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Istanze Musicali – Ottobre 2024

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Cari Amici, oggi per Istanze Musicali ho il piacere di intervistare per Voi VALERIO PICCOLO che ha firmato la canzone originale del nuovo film di Sorrentino “Parthenope”.

Ecco la clip ufficiale del trailer con la canzone “E SI’ ARRIVATA PURE TU”  https://www.festival-cannes.com/en/medialibrary/parthenope-by-paolo-sorrentino-clip-1/

E SI’ ARRIVATA PURE TU, sancisce l’inizio della collaborazione tra Valerio Piccolo e Metatron Publishing, editore musicale indipendente in un incontro, che rappresenta una fusione di idee, visioni e progetti che hanno come denominatore comune la passione per il Cinema

Il brano parla di un ritorno alle origini, sia linguistiche che metaforiche, dopo un viaggio tra diverse lingue del mondo. L’autore ha dichiarato:

«Questo pezzo è la genesi dell’album. Il primo a venire fuori, l’incipit di tutto. È il pezzo che mi ha dato la spinta a parlare di me, più che a raccontare storie altrui. E ha dettato la linea di tutto il disco, sicuramente il più intimo dei miei dichiara Valerio Piccolo – Non è un caso che sia un pezzo in napoletano, il mio primo pezzo in questa lingua. Perché evidentemente sono andato ad attingere sul fondo della mia ispirazione, per dare il via al tutto, e ho trovato la mia lingua d’origine. Nato chitarra e voce, il brano ha attraversato diverse versioni musicali, ma è tornato a quella originale più semplice e profonda. Ho sempre percepito in questo brano un “incastro magico”, sensazione confermata quando Paolo Sorrentino l’ha scelta per il suo film Parthenope. Essere in un film come Parthenope è una gratificazione che auguro a chiunque faccia il musicista. È un riconoscimento che dà un senso chiaro a tutto il tempo che si passa a scrivere e a comporre».

– Caro Valerio, la tua figura artistica è poliedrica. Sei traduttore di film e libri, scrittore, cantautore. Attualmente stai lavorando ai dialoghi per “La stanza accanto” di Almodóvar. Quanto influenza la tua scrittura musicale questo tuo essere eclettico?

Penso che sia in generale una buona influenza, perché mi dà la possibilità di attingere a un bagaglio di ispirazione molto ampio, di avere fonti variegate a cui far abbeverare la mia scrittura e la mia musica. L’immersione in un’arte che ha complessivamente più volti mi fa rinnovare continuamente la mia ispirazione. Come se saltare da una cosa all’altra, da una parte all’altra, mantenesse tutto sempre molto vivo e fresco. Sempre nuovo.

– Quale percorso ti ha portato ad approdare alla musica da film?

Un percorso che definirei naturale, un percorso che finalmente unisce i due mondi che mi accompagnano da quando sono piccolo. Forse mi potrei definire addirittura più cinefilo che musicista, perché di fatto la sala cinematografica ha avuto un contatto fisico con me ben prima della chitarra. E penso che, in questa fase della mia vita, fosse arrivato il momento di trovare il modo di unire queste due metà. E ci ha pensato “E si’ arrivata pure tu”.

– Raccontaci la gestazione della canzone originale del film “Parthenope” che ora è ascoltabile sulle piattaforme digitali. È stata commissionata per il film? Hai dialogato con Sorrentino per scrivere ad hoc o hai avuto carta bianca? Hai visto il film in lavorazione mentre scrivevi, hai letto la sceneggiatura?

Questo incontro, che io amo definire naturale, mi piace pensare che sia stata la stessa canzone a deciderlo. Non è un caso che il pezzo sia nato proprio mentre Paolo girava il suo film, e che poi abbia incontrato il suo ascolto mentre cominciava a montare. I tempi comuni hanno scandito questo incontro. E posso dire che tra Paolo e questa canzone è stato amore a prima vista. Essere scelti da un cultore della musica come lui, da un regista che dà così tanto spazio e così tanta importanza alle note sulle sue immagini, è una gratificazione immensa. Gli sono molto riconoscente, per avermi regalato un momento di condivisione artistica incredibile.

