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Libri per l’Estate – 2019

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Viste da qui, dalla scrivania dalla quale sto lavorando, le vacanze estive sembrano incredibilmente lontane. E’ stato un anno molto impegnativo per me e per LeggIndipendente! Se mi fermassi a guardare indietro, a tutta la strada che ho fatto quest’anno, mi commuovo un po’. Non avrei mai pensato che sarei riuscita ad aprire un’Agenzia Letteraria così presto e non credevo possibile di instaurare collaborazioni meravigliose con editori che per me sono sempre stati un punto di riferimento. Eppure, eccomi qua! Anzi, eccoci qua! Si, perché senza di voi, cari lettori, tutto questo non sarebbe stato possibile!

Tra i miei ricordi più belli delle vacanze da adolescente con tanti sogni, insieme al profumo della brioche ai frutti di bosco (che per me è un must!) e a quello della crema solare che diffonde odori esotici, ma che non riesce a proteggermi dalle scottature nemmeno a pregarla, ce n’è uno molto più delicato e speciale. Ogni estate, da adolescente, che passassi le vacanze al mare o in montagna, il momento più bello della giornata era al mattino, quando mi svegliavo prima di tutti gli altri e mi mettevo a leggere all’aperto, coccolata dalla brezza marina o dall’aria fresca dei monti. A distanza di anni, la mia routine mattutina durante le vacanze estive non è cambiata, torna anche adesso e i libri, parte importantissima della mia vita, sono sempre il regalo più bello.

P.S. Adesso ho un altro momento preferito della mia giornata in vacanza: l’aperitivo! Ahahah!

 

Prima di salutarvi, ringraziandovi di questo meraviglioso anno passato insieme e augurarvi delle bellissime vacanze voglio offrirvi in questo articolo i miei consigli di lettura per l’estate!

Buone letture e buone vacanze da LeggIndipendente!


1) “FIORI SENZA DESTINO” – Francesca Maccani – (SEM)

Sul limite estremo della città di Palermo, nella più difficile delle periferie di oggi, dieci ragazzi raccontano in prima persona la loro vita, i loro sogni, il loro poco destino. Il quartiere è il Cep, Centro Edilizia Popolare, dove promiscuità e malavita regnano sovrane, e dove l’unica legge sembra essere il possesso delle cose e delle persone. In queste spianate di cemento i bambini possono allontanarsi e non fare più ritorno, le ragazzine diventano donne troppo in fretta e i maschi crescono con l’idea che per ottenere ciò che desideri ogni mezzo è lecito. Lontanissima c’è Palermo, con i suoi splendidi monumenti e le chiese antiche che i ragazzi del Cep non hanno mai visto, come il mare. In un avvicendarsi di speranza e rassegnazione ognuno dei personaggi si racconta, con lucidità, senza filtri. Scopriamo così che la crudeltà non è una prerogativa degli adulti, ma un peccato originale che si trasmette di padre in figlio in un continuo gioco dei ruoli, alternando vittime a carnefici. Francesca Maccani, alla sua opera prima, compone un romanzo corale, struggente e verissimo.

2) L’ORA DEL MONDO – Matteo Meschiari (HACCA EDIZIONI)

“Ti chiudono gli occhi e ti trascinano lì, nel vuoto. Non sai dove sei. Ti dicono: ‘Cammina’. Non vedi da pochi minuti e già il buio ti crolla addosso. Cammini e senti la pianta del piede appoggiarsi sul terreno, percepisci per la prima volta con attenzione le gambe in movimento. Le hai sempre mosse, hai sempre camminato, ma ora non solo te ne accorgi: lo vivi. Ti chiedi: ‘I miei occhi torneranno a posarsi sulle pianure, le lande, le colline?’ Eppure, cammini, sempre dritto, all’infinito, e in ogni istante senti il tuo corpo e ti chiedi ‘Esiste il mondo per chi non ha un corpo?’ E dunque cammini, inspiri ed espiri, verso l’ignoto, fino all’infinito, che poi finisce. Così mi sono sentito leggendo questa nuova opera di Matteo Meschiari. Il cammino, da lettore, era verso l’ignoto, il tempo era disgregato, lo spazio era denso di pericoli. Dove stavo andando? Chi erano queste creature che incontravo tra le pagine? Bevevo una tisana, e l’Uomo Salamandra bisbigliava alle mie orecchie: ‘Sei come Libera. Viaggi senza saperlo. Nessuno sa da quando. Nessuno sa per dove’. Che cos’è L’ora del mondo? A quale ora si riferisce il titolo e a quale mondo? Un mondo può avere una sua ora, una soltanto? Procediamo per immagini. Libera, la bambina senza mano, finalmente raggiunge l’Uomo-Somaro, che l’attende da novecentocinquant’ anni. Libera e il Mezzo Patriarca perduto. Libera e i buchi di stella. Libera e i luoghi: da Femmina Morta al Bosco della Barba. Libera e i Servitori Notturni: quando un’anima viene presa e lascia il suo corpo arrivano loro e la portano via. Libera e le visite ai giardini urbani di una Modena che non esiste: abbraccia la corteccia, sente il respiro. Ci sono testi che raccontano il mondo e testi che ti portano in un altro mondo. In questi ultimi, talvolta, lo spazio è infinito, il tempo è esploso, la luce muore. Sono, spesso, questi testi, un tuffo nell’ignoto, dove l’ignoto ci rivela un nuovo frammento di questo nostro passaggio terrestre. L’ora del mondo è una pietra lunare: esiste il mondo per chi non ha un corpo?” (Andrea Gentile)

