Cari lettori, oggi vi parlo del romanzo “Il sentiero dei figli orfani” di Giovanni Capruso, uscito a Maggio 2019 per Alter Ego Edizioni.
SINOSSI
“Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti” così scriveva Cesare Pavese in “La luna e i falò”, e proprio queste parole introducono l’interessante romanzo, uno spaccato di vita di uno dei tanti paesi d’Italia che Giovanni Capurso ci narra attraverso gli occhi di un ragazzino arguto e amante della lettura. Un viaggio intenso tra i ricordi nostalgici del giovane Savino, che partito lontano come seminarista si sente orfano della sua amata terra.
RECENSIONE
Non è facile recensire questo romanzo perché narra una storia apparentemente semplice e comune, ma che in realtà si collega ad infiniti temi e offre innumerevoli spunti di riflessione.
Alla base di tutto c’è il paesino nel quale il giovane protagonista Savino è nato, Sa Fedele, sui monti Lucani, luogo dal ragazzo amato e odiato al tempo stesso. E’ l’estate del 1990 e i mondiali di calcio monopolizzano l’attenzione di tutti gli abitanti del paese che si sono ritrovati nel bar centrale per seguire la partita davanti alla TV.
CURIOSITA’
Savino non è interessato ai mondiali e il clima che si respira in paese gli causa un po’ di inquietudine. Il protagonista è da sempre attratto dalle passeggiate in montagna, dal bisogno di esplorazione e dalla ricerca di libertà, che solo i monti gli riescono a dare. Non ama la routine, detesta assecondare gli ordini del padre che chiede di portare i cesti di verdura agli abitanti che li ordinano e vuole conoscere nuove persone e fare nuove esperienze.
AMICIZIA
Per Savino è fondamentale l’amicizia con il silenzioso e introverso Anguilla, suo amico del cuore e compagno di escursioni nei boschi in un sentiero che conduce a delle incantevoli cascate nelle quali si divertono a fare i tuffi.
Importante è anche l’incontro con un forestiero che alloggia in una casa diroccata e che rappresenta per Savino una sorta di maestro di vita.
AMORE
La vita di Savino viene sconvolta dalla conoscenza di Miriam, una ragazza che incontra alle cascate e per la quale Savino inizia a provare emozioni molto forti ed anche i primi turbamenti di quel sentimento chiamato Amore rispetto al quale, fino a quel momento, sembrava essere immune.
Il destino vuole che il padre di Miriam è un vecchio amico del padre del protagonista ed un giorno si ritrova la famiglia dell’amata a cena a casa sua. I due ragazzi inizieranno a frequentarsi e Savino coinvolgerà anche Miriam nella sue escursioni fino alle cascate.
MORTE
Ma l’estate del 1990 è anche il periodo nel quale Savino scopre la fragilità e la fugacità della vita attraverso la morte della sua amata nonna. Il ragazzo si scontra per la prima volta con la crudeltà dell’esistenza e questo lo porta a riflettere in modo particolare sulla vita e sulle relazioni.
CONCLUSIONE
“Il sentiero dei figli orfani” è un romanzo che si legge con piacere, caratterizzato da uno stile narrativo fluido e scorrevole, ma che riporta anche piccoli passaggi poetici che allietano la lettura e coinvolgono il lettore, il quale può ritrovarsi in uno dei personaggi narrati con precisione e attenzione ai particolari.
Consiglio queso romanzo a tutti coloro vogliano immergersi in una storia intensa e familiare, capace di far riflettere sull’esistenza umana e in grado di portare il lettore a riscoprire (o scoprire per la prima volta) la proprie radici.
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