Ciao lettori, oggi vi parlo con molto piacere del nuovo romanzo di Barbara Ghinelli, “Cuore sordo”, edito Argento Vivo Edizioni.
Il libro mi ha colpito molto fin dalle prime pagine e mi ha tenuta incollata alla storia fino all’ultimo capitolo, come se una forza esterna mi obbligasse a continuare la lettura indipendentemente dalla mia volontà.
TRAMA IN BREVE
Roma, 2009. Vengono ritrovate delle ossa disposte in modo da formare il simbolo della vittoria. Katy Walsh, Lucia Costa e la loro squadra indagano su questo caso. Auschwitz, 1943. La voce di una piccola ebrea in un campo di concentramento narra la storia di un amore impossibile tra la sorella e un ufficiale nazista. Come si collega tutto questo con il sogno di una bambina di ballare all’Opera di Parigi? I personaggi sono davvero chi dicono di essere? La storia è un invito a non cedere, perché la speranza di donare colore a ogni cuore sordo non svanisca mai.
THRILLER COINVOLGENTE
“Cuore sordo” è un thriller coinvolgente che ci porta a viaggiare in due momenti storici differenti che, solo in apparenza potrebbero sembrare lontani, ma che in realtà mostrano tratti in comune.
Il titolo è assolutamente esaustivo e descrive alla perfezione quello che è la caratteristica principale dei personaggi che animano questa storia. I “cuori sordi” sono quelli che hanno perso il battito perché ormai privi di felicità e speranza; si sentono soli e vivono questa solitudine all’interno di un mondo che sentono ostile e traditore.
Non tutti i personaggi di questa storia hanno scelto di vivere con un “cuore sordo”, alcuni sono inciampati in quelli che si chiamano “gli ostacoli che la vita ti pone davanti” e da quel momento hanno vissuto nell’ombra e nella disperazione, non riuscendo a trovare il modo di risalire e tornare alla luce.
RINASCITA
Come spesso accade, però, il confine tra disperazione e rinascita (o come mi piace chiamarla, resilienza) è delineato da una linea sottile che è possibile distruggere con un minimo sforzo; a volte basta solo ascoltare la voce di chi ti è accanto e vuole aiutarti e aggrapparti a quella mano tesa pronta a salvarti.
DUE ORIZZONTI TEMPORALI
Ho parlato di confini sottili non a caso, perchè in questo libro si parla di un confine ben preciso: quello che separa libertà e prigionia nel campo di concentramento di Auschwitz. Se ci pensate, la recinzione di filo spinato dei campi di concentramento hanno una forza ben più grande rispetto ad un muro di cemento alto e invalicabile. Questi muri di recinzione ti danno la possibilità di vedere tutto, soprattutto la libertà, ma non ti permettono di raggiungerla. Pochi centimetri che ti rendono un prigioniero…
MALE E BENE
E’ proprio questo il collegamento che dicevo quando parlava di due orizzonti temporali ed è questo che, in qualche modo, caratterizza quella dicotomia troppo spesso presente nelle nostre vite: quella tra bene e male.
“Non è possibile che il male vinca sul bene, che la morte vinca sulla vita. Forse l’uomo in fondo sta solo cercando la via migliore per redimersi, ma presto lo farà, presto tutto questo orrore cesserà per sempre. Presto ognuno di noi tornerà a vivere e lo farà per davvero. Perché questa non è vita. Questa non è nemmeno esistenza.”
IL THRILLER
La squadra omicidi della polizia di Roma deve fronteggiare un enigmatico caso di omicidi perpetrati da un serial killer, sempre un passo davanti a loro.
Quello raccontato in questo romanzo è un tragico e terribile massacro che si divide tra realtà e finzione e i cui confini (ancora una volta tornano i confini) sono così labili che il lettore, come i personaggi, non sa più discernere tra queste due situazioni.
CONCLUSIONE
Non voglio raccontare oltre perchè ho l’impressione di privarvi del piacere della lettura. E’ un libro che mi accompagnerà per molto tempo e che consiglio caldamente a tutti!
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