Cari lettori, se mi seguite saprete che amo vedere crescere gli autori emergenti e le loro opere, accompagnarli, per quanto mi è possibile, nel loro percorso verso il riconoscimento.
Tempo fa lessi “Il garzone del boia” di Simone Censi e, come scrissi nella recensione, lo trovai molto avvincente e sorprendente. Oggi torno a parlarvi di Simone Censi in occasione di un’altra sua opera: “Amico, nemico”. Ho letto qualche settimana fa questo romanzo, ma ho voluto aspettare a scriverne e, forse, non sono pronta ancora adesso e ora capirete perché…
LA TRAMA IN BREVE
“Amico, Nemico” tratta degli abusi su minori nelle scuole cattoliche irlandesi. Le storie narrate prendono spunto dalle deposizioni raccolte dalla Commissione d’inchiesta sugli abusi su minori istituita dal governo irlandese nel maggio del 2000. Rapporto Ryan, dal nome del magistrato che ha condotto l’indagine. Nel romanzo due ragazzini, che diventano presto amici, si trovano a trascorrere l’adolescenza in una struttura industriale d’ispirazione cattolica che accoglie orfani e bambini provenienti dalle fasce sociali più povere d’Irlanda. Una volta fuori si ritroveranno ancora insieme ma dall’altra parte della barricata, non più alunni ma insegnanti. Trasformati da amici a nemici, perché uno di loro è diventato da abusato ad abusante, in un ambiente complice dove si cerca di insabbiare piuttosto che portare alla luce.
LA RECENSIONE
A Bray, cittadina sulla costa orientale dell’Irlanda, vive una famiglia molto povera composta da una madre corpulenta e orgogliosa della sua nazionalità, un padre che, al contrario, è un uomo molto timido, riservato e dedito all’alcool e tre bambini. La vicenda è narrata in prima persona dal più piccolo dei fratelli.
Come spesso accade nelle famiglie molto povere, al sopraggiungere di un malanno c’è poco da fare e così, per una malattia, i due genitori muoiono. I parenti più prossimi dei tre bambini non vogliono farsi carico di altre bocche da sfamare, per questo motivo vengono affidati alle cure dei servizi sociali e le loro strade si separo per sempre.
L’ORRORE
Il nostro protagonista, che al momento della morte dei genitori ha cinque anni, viene condotto in un collegio religioso. In questo luogo perderà presto la sua infanzia, strappatagli da chi avrebbe dovuto tutelarlo e amarlo.
E’ proprio in questo contesto di estremo dolore, solitudine, violenza e orrore che conosce Johnny, un bambino con un passato simile al suo al quale diventerà molto amico. Johnny ha un carattere particolare: è timido, sempre spaventato e molto fragile, sia fisicamente che psicologicamente. I due cercano di farsi forza e insieme passano i giorni in questo luogo che ha tutte le sembianze di un’infermo.
Inutile dire che l’esperienza all’interno del collegio segna profondamente la vita dei due ragazzini, ma improvvisamente Johnny cambia, il suo carattere dolce e timido sembra essere svanito e si allontana bruscamente dall’amico che rimarrà per molto tempo con terribili dubbi. Solo a distanza di molti anni i due, ormai adulti, si incontrano e al nostro protagonista saranno chiariti i dubbi che gli assillavano la mente, ma capirà anche che, del suo amico Johnny non è rimasto nulla e conoscerà il nemico Johnny.
RIFLESSIONI
Come ho detto nell’incipit di queste recensione, la narrazione prende spunto da quanto emerso durante le indagini effettuate dalla commissione d’inchiesta sugli abusi su minori istituita dal governo irlandese nel maggio del 2000.
Inchiesta che si è conclusa nel 2009 portando alla luce gli orrori subiti da bambini e da ragazzi di entrambi i sessi ospiti dagli anni ’40 agli anni ’80 all’interno degli istituti religiosi in Irlanda.
Un’indagine che ebbe il compito di svelare quanto per anni era stato insabbiato, una storia fatta di sevizie, stupri e brutali pestaggi; grazie a migliaia di testimonianze, infatti, oggi quelle verità nascoste e manovrate sono finalmente state svelate in tutta la loro ferocia e crudeltà.
“Amico, Nemico” è un libro meraviglioso nella sua brutalità perché fa emergere una cosa molto importante, alla quale non diamo importanza, ma che è la più vera e atroce che può esserci: le persone che da bambini sono vittime di orrori indicibili, spesso, una volta cresciuti, diventano a loro volta carnefici. La violenza innesca un desiderio di vendetta difficile da contenere, quella stessa vendetta che Simone Censi ha saputo descrivere con il suo personaggio Johnny.
CONCLUSIONE
In poco meno di cento pagine, Simone Censi è riuscito a dare voce a coloro ai quali la voce è stata tolta e lo ha fatto con delicatezza e attenzione, quasi volendosi scusare con i protagonisti per far vivere loro, nuovamente, la terribile infanzia.
La prosa di Censi è chiara, semplice e scorrevole, tale da aiutare il lettore ad immergersi in una delle pagine più nere della storia dell’Irlanda e della Chiesa Cattolica.
Libri come “Amico, Nemico” sono importanti perché portano a riflettere, a commuoversi, ma sopratutto ad indignarsi. Siamo un popolo che non si indigna più di nulla, che accetta tutto quello che vede e se proprio qualcosa non gli piace, si gira dall’altra parte, come a dire “non ho visto nulla”. Simone Censi ci obbliga a vedere la verità dietro alle pagine del suo libro e a pensare che, forse, di queste cose si deve parlare affinché non accadano più!
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