Gandhinagar, India. In un prossimo futuro, la morte non è più un mistero: la metempsicosi è una certezza ed è possibile recuperare le nuove incarnazioni dei propri cari per riaverli con sé. Ashutosh e Sayali, fratello e sorella, lavorano al recupero delle anime reincarnate in animali. L’unica anima che non hanno mai trovato è quella della loro madre, scomparsa da tempo. Un giorno, l’azienda Still Eternity lancia un’innovativa procedura che permette di sottrarsi all’infinito ciclo di reincarnazioni. Zio Baji, malato, sceglie di ricorrervi: per comprendere la sua scelta, Ash e Sayali dovranno scavare tra i segreti di famiglia e mettere a nudo un’inattesa verità…
“Buio in sala” di Jung-myung Lee
Come per tutti i grandi romanzi (e questo di certo lo è!), molti sono i contenuti, ognuno con un suo peso, e già il titolo prelude ai temi dell’ambiguità, su cui si gioca l’intera trama: il buio in sala può essere quel momento magico che precede l’inizio dello spettacolo, ma può indicare anche la desolazione di una sala spenta e di un palcoscenico chiuso. Apertissimo è invece lo spazio lasciato alla profonda cultura personale dello scrittore, una cultura mai supponente, ben salda in una posizione solida di aiuto e sostegno nel vivere quotidiano, come si addice alla cultura vera. Libro bellissimo, questo, anche grazie alla perfetta traduzione di Benedetta Merlini.
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