– Raccontaci tutto ciò che pensi sia interessante per entrare all’interno della tua musica e della connessione fra questa musica ed il film.

La semplicità di un inizio chitarra e voce, e un crescendo di piano e archi che accompagnano Celeste Dalla Porta, la Parthenope di Sorrentino, in un momento in cui, attraverso i suoi occhi, possiamo percepire tutto il suo amore per Napoli. Gli archi struggenti che si fondono con le immagini e i colori incredibili che raccontano questa città così unica. Lo sguardo di lei che accarezza il cantato.

– Parlaci del bellissimo testo della tua canzone. Intimo. Nella meravigliosa lingua napoletana. Hai dichiarato che parla di Te.

Parla di me perché è un ritorno a casa. Un ritorno a casa di chi ha girato il mondo fisicamente, metaforicamente e linguisticamente, e ora torna a guardarsi dentro, torna alle sue origini, e alla sua lingua primaria. Torno verso la mia Caserta, la città che mi ha visto muovere i primi passi, e quella lingua mi porta a Napoli. È arrivata anche lei (la lingua, la città, l’origine), ma io la aspettavo. Sapevo che sarebbe arrivata.

– So che il brano anticipa un disco. Raccontaci …

Il disco si intitola “Senso” e uscirà in contemporanea con l’arrivo di Parthenope nelle sale italiane. È sicuramente il mio disco più intimo, il disco in cui parlo più di me, in cui mi metto più a nudo. È un viaggio interiore, e una riflessione continua sulla velocità con cui affronto, affrontiamo la vita. Forse eccessiva, forse da placare, per ritrovare le piccole cose e se stessi. È prodotto da Pino Pecorelli, ed è un disco avvolto da un meraviglioso quartetto d’archi.

– Sei attivo fra Roma e New York. Quanto le tue esperienze musicali internazionali hanno influenzato la tua tecnica compositiva e la tua visione della musica ?

Sicuramente aver avuto rapporti e collaborazioni con musicisti americani, e icone della musica come Suzanne Vega, mi ha aiutato a vedere una visione della musica molto ampia e con molte più sfumature. Ad esempio, mi ha portato a volte ad apprezzare l’approccio semplice e senza fronzoli di chi ha calcato palchi ben più grandi di me. New York è stata ed è sempre una grande esperienza, un pozzo infinito di ispirazione. E Suzanne è stata fondamentale nel mio approccio alla scrittura dei testi.

– Storicamente i compositori italiani ci hanno regalato straordinaria ed indimenticabile musica da film, penso a Nino Rota ed Ennio Morricone ed in anni recenti al giovane Giovanni Caccamo. È una gioia per me intervistarti per entrare in questo magico mondo della musica da film in punta di piedi. Quali sono i compositori e gli stili musicali che più influenzano la tua tecnica compositiva? Hai un mentore interiore, un compositore che ha lasciato un segno dentro di te e nel tuo modo di far musica ?

In questo caso, e in questo momento, io mi ritengo un cantautore prestato al cinema. Questo forse mi fa mantenere una mia identità che rifugge da influenze e classificazioni. Sono cresciuto musicalmente, come molti fratelli minori, ascoltando i dischi di mio fratello maggiore. Che mi ha portato idealmente da una costa all’altra degli Stati Uniti tra Joni Mitchell, Neil Young e tutta quella splendida roba lì. Se devo dire un nome che ha veramente lasciato un segno, direi David Crosby, un genio della composizione. Ma niente di tutto questo avrebbe senso senza Pino Daniele.

– È diverso comporre per un film dal comporre altro? Cosa cambia?

Sicuramente è diverso. E molto. La forma canzone è qualcosa per cui mi immergo in un mondo dove a volte la parola influenza in maniera netta la musica. Se penso a lavorare a una colonna sonora, o a un pezzo per un film, mi lascio invece completamente rapire dalle immagini e dal senso del film stesso. Faccio rivenire fuori il Valerio cinefilo e mi chiedo cosa vorrebbe sentire quel Valerio su una determinata scena.

– Raccontaci qualche chicca del “dietro le quinte” del tuo lavoro e anche dei tuoi impegni futuri.

