoltre, coinvolgere giovani cantanti e artisti di paludata esperienza, per operare con la voce cantata – la voce lirica – presso comunità bisognose di un sollievo vibrazionale e spirituale quali: carcere, ospedali, favelas, unità di cure palliative, case di riposo. Ab Harmoniae Onlus ha al suo attivo centinaia di eventi musicali con grande, medio e piccolo organico. L’associazione ha riscoperto 16 titoli operistici e relativi Compositori e tutti consegnati in disco. Per il prossimo gennaio, presenteremo un’opera sconosciuta di uno straordinario Compositore milanese, sepolto nell’ingiusto oblio. È in distribuzione nei migliori stores di dischi e online, la mia recente riscoperta, andata in scena nel gennaio scorso a Milano per le Serate Musicali. Si tratta di “La Tilda” di Francesco Cilea, anche questa è stata un’opera di giustizia per chi voce per difendersi e promuoversi non ne ha ormai più.

 

Parlaci del tuo rapporto con la Fede, l’ho sempre vista come una componente imprescindibile della tua Arte e del tuo carattere e mi piacerebbe che ce ne parlassi.
La Fede è Vita. Perchè Dio è Vita. In qualsiasi frangente, nella gioia e nel dolore, la Speranza in Lui deve tenerci saldi nella certezza che Egli non ci abbandona. La mia fu una vita caricata da pesantissime prove, sin dalla più tenera infanzia ma, con l’esempio che porto nel cuore di mia Madre e mio Padre, gravemente ammalati e senza mezzi per allevarci – sempre abbracciati a Cristo, ho trovato, io pure, la forza di risollevarmi e di camminare nella “missione” che Dio Onnipotente mi ha affidato.

 

Chi è Denia, semplicemente Denia, nel suo privato, oltre l’Artista?
Denia è semplicemente una “bimba-donna” che si stupisce di tutto, si commuove per tutto, che vibra con il prossimo, che soffre per il male nel mondo. L’Artista Denia è colei che mette la propria vita nel Personaggio che la musica e il testo le prescrivono. L’Artista è quelle duecento Donne fatte rivivere in scena per la letteratura operistica delle epoche comprese fra il 1700 e il 2010.

Se penso a te mi vengono in mente lunghe passeggiate a Montecarlo in mezzo ai fiori, una prova di Stabat Mater dove alla fine si piangeva per il pianissimo che avevamo staccato, indomabili idee, telefonate interrotte per l’ora della tua lezione universitaria, la tua passione per la politica, il tuo stupore quasi fanciullesco per le cose – quanto e come lo studio, la ricerca incessante, la vita si intrecciano nella tua musica?
Conoscenza è l’alimento della mia vita. Studiare è lo strumento per conoscere. Cantare è offrire al prossimo tutto ciò che ho imparato in ogni settore di quella cultura da me conosciuta con lo studio.

 

Poniti ora una domanda che avresti sempre voluto ricevere in intervista e rispondi.
Una domanda: Chi sono? Cosa vuole Lui da me? Quanto tempo ho ancora a disposizione…?

 

Grazie per il tuo prezioso tempo e per l’onore che mi fai di averti ospite in questa rubrica musicale. Ti mando il mio abbraccio dal più profondo del cuore con tanta stima.

Chi sono

31 anni, blogger, agente letteraria e mamma di Gemma e Tessa. Credo fermamente nella bibliodiversità e nelle realtà editoriali indipendenti, le quali spesso nascondono perle di cui pochi sono a conoscenza.

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