Cari lettori, oggi vi parlo del libro che il politologo e arabista francese Gilles Kepel ha dedicato alla descrizione del regime instaurato dall’ISIS tra il 2014 e il 2017 nel Levante. Il libro si intitola “Uscire dal caos. Le crisi nel Mediterraneo e nel Medio Oriente” ed è edito da Raffaello Cortina Editore.
SINOSSI
L’orrore del “califfato” dell’Isis nel Levante tra 2014 e 2017 e il terrorismo su scala planetaria sono stati una paradossale conseguenza delle “primavere arabe” del 2011, che pure erano state celebrate in quanto “rivoluzione 2.0”. Come ha fatto a instaurarsi il caos e sarà possibile uscirne in seguito all’eliminazione militare dello “Stato islamico”?
Questo libro inquadra gli eventi nel loro contesto, a partire dalla “guerra del Kippur” del 1973, a cui seguirono l’esplosione dei prezzi del petrolio e la proliferazione del jihad. Viene poi proposto il racconto completo delle sei principali sollevazioni arabe, dalla Tunisia alla Siria. In “Uscire dal caos” si descrivono infine le linee di frattura nel Mediterraneo e nel Medio Oriente, chiarendo quali scelte attendano i capi di Stato, così come i popoli di quelle regioni, ma anche i cittadini d’Europa.
DI COSA PARLA IL LIBRO
Il libro di Gilles Kepel può essere considerato un vero e proprio reportage che in 216 pagine racconta il “califfato” dell’ISIS nel Levante che comprende ben quattro decenni (2014 – 2017) e che si sofferma in particolare modo del terrorismo posto alla base di questo regime, quello delle cosiddette “primavere arabe” del 2011.
Il libro è assolutamente completo sotto ogni aspetto: inizia a parlare della Guerra del Kippur avvenuta nel 1973, la quale provocò un drastico aumento dei prezzi del petrolio, passando per la diffusione della jihad, per arrivare infine alle sei rivolte arabe comprendenti diverse regioni della Tunisia alla Siria, portando all’inevitabile frattura tra Mediterraneo e Medi Oriente.
La parte finale del libro-reportage è dedicata a tutte quelle domande circa le cause di questa enorme e terribile crisi, al futuro dei popoli e dei sovrani e alla possibili contromisure da adottare.
L’ULTIMO LIBRO DI KEPLER
Gilles Kepler in passato ha affermato più volte che avrebbe smesso di scrivere libri riguardanti questo tema, ma poi, per esigenza di divulgazione e per onor della conoscenza, si è ritrovato a dover riprendere la penna per testimoniare la Storia. Ora, però, è assolutamente certo che questo sarà il suo ultimo libro perché – dice l’autore – “con la sconfitta militare del Daesh si è conclusa la stagione di cui sono stato diretto testimone”.
IL RUOLO DELL’ECONOMIA NELLE CRISI MEDIORIENTALI
In un’intervista su “Avvenire”, il politologo francese afferma che il ruolo dell’economia è stato determinante nelle crisi del medioriente; “Ricordo il clima che si respirava in Siria nel 1974, all’epoca del mio primo viaggio in quel Paese. C’era molto orgoglio per “la guerra di ottobre”, come la si chiamava allora, e che oggi perfino gli arabi chiamano “la guerra del Kippur” anziché “guerra del Ramadan”. Ancora non era chiaro che nel conflitto del 1973 contro Israele non era stata la Siria a vincere e neppure l’Egitto, ma l’economia fondata sul greggio. Nel momento in cui assumevano il controllo della regione attraverso i petrodollari, i sauditi rafforzavano la loro opera di promozione del rigorismo religioso wahabita, dando luogo all’alleanza tra il Corano e il barile destinata a dominare i decenni successivi. Ma questo connubio ora è oggetto di negazione, come dimostra appunto il rifiuto di chiamare con il suo nome la guerra del ’73″.
LA SCONFITTA DEFINITIVA DEL DAESH
Riguardo la sconfitta del Daesh, c’è molto di cui parlare, come afferma lo stesso autore, perché è caratterizzata da una duplice visione che, per poter interpretare correttamente gli avvenimenti storici, non può essere sottovalutata; da una parte abbiamo la definitiva sconfitta del Daesh sul piano militare, ma questa sconfitta “sul campo” non rispecchia quella del radicalismo. “Nelle carceri fracensi” – ricorda l’autore – “si sta delineando una quarta generazione jihadista. Si tratta di musulmani, per lo più giovani, che sono disposti a condannare le atrocità del Daesh nonostante ne condividano le premesse ideologiche: la lotta contro l’Occidente corrotto e la necessità di assoggettare la società ai valori dell’islam”.
LE POSSIBILI CONTROMISURE
E’ difficile parlare di contromisure e di soluzione perché non esiste un antidoto unico e imbattibile. Quello che in primo luogo bisogna fare (lo si dovrebbe fare in tutte le situazioni) è contestualizzare ed individuare con esattezza l’oggetto e il campo di intervento, cioè bisogna cercare di capire la situazione per evitare di muoversi sulla base di false premesse (cosa molto importante che viene spesso dimenticata nel vari ambiti di intervento, anche nell’ambito del dialogo interreligioso).
Un altro campo di intervento è quello dell’economia in quanto nelle società arabe non si è mai sviluppata una cultura del lavoro e della ricchezza in senso moderno, ma a prevalere è stata invece la logica della rendita (i soldi derivati dal petrolio sono una delle manifestazioni più evidenti). Quindi quello che è necessario fare è avviare processi economici virtuosi!
L’AUTORE
Gilles Kepel è uno scrittore poliedrico: politologo, accademico e orientalista, ha fatto dei suoi studi sul Medio Oriente e sulle comunità musulmane presenti in Occidente la sua ragione di vita: nato a Parigi nel 1955, ha una formazione classicista alla quale ha affiancato lo studio dell’arabo e dell’Islam. Oggi, Kepel è direttore della cattedra “Medio Oriente-Mediterraneo” presso l’Universitè de recherche Paris Sciences et Lettres e direttore scientifico della Middle East Mediterranean Freethinking Platform dell’Università della Svizzera Italiana. Per la stesura dei suoi libri, Gilles Kepel si è sempre avvalso della “ricerca sul campo” e della comparazione dell’Islam con altre importanti religioni, soprattutto cristianesimo e ebraismo: nel 2006 ha pubblicato Il profeta e il faraone e nel 2009 Oltre il terrore e il martirio.
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