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ISTANZE MUSICALI GENNAIO 2025

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Cari Amici Lettori,
ben trovati e buon anno al fulmicotone!

 

Prima di presentarvi il duo Daudia in intervista, vi lascio piccole istanze musicali… piccole e mansuete.

 

PICCOLE ISTANZE MUSICALI: pensieri a random ed altre scoperte
… ho scoperto dei guanti coreografici e geniali che consentono alla musica elettronica di farsi strada nell’ improvvisazione in concerti dal vivo, li sta usando anche Ariana Grande e sono più spettacolari delle sue scarpe tacco 24. Sono una invenzione della cantautrice britannica Imogen Heap e si chiamano Mimu Gloves.

 

Lei fa electro pop e spesso fa dimostrazioni dell’utilizzo dei suoi “guanti da musica elettronica” live, li ha brevettati diversi anni fa, ma confesso di averli scoperti di recente… mi piacciono, sono un modo per dare alla musica elettronica e alla musica da studio una estemporaneità che spesso non ha. Una musica che nasce dal movimento delle mani è affascinante.

 

Intanto vi dico spudoratamente che tiferò Giorgia, Gabbani, Serena Brancale e Cristicchi e che se mi sento delusa dagli inediti, farò una masterclass di recitazione online con Helen Mirren, che è veramente disponibile e ghiotta occasione per tanti professionisti dello spettacolo e continua ad apparirmi sponsorizzata sui socials.

 

Ultima riflessione: fischiare Anna Netrebko alla prima della Scala solo perché è russa è una idiozia. Un’Artista così è patrimonio dell’umanità, l’opera lirica italiana lo è, lasciamo la politica fuori dai teatri! La prova che ci ha offerto ne “La Forza del Destino” è stata sublime ed è stata una spanna sopra a tutto il cast, un cast che ho trovato eccezionale. Quindi, Lei è il “non plus ultra” dell’eccezionalità, davvero, facciamola lavorare in pace, fischiamo di meno e ascoltiamola di più.

 

… già che ci siamo andiamo tutti a vedere Angelina Jolie che interpreta Maria Callas e rivediamo anche il film di Zeffirelli con Fanny Ardant sempre sulla Callas, sicuramente previene le influenze di stagione!

 

P.S.: siccome i produttori mi mandano le basi degli inediti senza intelaiatura armonica come se dovessi lavorare “ad orecchio” e devo costruire cori, voci ecc per i cantanti, talvolta melodie senza l’armonia davanti; ora ho fregato tutti con una intelligenza artificiale che si chiama Chord AI: controllo tutti gli accordi e… alcuni fanno “carciofate” armoniche, altri scrivono davvero bene. Evviva l’intelligenza artificiale, ma tornate a comporre al pianoforte.

 

Vi abbraccio, Vi bacio e Vi lascio all’intervista!

 

Duo Daudia

Daudia è il duo formato dai cantautori e polistrumentisti Davide Maiale e Claudia Pasquariello, nato nel 2016.

 

Nel corso della loro carriera, hanno partecipato ad importanti programmi televisivi tra cui X Factor UKX Factor Romania The Winner is condotto da Gerry Scotti, in onda in prima serata su Canale 5. Si aggiudicano la vittoria di “Area Sanremo 2018partecipano alle semifinali di “Sanremo Giovani”. Daudia sono inoltre co-autori del singolo di Arisa “Non vado via” (2023), scritto insieme alla stessa Rosalba Pippa e a Giuseppe D’Albenzio. (Questo singolo è una bomba, perfetto per la vocalità di Arisa, ottimo testo, da ascoltare!)

 

RIVOLUZIONE” il loro nuovo singolo, racconta lo smarrimento interiore provato da chi affronta nuove sfide e opportunità lontano dalla propria zona di comfort. La canzone è un upbeat dalle sonorità elettropop caratterizzato da armonizzazioni originali e inedite che rendono il brano dinamico e coinvolgente.