3) “LA VOLONTA’ DEL MALE” – Dan Chaon – (NNEDITORE)

Il passato di Dustin Tillman è segnato da una tragedia: trent’anni prima i suoi genitori e gli zii sono stati uccisi da Rusty, il fratello adottivo. In un processo che aveva fatto scalpore per gli inquietanti legami con i culti satanici, Rusty era stato condannato all’ergastolo grazie alle testimonianze di Dustin e della cugina Kate. Ora Dustin è psicologo, vive con la moglie e i due figli una vita apparentemente serena. Finché non riceve la notizia che Rusty è stato rilasciato: tutte le accuse sono cadute. Nel frattempo un suo paziente, Agil Ozorowski, ex poliziotto in congedo, indaga sulle morti di alcuni ragazzi annegati, convinto che siano opera di un serial killer. Inizialmente scettico, Dustin si lascia coinvolgere nell’indagine, mettendo in pericolo la sua vita e quella della sua famiglia.

4) “SI CHIAMA ANDREA” – Gian Luca Favetto – (66THAND2ND)

Andrea ha avuto un’infanzia quasi felice, dei nonni affettuosi, una madre che è «l’incarnazione del sublime» e un padre che da sempre coltiva una certa arte della fuga. Andrea ha degli amici coi quali impara a leggere il mondo e amanti con cui il mondo lo assaggia. E ha un lavoro: l’agente immobiliare, direbbero in molti, anche se non cerca case adatte ai clienti. Andrea cerca abitanti adatti alle case che sceglie perché le case sono la metafora migliore per ognuno di noi. Andrea, infatti, in un giorno dei suoi sedici anni, si scopre un noi, un luogo di personalità multiple che, come sul proscenio di un teatro, si affacciano per reclamare spazio e condurre la loro e la sua esistenza, quando il direttore d’orchestra è stanco o sovrappensiero. In questa commedia umana a tratti poetica a tratti inquietante e nera, Favetto racconta la forza latente dei passaggi di stato, costruendo un personaggio unico e molteplice che con una vita ne abbraccia molte o forse infinite. Quelle che sono e quelle che sono state. Perché Andrea è un essere umano. Come tutti.

5) “L’ALFABETO DI FUOCO” – Ben Marcus – (BLACK COFFEE)

Le parole uccidono. E non solo in senso metaforico. In un’America apocalittica si è diffusa una piaga mortale: inizialmente solo i bambini sembrano portatori sani di questa malattia che colpisce gli adulti, li fa ammalare, avvizzire e infine morire, ma con l’andare del tempo si scopre che tutta la comunicazione – parlata, scritta, mimata – è nociva. Sam e Claire, giovani genitori, si rifiutano di accettare che lo stato di letargia e malessere in cui sono precipitati sia causato dalle parole di fuoco della figlia adolescente, Esther, ma si trovano infine costretti ad accettare che l’unica via di salvezza sia allontanarsi da lei e mettersi in viaggio. Abbandonarla, però, non è così semplice. La sera della partenza Claire scompare misteriosamente e Sam, deciso a trovare una cura alla tossicità del linguaggio, intraprende un percorso solitario in un mondo sconosciuto nel tentativo di salvare la sua famiglia. In questo romanzo, a metà strada fra distopia e horror, l’autore riflette sul potere nascosto del linguaggio e su cosa significhi essere genitori.

6) “CHE DIO PERDONA TUTTI” – Pif – (FELTRINELLI)

