Cari lettori, oggi vi parlo de “Il soffitto di cristallo” di Gianni Perrelli ed edito da Di Renzo Editore. Si tratta di un romanzo che ha suscitato in me sentimenti contrastanti in quanto ho intuito l’intento positivo dell’autore di trattare un tema attuale ed importante come la difficoltà di accesso delle donne nel mondo del lavoro, ma non ho apprezzato molto la modalità con la quale ha dato vita alla storia. Cercherò di essere più chiara nella recensione.
TRAMA
Livia Serantoni è la prima donna a ricoprire la carica di presidente del Consiglio della Repubblica italiana. La prima ad aver superato il soffitto di cristallo. Un traguardo diventato oggi la norma in Europa, ma quasi utopistico in un Paese machista come il nostro. Giorgio Recalcati è un giovane giornalista in promettente ascesa. Paolo Rizzi è un segretario di partito ormai dimenticato. Ognuno di loro ha pagato un prezzo. Forse troppo alto. Cosa e chi hanno sacrificato in nome della scalata al potere? Intorno a loro, il teatro della politica con i suoi intrighi di palazzo, le oscure battaglie di partito, le ipocrite compiacenze, le illusioni mediatiche e le sirene dei social. L’attualità è l’ennesimo capitolo di una ragion di Stato ormai esausta, sopravanzata dalla propaganda populista. La prospettiva è la paura di perdere tutto che induce all’errore o alla facile promessa. Come resistere? Livia lo sa: questa è l’ultima occasione che ha per convincere e convincersi che la politica non s’improvvisa, si costruisce. Giorno dopo giorno.
IL SOFFITTO DI CRISTALLO
Il soffitto di cristallo è una metafora che si usa per indicare una situazione in cui l’avanzamento di carriera di una persona in una organizzazione lavorativa o sociale, o il raggiungimento della parità di diritti, viene impedito per discriminazioni e barriere di prevalente origine razziale o sessuale, che si frappongono come ostacoli di natura sociale, culturale, psicologica apparentemente invisibili anche se insormontabili. Nel tempo il termine si è usato anche per indicare ostacoli all’avanzamento imposti a categorie sociali come disabili, minoranze razziali e minoranze sessuali.
LA DONNA AL POTERE
Mi dispiace dover dire che il lavoro di Gianni Perrelli rappresenta una grande occasione mancata di parlare di donne e potere. Se c’è una cosa che dovremmo aver capito è che non basta invertire l’ordine dei soggetti all’interno di una determinata situazione per sottolineare l’importanza della parità (in questo caso si intende parità di genere).
L’operazione compiuta da Gianni Perrelli è stata quella di scambiare semplicemente le due figure, quella maschile e quella femminile, ponendo la donna al vertice del potere e designandola come egoista, ossessionata dalla carriera, disposta a sacrificare tutto e tutti per raggiungere il proprio obiettivo, e relegando l’uomo in una posizione inferiore, solitamente occupata dalla donna.
Ma “l’errore” non finisce qui perchè non si è optato solamente per uno scambio di posizioni, ma si è voluta sottolineare ancora una volta la diversità tra uomo e donna: in questo libro la donna è spregiudicata, mentre l’uomo è colui che va in soccorso dei più deboli, dedicando la sua vita ai bisognosi.
CONCLUSIONE
La grande occasione mancata è proprio questa, quella che pur ponendo la donna al vertice del potere, la discrimina per la sua natura maligna, tanto che durante la storia ti senti più vicino ed empatico con il personaggio maschile, anziché con la protagonista. Essendo un libro nato con l’intenzione di parlare del “soffitto di cristallo”, porre il maschio, bianco, etero in posizione di sfavore mi sembra uno smacco non indifferente alle reali minoranze che si muovono nel mondo del lavoro.
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