 

Quando vi capita di uscire dalla vostra zona di comfort e come affrontate questo in ambito musicale?
Ogni volta che ci troviamo a viaggiare, cosa che facciamo anche per portare la nostra musica all’estero, abbandoniamo le nostre certezze provenienti dal paese in cui siamo cresciti, diciamo allontanandoci dalla nostra zona di comfort. In ambito musicale, ma anche umano, esperienziale, viviamo il cambiamento come uno stimolo più che una sfida. Confrontarci con una nuova realtà rappresenta per noi una vera e propria opportunità e per questo, ci immergiamo completamente nei paesi che visitiamo per farci influenzare da quello che vediamo e sentiamo, anche e soprattutto dal punto di vista delle sonorità, scoprendo e prestando attenzione alle realtà musicali del luogo.

 

Parliamo delle vostre armonizzazioni. Come ci lavorate e soprattutto, quanto l’armonia è vitale per Voi come musicisti?
L’armonizzazione è per noi fondamentale, la nostra caratteristica è da sempre quella di armonizzare, nata molto spontaneamente. Le armonizzazioni che creiamo non sono studiate a tavolinoma totalmente naturali e spontanee. Per creare armonizzazioni partiamo dalla linea melodica, dal tema della nostra canzone e da lì armonizziamo in maniera naturale. Quello che contraddistingue i nostri brani e scelte artistiche è però la melodia, è imprescindibile che questa risulti accattivante e incisiva, con una forte identità, al di là dell’importanza dell’armonia.

 

Parlatemi del vostro percorso di studi musicali: è stato accademico o desueto?
Un po’ e un po’, diciamo che in questo caso vanno operate delle distinzioni.
Claudia: nel mio caso il percorso di studi musicali si può definire desueto. Ho studiato come autodidatta canto, mentre ho seguito un percorso accademico per lo studio degli strumenti, tra cui la chitarra. Per quanto concerne invece l’aspetto cantautorale, quest’ultimo è stato spontaneo, innato. Delle piccole melodie le ho scritte quando ero piccola, ho sempre avuto l’abitudine di cantare qualcosa scritto da me. Indubbiamente studiare giurisprudenza mi ha poi aiutata a sviluppare l’arte oratoria e un’attitudine utile allo studio delle parole e del linguaggio, diciamo che mi ha facilitato nel percorso cantautorale.
Davide: all’età di 9 anni ho iniziato il mio percorso di studi del pianoforte da privatista per poi conseguire la biennale in Conservatorio di “composizione musica da film”, oltre ad una laurea in economia. La chitarra l’ho studiata da autodidatta e ho “scoperto” di saper cantare a 16, 17 anni. 

 

Vi aspettavate il successo digitale della vostra versione acustica di “Jerusalema”, come ve lo siete spiegato?
Assolutamente no, abbiamo registrato la cover in maniera casuale, in un periodo nel quale riarrangiavamo canzoni in base al trend, Jerusalema era una canzone che passava in radio e pensammo di farne una cover acustica, perché aveva sonorità del tutto opposte a un sound acustico. Non ci aspettavamo l’accoglienza che ha avutoaddirittura Master KG lo ha ri-postato  sui suoi account Instagram, il brano ha fatto il giro del mondo e ancora oggi vediamo dei risultati. La nostra versione del brano ha superato i due milioni di ascolti, nonostante fosse uno dei primi esperimenti con strumenti che ci caratterizzano, come l’ukulele che ne è protagonista.
Ci spieghiamo il successo del brano come il risultato positivo di un mix di elementi, l’unione del sound acustico all’utilizzo di strumenti insoliti rispetto a quelli concepiti per la realizzazione del brano da Master KG e un videoclip girato in un paesaggio molto bello nel momento del tramonto.
Crediamo infatti che anche la scelta paesaggistica abbia contribuito a valorizzare le sonorità del brano.
Un aspetto che è stato particolarmente apprezzato, soprattutto in Sudafrica, è l’importanza data a come le parole dovessero essere pronunciate, noi abbiamo studiato precisamente, con attenzione, ogni parola della lingua vendavolendo rispettare il linguaggio di quella canzone, cercando di pronunciare perfettamente ogni parola per rispettarne il significato profondo.

