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1947

Autore: Elisabeth Asbrink

Categorie: Libri

Ciao lettori, oggi vi parlo di un libro sorprendente che si basa su un anno preciso: il 1947. Il libro si intitola proprio “1947“, scritto da Elisabeth Asbrink e pubblicato in Italia da Iperborea.

Il 1947 può sembrare un anno come gli altri, ma in realtà non lo è. Piuttosto dovremmo considerarlo una pagina di diario, una nuova pagina bianca sulla quale scrivere il futuro dell’umanità perché ciò che successe nel 1947 e negli anni che precedettero questa data hanno avuto conseguenze importanti per tutti noi.

Un diario importante

Il libro della Asbrink si presenta al lettore come un vero e proprio annuario, un insieme di eventi rilevanti accaduti nel 1947 e suddivisi mese per mese.

L’importanza di questo diario è data dal fatto che gli avvenimenti successi nel 1947, e prima, hanno segnato la storia così nel profondo da poter essere considerati tessere di un grandissimo puzzle che ancora oggi perdura e le cui conseguenze sono ancora visibili.

Il 1947

Il 1947 è l’anno, come dice Elisabeth Asbrink, “in cui tutto sembrava possibile perché tutto era già successo.” Nel 1947, infatti, l’Europa è divisa tra vincitori e vinti. Gli abitanti di queste nazioni e tutti gli ebrei scampati alla barbarie nazista condividono la terra del Vecchio Mondo. Gli ebrei europei si imbarcano in massa per la Palestina, mentre il terrorismo sionista colpisce arabi e occupanti inglesi e una commissione Onu pone le basi della nascita di Israele; si consuma la tragica partizione tra India e Pakistan; gli ex nazisti tessono tra Europa e Sudamerica una rete di sostegno materiale e complicità intellettuali; a Parigi Christian Dior apre il suo primo atelier; Simone de Beauvoir concepisce “Il secondo sesso”; a Torino Primo Levi scrive “Se questo è un uomo” e George Orwell si rifugia su un’isola scozzese con in mente 1984, non sapendo ancora di avere pochi mesi di vita da vivere.

Genocidio

In questi anni all’Onu, il giurista ebreo polacco Raphael Lemkin cerca la definizione tecnica più corretta per una nuova fattispecie di reato, quella degli omicidi di massa, studiati nel minimo dettaglio e deliberati a tavolino e poi implementati su larga scala da un’apposita organizzazione. La definizione che trova più consona e che poi viene coniata è “genocidio”; questo termine viene inserito nella Dichiarazione universale dei Diritto dell’Uomo.

Elisabeth Asbrink

È importante leggere questo libro perché non è stato scritto da una persona estranea ai fatti, al contrario. Elisabeth Asbrink, giornalista svedese già premiata per i suoi reportage narrativi, racconta il 1947 mese per mese citando fatti vissuti da persone a lei vicine; l’orfano ebreo ungherese di dieci anni che viene citato nel libro sarà il padre della Asbrink. Il capitolo più importante del libro è dedicato proprio a lui. L’autrice ha scritto questo libro per dedicarlo al padre, fortunatamente ancora vivo, ma soprattutto per dedicarlo agli altri parenti mai conosciuti perché inghiottiti dai campi di sterminio.

Una frase di Elisabeth Asbrink risulta molto intensa e commovente:

I ricordi sano là, li vedo nell’oscurità, sotto la pioggia.”
“Sono la mia famiglia.”

Conclusione

Ci sono libri che sono importanti e fondamentali non solo perché portano alla luce dei fatti che il lettore non conosce o verso i quali ha una conoscenza limitata, ma soprattutto perché, una volta uniti tutti gli elementi, appare un disegno che ci lascia senza fiato.

Il 1947 è tante cose: un anno importante che ha segnato e continua a segnare le sorti del presente; un anno che ha aperto le porte dello spionaggio, della guerra fredda, alla divisione delle Germania, alle guerre palestinesi, ma anche agli avvistamenti UFO, alla moda ricercata e a basso prezzo.

In poche parole, “1947” è un capolavoro storico capace di toccare tutti i fatti e tutte le persone importanti che hanno condizionato gli anni a venire fino a condurci ad oggi. Ma questo libro è anche un invito a riflettere e alla fine della lettura ci sono poche parole che restano in testa al lettore: “e adesso?”

Chi sono

29 anni, blogger, agente letteraria e mamma di Gemma. Credo fermamente nella bibliodiversità e nelle realtà editoriali indipendenti, le quali spesso nascondono perle di cui pochi sono a conoscenza.

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