Inauguro la collaborazione con la casa editrice Press&Archeos con la recensione di una loro pubblicazione: “Il ragazzo di fango” di Giovanni Polesello.
In questo romanzo, che conta un centinaio di pagine, Giovanni Polesello affronta un tema molto importante, del quale si parla molto – e male – e che sembra essere lo strumento di rivalsa bramato da ognuno: IL POTERE!
Quello che rende interessante, e assolutamente originale, questo romanzo è il taglio che Polesello ha dato alla narrazione. L’autore, infatti, ha deciso di parlare dell’altra faccia del potere. Noi siamo soliti ad associare al potere qualcosa di positivo; dal potere discende una sicurezza. Il potere è sempre associato all’aspetto economico, lavorativo e sembra che il suo raggiungimento sia l’unica cosa a rendere felici le persone.
Giovanni Polesello, attraverso una narrazione assolutamente anticonvenzionale e, in un certo senso, distopica, ci mostra l’esistenza di un potere che chiama ad un destino che può essere atroce. Importante per spiegare la posizione dell’autore e il suo pensiero a riguardo, è una frase contenuta nel libro:
“… come quello dell’Uomo Ragno aveva il Potere del Ragno ma non bastava
nemmeno quello per essere felici e senza problemi nel mondo normale
quindi io non penso che avere il Potere sia un granché significa solo
uccidere le persone che ti danno fastidio o che ti odiano”.
Se ve lo state chiedendo, non ho sbagliato a scrivere la citazione omettendo segni di punteggiatura. L’intero romanzo è scritto in questo modo e se, all’inizio mi ci è voluto un po’ per abituarmici, una volta preso il ritmo è divertente. Di certo un esperimento narrativo molto diverso, originale e, almeno da me, gradito.
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