 

Quali commistioni vi intrigano nella musica: cosa ascoltate?  A cosa vi ispirate?
Veniamo da background diversi, abbiamo diverse e varie influenze musicali.
Claudia: la mia grande influenza è indubbiamente il pop internazionale, il sound si rifà, infatti, alle stelle del pop internazionale come Taylor Swift, Maron 5 e Charlie Puth per sonorità elettropop.
Davide: il mio background spazia dal pop italiano a quello internazionalesono sempre alla ricerca di nuova musica, di nuovi suoni di tendenza; una ricerca di sonorità per aiutare a veicolare un messaggio.
Claudia: per quanto riguarda la scrittura ho cercato di affinarla per renderla più diretta, mi intriga ascoltare altri cantautori italiani moderni per capire come mandano messaggi con le canzoni, prima la scrittura era più evanescente, ora è più diretta, scrivo per concetti che vengono immediatamente colti, diciamo che nel nostro progetto ad oggi c’è un focus anche sulla scrittura.
Il nostro album poi è sperimentale, racchiude ciò che è stato fatto in precedenza, compresi brani del passato, non sarà un concept album. È un progetto di sperimentazione che racchiude tutte le nostre influenze, tutte le sfaccettature del pop, dal country all’acustico al rock, ci sono anche brani piano e voce, un brano orchestrale, diciamo che non si limita a un genere, come neanche noi.

 

Il vostro brano “Chiedi al mare” ha vinto “Area Sanremo 2018”. Cosa ricordate di questa tappa importante nel vostro percorso? C’è stato un prima e un dopo professionalmente parlando?
È stata la prima volta in cui ci siamo confrontati in una competizione nazionale e abbiamo subito vinto. Il prima è stato presentarsi nella totale ingenuità senza un team di supporto, da soli e con alle spalle unesperienza di scrittura in italiano ancora embrionale, fino ad allora tutti i pezzi erano in inglese; quindi, è stato utile per farci capire la direzione che volevamo prenderePoi abbiamo vissuto emozioni contrastantil’entusiasmo, la carica per la vittoria e la tristezza di non poter partecipare a Sanremo giovani, la delusione per il fatto che siamo stati esclusi. Nonostante ciò, da quel momento il nostro progetto ha subito una svolta, ci siamo concentrati sulla creazione della nostra musica.
Una cosa di cui poi siamo contenti è aver conosciuto Claudio Baglioni di cui siamo grandi fan, anche solo farci ascoltare da luiesserci esibiti davanti a lui è per noi motivo di orgoglio.

 

Quanto è difficile per un giovane musicista imporsi al mercato, quali sono le vostre personali sfide vinte? E gli obiettivi futuri?
Per un cantautore indipendente è difficile viste le tantissime realtà presenti nel panorama musicale oggi, escono canzoni su canzoni, bisogna avere una forte identità e presentare un progetto con caratteristiche ben specifiche per distinguersi dalla massa.
La sfida da affrontare è quella di imporsi con peculiarità artistiche e cantautoriali.
Tra gli obiettivi futuri quello di continuare a scrivere canzoni e musica come stiamo già facendo e puntare a un consolidamento del progetto magari partecipando a qualche importante manifestazione, diciamo che i grandi palchi sono l’obiettivo, arrivare al grande pubblico con canzoni che possano rimanere nel tempo, che vengano ascoltate anche in un momento successivo, crediamo che questo sia in fondo l’obiettivo di ogni artista.

