“Sottovoce” non si può definire una raccolta di racconti e nemmeno un romanzo. Sono piccole istantanee della vita di Sarah Manguso, l’autrice, che catapultano il lettore in ogni suo gesto quotidiano.
Con poche e dirette parole, scelte con cura, Sarah Manguso racconta episodi intimi e personali con naturalezza e ironia, quasi come se sfogliassimo una raccolta di fotografie.
SARAH MANGUSO
Scrivere qualche aneddoto sulla vita di questa autrice mi sembra doveroso anche se probabilmente sarò di parte avendo amato i suoi precedenti scritti, sempre portati in Italia dalla casa editrice NN Editore: “Il salto” e “Andanza“.
Sarah vive a Los Angeles ed è autrice di short stories, poesie e memoir. La sua grande peculiarità è quella di saper mettere a nudo le emozioni e i sentimenti dell’animo umano con grande semplicità, senza però sminuirle, e riuscendo a toccare corde profonde nel lettore.
Il suo stile è sempre nuovo, frammentato, come a leggere un diario in cui, però, non ci sono altri argomenti se non i sentimenti , le emozioni, la vita.
RIFLESSIONI
In Sottovoce, l’autrice racconta in poche righe stralci di vita quotidiana a cui non si dà rilievo, che si tende a nascondere, a non raccontare. Rammarichi di episodi vissuti con vergogna, gioie mai condivise, paure celate. Episodi di vita che, come scatti fotografici , rimangono impressi, anche se sono incompleti, sospesi e lasciano navigare il lettore in balia di un oceano in tempesta tra passato, presente e futuro.
In questo scritto, infatti , si alternano ricordi legati all’infanzia e a vicende accadute in tempi recenti, all’apparenza confuse, ma che sapranno condurre il lettore alla fine della storia lasciandolo stupito di tanta bellezza.
Difficile staccarsi da questa lettura, che mi ha portata a divorare queste piccole pillole quotidiane in pochi giorni, lasciando spazio a riflessioni e a risposte alle domande che questo libro pone. Inizialmente si ha la sensazione che questi episodi non restino impressi, proprio per il loro alternarsi tra passato e presente senza vedere un nesso tra loro. Ma, con il passare dei giorni, mi sono ritrovata spesso a pensare a ciò che vuole trasmettere l’autrice, dando quindi rilievo a riflessioni, ricordi e all’importanza che hanno le cose semplici.
Solo affacciandomi dalla finestra di casa mia, mi tornano in mente le semplici parole con cui Sarah racconta il suo amore per la natura.
A volte vedo passare un cervo dalla finestra davanti alla scrivania.
È sempre una sorpresa meravigliosa vedere un cervo mentre lavoro.
[…]
Nei momenti di distrazione in cui lavoro e armeggio con i due dispositivi, penso per un attimo che mi piacerebbe premere un bottone per far comparire il cervo.
(RECENSIONE DI LUCREZIA MEDICI)
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