Cari lettori, oggi vi parlo del libro “Noi contro loro” di Jason Stanley, portato in Italia da Solferino Libri. L’autore parte da uno spunto autobiografico per porsi una domanda cruciale: perché la logica del “Noi contro Loro”, alla base di tutti gli autoritarismi, è diventata non soltanto il segno distintivo della politica dei fascismi europei degli anni Trenta, ma anche un concetto così seducente nelle democrazie liberali in ogni parte del mondo?
TRAMA
Pensare agli Stati Uniti di Donald Trump è immediato, ma non è l’unico caso. Stanley, conscio del rischio delle generalizzazioni, ma convinto che il tempo in cui viviamo le renda necessarie, sceglie l’etichetta “fascismo” per identificare le diverse forme di ultranazionalismo, incarnate in un leader autoritario, diffuse in varie parti del pianeta, e ne identifica i tratti distintivi, ricorrenti, dalla strumentalizzazione di un passato mitico all’uso spregiudicato della propaganda, dalla criminalizzazione delle minoranze al culto del patriarcato e della virilità.
Se la prospettiva del suo lavoro è storica, analitica, l’intenzione è militante: un alert sull’America di Donald Trump (e non solo), tanto più appassionato quanto più radicato nella biografia di un intellettuale che ha sperimentato sulla propria pelle le insidie, i pericoli e gli esiti tragici che ogni forma di fascismo porta con sé. Riconoscerne i segnali, le strategie, le trappole mentali, dice Stanley, è un primo fondamentale passo per arginarne gli effetti più disastrosi.
IL FASCISMO DI IERI E DI OGGI
Parte dal trasvolatore atlantico Charles Lindbergh che capeggiò, ancora prima della Seconda Guerra Mondiale, un comitato intitolato America First, schierato a favore della Germania nazista, assunta come modello positivo. Il pensiero di Lindbergh fu così espresso: “È ora di ricostruire i nostri baluardi bianchi! Questa alleanza con razze straniere segnerà la nostra morte. È giunto il momento di preservare la nostra identità prima di essere inghiottiti da uno sconfinato mare straniero!“.
Ed ecco che nel 2016 Donald Trump torna a dare slancio all’espressione America First. Il magnate americano fin dalla prima settimana successiva al suo insediamento alla Casa Bianca, irrigidì le norme sull’ingresso nel Stati Uniti.
Non va dimenticato che Ku Klux Klan e nazisti americani sono stati tra i sostenitori di Trump alle elezioni.
DA “AMERICA FIRST” A “PRIMA GLI ITALIANI”
L’Italia non è da meno. Anche nel bel Paese i manifesti elettorali di “Fratelli d’Italia”, partito guidato da Giorgia Meloni, recavano, sin dall’inizio del 2018, un precetto analogo: “Prima gli italiani!”.
Dopo di che, la mutazione avvenuta nel nostro Paese con la trasformazione della Lega in Movimento sociale italiano di massa (vi ricorda qualcosa?) ha visto prontamente questo partito far proprio quello slogan: “Prima gli italiani!”.
Concetto che già all’epoca di Mussolini era sinonimo di «Difesa della razza». Qui sotto una chiara copertina della rivista mussoliniana.
SINTOMI DI PREOCCUPAZIONE
Ritornando in America, Stanley sostiene che “Tutti gli americani dovrebbero essere preoccupati del fatto che, in veste sia di candidato sia di presidente, Donald Trump ha pubblicamente ed esplicitamente insultato specifici gruppi di immigrati“. “Le politiche fasciste puntano a disumanizzare le minoranze“. Infatti, “il sintomo più palese delle politiche fasciste è la divisione, il separare la popolazione tra noi e loro”
RADICI DEL FASCISMO
Come scrive il Corriere della Sera del 22 febbraio 2019, Stanley individua i fattori scatenanti della pulsione fascistica, nel “il vittimismo tra coloro che appartengono al gruppo dominante“: “Ci tolgono il lavoro! Ci molestano le donne! Mangiano senza lavorare!“. E, alla fine, qualcuno li brucia: dalla Calabria alla Germania del Nord. “Noi siamo lavoratori onesti e abbiamo guadagnato un posto nella società con la fatica e grazie ai nostri meriti. Loro sono pigri, vivono alle spalle di noi virtuosi sfruttando la generosità del welfare o l’aiuto di istituzioni corrotte come i sindacati. Noi facciamo, loro prendono“.
CONCLUSIONE
Libri come questo di Stanley sono salvifici, in primo luogo perché danno ancora speranza al genere umano e, secondariamente, perchè aiutano i lettori a decifrare i sintomi dei fascismi e a opporre la giusta resistenza!
0 commenti