 

Raccontateci del vostro lavoro negli Stati Uniti, che esperienza è stata?
Gli Stati Uniti sono una realtà completamente diversa dall’Italia, un progetto come il nostro in duo funziona molto oltreoceanoperché c’è un’altra concezione del duo e del suonare insieme, in Italia il focus è sull’artista solista. Possiamo dire anche di trovarci completamente a nostro agio sia perché parliamo bene la lingua e abbiamo un catalogo di canzoni scritte da noi sia per le opportunità ad ogni angolo, in particolare a New York e Los Angeles dove spesso teniamo concerti. Ci sono anche tante occasioni per conoscere persone, addetti ai lavori importanti interessati alla musica indipendente che negli Stati Uniti è un panorama ben consolidato.
La prima esperienza come artisti musicali è stata fatta come endorsers di strumenti musicali, degli strumenti che suoniamorappresentiamo infatti strumenti musicali californiani e ogni anno organizzano fiere e manifestazioni in cui ci invitano nel ruolo di endorsers, al NAMM show abbiamo avuto la prima esperienza musicale negli Stati Uniti associata nello stesso anno alla promozione del singolo. Abbiamo prima presentato in inglese il nostro singolo The One Who Sayd Goodbye, a LA è avvenuto il lancio e a NY la presentazione e a partire da quel momento abbiamo coltivato il nostro progetto negli Stati Uniti, vista la grande approvazione del pubblico americano, ogni anno suoniamo da allora sia al NAMM show che in locali americani, oltre ad essere ospiti di un programma statunitense, spesso siamo invitatiper esempio, a cantare per il Telethon.
Alcuni brani li abbiamo scritti lì, come “What If che parla di pace nel mondoun brano che abbiamo scritto nel 2022, pensando al conflitto tra Russia e Ucraina.

 

Siete co-autori del brano “Non vado via” (2023) di Arisa scritto insieme a lei e a Giuseppe D’Albezio. Come è nata questa collaborazione, come avete lavorato e quali gratificazioni da’ scrivere per altri artisti?
Tutto è nato nel periodo post-pandemia, nel quale si lavorava ancora da casa, a distanza e per una serie di fortunate coincidenze, utilizzando l’applicazione Club House dove si parlava e ci si confrontava con altri addetti ai lavori, abbiamo conosciuto Giuseppe D’Albenzioè lui che decise di coinvolgerci nella creazione del brano, della scrittura, partendo dalle sue idee. Di fatto il processo di scrittura del brano ebbe luogo in 10 giorni e iniziò da una sua idea, proposta su Skype. Arisa ha poi impresso alla canzone la sua identità, attraverso la sua voce e la sua personalità. Nei nostri obiettivi c’è anche quello di scrivere per altri artisti, spesso le canzoni che ci vengono in mente non sono adatte al progetto, al sound del nostro duo, ma adatte ad altri per sonorità e voce, magari dei solistiDiciamo che ci piacerebbe molto continuare con il filone iniziato con la canzone di Arisa.

 

Mi date qualche anticipazione su “Il Nostro Tempo”, ho visto che uscirà su Spotify a brevissimo!
Il titolo dell’album ha un chiaro significato: il momento in cui usciamo allo scoperto con le nostre canzoni, nato dal desiderio di consolidare un percorso, questo è il momento giusto per noi per proporre un catalogo di canzoni originali, inedite e non. L’album è bilingue racchiude tutte le nostre esperienze musicali in Italia e all’estero, come le influenze derivanti dalle nostre esperienze in giro per il mondo, spaziando dal pop all’elettropop al country e ad altri mondi sonori. La maggior parte dei brani sono racconti di storie vissute o che ci sono state raccontate, in ogni canzone l’ascoltatore può leggere una propria interpretazione, noi ci auguriamo che ogni brano diventi “di chi lo ascolta”, che ognuno possa cogliere il proprio messaggio e ritrovarsi nelle nostre canzoni.

Chi sono

31 anni, blogger, agente letteraria e mamma di Gemma e Tessa. Credo fermamente nella bibliodiversità e nelle realtà editoriali indipendenti, le quali spesso nascondono perle di cui pochi sono a conoscenza.

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