Per leggere questa recensione dovete immaginarvi di trovarvi in una piccola enoteca. Non c’è posto migliore, infatti, per assaporare la storia che Lorenzo Pecchioni racconta nel suo libro “Il risveglio di Fufluns – il vino etrusco contemporaneo e la chimera delle origini della viticultura”, edito da Press&Archeos.
In questo libro Pecchioni parte da una ricerca sui vini etruschi contemporanei per poi confrontarsi con una “realtà enosofica di valore generale”. In un passo del libro, l’autore ci spiega che questo libro non è né un saggio storico, né un repertorio viti-vinicolo, ma bensì una sorta di diario di ricerca che fonde elementi provenienti da un’ispirazione personale che oscilla tra il poetico e l’analitico.
Il ruolo di Fufluns nel romanzo
Parlando di vino è chiaro il richiamo dell’autore a Fufluns, dio protettore del vino, dei vignaiuoli e, ovviamente, dei bevitori. Nonostante il ruolo dominante del Dio, nel panorama dei vini etruschi Fufluns non è tra i più diffusi, probabilmente per la poca conoscenza che abbiamo di questa figura dell’antichità.
Pertendo da questi presupposti, quindi, il lettore si imbatterà in una ricerca che indaga il rapporto dei vini contemporanei e antichi etruschi.
Fufluns tra antichità e contemporaneità
Dall’Appeninno tosco-emiliano alla Maremma laziale si distingue il tessuto di una “civiltà del vino” che trova nel mondo arcaico uno dei suoi riferimenti fondamentali. La cosa che ho più apprezzato è stato la scelta di Lorenzo Pecchioni di accostare diversi tipi di vini a nomi di luoghi e divinità legati agli Etruschi.
Buona parte del libro è dedicata poi alla ricerca di ciò che accomuna il sogno degli antichi a quello dei contemporanei. Conosciamo così una certa suggestione d’Oriente che si rivela nell’anima del bevitore, ma soprattutto il mistero delle origini dei preziosi vitigni e delle loro origini.
“Il risveglio di Fufluns” è sicuramente un libro molto interessante che, toccando diversi temi, si addice ad un pubblico di lettori attento e indagatore.
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