Non so se sia una chicca, ma posso dire che – tra adattamenti per il doppiaggio e musica – ogni volta che sto lavorando a una scena di un film commovente, che mi tocca dentro, sono fregato: so che piangerò ogni volta che la ripasserò. E stiamo parlando di 20, 30, 40 volte…

I miei impegni futuri sono vivermi questo ottobre così intenso, con il film di Paolo che uscirà praticamente insieme anche alla premiere, alla Festa del Cinema di Roma, di un cortometraggio di Francesca Romana Zanni di cui ho curato la colonna sonora insieme a Pino Pecorelli. E la data di uscita di Parthenope coinciderà con la data d’uscita del mio disco, e intorno a quella data partiranno tutti i canonici impegni di promozione e presentazione dell’album.

BREVE BIOGRAFIA dell’ARTISTA

Valerio Piccolo è un cantautore e chitarrista nato a Caserta, attivo tra Roma e New York. Dal 2000 è stato il traduttore ufficiale della folksinger americana Suzanne Vega, con cui ha collaborato per diversi progetti artistici, tra cui il “Solitude Standing Tour” e il duetto “Suono nell’aria“.  Nel 2007 ha pubblicato il suo primo album, Manhattan Sessions” (La filibusta/Goodfellas), prodotto da Mike Visceglia, nel 2018 ha pubblicato il brano “Hourglass”. Nel 2010 è uscito il 45 giri “Union Square”, e nel 2011, l’EP “Suono nell’Aria”. Nel 2013, a New York, ha musicato dal vivo il testo “Mick and I” della scrittrice e regista teatrale italiana Francesca Romana Zanni. La performance è andata in scena allo storico Cornelia Street Cafe del Greenwich Village. Nel 2014 è nato il suo progetto musicale più importante, “Poetry”, dove ha messo in musica poesie di autori celebri come Rick Moody e Jonathan Lethem, nel disco sono presenti ospiti come Neri Marcorè e Ferruccio Spinetti. Nel 2019 ha pubblicato il suo quinto album, “Adam and the Animals“, realizzato in collaborazione con Rick Moody. L’album è stato presentato su diversi palchi nazionali e internazionali, tra cui il “Brooklyn Book Festival” e il “Voci per la Libertà” di Amnesty International. Oltre alla sua carriera musicale, è anche noto come traduttore e adattatore per libri, teatro e cinema. Dal 2000 a oggi, Valerio Piccolo ha tradotto e adattato dialoghi per oltre 350 film, includendo opere di rinomati registi contemporanei come Steven Spielberg (“The Post”, “The Fabelmans”), David Lynch (“Mulholland Drive”), Tim Burton (“Big Eyes”), Ron Howard (“Rush”), Quentin Tarantino (“The Eightful Eight”), Clint Eastwood (“American Sniper”), Roman Polanski (“Quello che non so di lei”), Denis Villeneuve (“Blade Runner 2049”) e altri. Ha ricevuto numerose nomination e ha vinto il Gran Premio Internazionale del Doppiaggio nel 2017 e nel 2024 per i suoi adattamenti dei film “Florence” di Stephen Frears e “Wonka” di Paul King. Ha anche ricevuto l’Anello d’Oro al festival “Voci nell’Ombra” di Savona nel 2018 e nel 2022 nella categoria “Miglior Adattamento” per i film “The Post” di Steven Spielberg ed “Elvis” di Baz Luhrmann. Attualmente sta lavorando ai dialoghi per “La Stanza accanto” di Almodóvar.

Chi sono

31 anni, blogger, agente letteraria e mamma di Gemma e Tessa. Credo fermamente nella bibliodiversità e nelle realtà editoriali indipendenti, le quali spesso nascondono perle di cui pochi sono a conoscenza.

“La teoria delle briciole” di Laura Moreni, un viaggio introspettivo alla ricerca di sé

La teoria delle briciole di Laura Moreni, pubblicato nella collana Narrativa da Bertoni Editore, è un romanzo che racconta la storia di una donna di nome Claudia, con una vita apparentemente ordinaria insieme al marito Giorgio e le loro due figlie, finché non viene sconvolta dall’arrivo di un uomo misterioso di nome Mino, con cui inizia una relazione clandestina.

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