Con la sua inconfondibile voce, Pif esordisce nel romanzo con un’opera divertentissima che costringe il lettore a riconsiderare i rapporti che ci legano gli uni agli altri, il nostro comportamento quotidiano e le parole solidarietà, uguaglianza, verità.
Arturo è un trentacinquenne, non ha ancora una fidanzata e fa l’agente immobiliare. Il suo principale obiettivo nella vita è mantenere immutato lo stato delle cose. Ha poche passioni che condivide con gli amici di sempre. La più importante e irrinunciabile è il cibo: famoso per la sua pignoleria gastronomica, gli amici spesso si fanno il segno della croce quando al ristorante è il suo turno di ordinare. Arturo ricambia la loro tolleranza, immolandosi come portiere per le partite di calcetto. Questa è la sua routine, fino al giorno in cui entra in scena Lei: la figlia del proprietario della pasticceria che fa le iris più buone di Palermo, il dolce preferito di Arturo. E in un istante diventa la donna dei suoi sogni.
Sveglia, intraprendente, ma anche molto cattolica, Lei sulla religione ha la stessa pignoleria di Arturo sui dolci. È proprio così che lui la conquista, sostituendo l’uomo che ha il compito di interpretare Gesù durante una Via Crucis. Quel giorno è per Arturo un vero calvario, perché durante il tragitto si accorge di avere dimenticato qualsiasi nozione della religione cattolica e sbaglia tutto, dando vita a una rappresentazione ai limiti del blasfemo. Ciò nonostante, Lei si innamora e per un periodo felice i due stanno insieme, senza che lei si accorga della sua indifferenza religiosa né, tanto meno, senza che Arturo la confessi…
Questo precario equilibrio, fatto di verità non dette e risposte liturgiche mezzo inventate e mezzo bofonchiate, non può durare: quando Lei si accorge della freddezza cattolica del compagno, la loro vita di coppia esplode. Per qualche giorno lui para i colpi, ma poi, un po’ per sfinimento e un po’ per provocazione, decide di applicare alla lettera le regole e gli insegnamenti del cristianesimo, di praticare la parola di papa Francesco. Per tre settimane.
Quella che mette in pratica è una vera e propria rivoluzione che cambierà la vita di tutti, rivelando a Lei e alle perso­ne che gli stanno intorno, amici e colleghi inclusi, la natura profonda e dimenticata del cristianesimo. Una verità molto scomoda, come Arturo avrà presto modo di scoprire.

7) “IL RACCONTO DELL’ANCELLA” – Margaret Atwood – (PONTE ALLE GRAZIE)

In un mondo devastato dalle radiazioni atomiche, gli Stati Uniti sono divenuti uno Stato totalitario, basato sul controllo del corpo femminile. Difred, la donna che appartiene a Fred, ha solo un compito nella neonata Repubblica di Galaad: garantire una discendenza alla élite dominante. Il regime monoteocratico di questa società del futuro, infatti, è fondato sullo sfruttamento delle cosiddette ancelle, le uniche donne che dopo la catastrofe sono ancora in grado di procreare. Ma anche lo Stato più repressivo non riesce a schiacciare i desideri e da questo dipenderà la possibilità e, forse, il successo di una ribellione. Mito, metafora e storia si fondono per sferrare una satira energica contro i regimi totalitari. Ma non solo: c’è anche la volontà di colpire, con tagliente ironia, il cuore di una società meschinamente puritana che, dietro il paravento di tabù istituzionali, fonda la sua legge brutale sull’intreccio tra sessualità e politica. Quello che l’ancella racconta sta in un tempo di là da venire, ma interpella fortemente il presente.

8) “NOI SIAMO TEMPESTA” – Michela Murgia – (SALANI EDITORE)

Storie senza eroe che hanno cambiato il mondo. Sventurata è la terra che ha bisogno di eroi, scriveva Bertolt Brecht, ma è difficile credere che avesse ragione se poi le storie degli eroi sono le prime che sentiamo da bambini, le sole che studiamo da ragazzi e le uniche che ci ispirano da adulti. La figura del campione solitario è esaltante, ma non appartiene alla nostra norma: è l’eccezione. La vita quotidiana è fatta invece di imprese mirabili compiute da persone del tutto comuni che hanno saputo mettersi insieme e fidarsi le une delle altre. È così che è nata Wikipedia, che è stato svelato il codice segreto dei nazisti in guerra e che la lotta al razzismo è entrata in tutte le case di chi nel ‘68 guardava le Olimpiadi. Michela Murgia ha scelto sedici avventure collettive famosissime o del tutto sconosciute e le ha raccontate come imprese corali, perché l’eroismo è la strada di pochi, ma la collaborazione creativa è un superpotere che appartiene a tutti. Una tempesta alla fine sono solo milioni di gocce d’acqua, ma col giusto vento.

9) “L’OMBRA DEL DUCE” – Michele Rocchetta – (EDIZIONI EPOKE’)

1944 l’operazione Valchiria ha avuto successo ponendo fine alla guerra prima che gli alleati arrivassero nel cuore della Germania nazista. Hitler è morto, Mussolini è fuggito. Un’Europa neutrale si frappone ai due grandi protagonisti della guerra fredda: USA e URSS. L’Italia è divisa in due. A sud i Savoia, a nord la Repubblica Federale dell’Alta Italia, nata dalla lotta partigiana. Ma la pace duramente conquistata è solamente apparente. A metà degli anni ’50 le nazioni giocano una partita a scacchi, che potrebbe riaprire laceranti ferite nel cuore dell’Europa. In questo equilibrio precario l’ago della bilancia è un’atipica coppia di spie: Alberto Scandellari e Georges Leconte. Dalla quarta di copertina: Nome in codice: Vento, il suo nome di battaglia da partigiano. Era bravo a scovare i fascisti latitanti e consegnarli alla giustizia della Repubblica, oppure, se necessario, a eseguire le sentenze sul posto. Ventidue sentenze all’attivo. La media degli agenti SLL si aggirava attorno alle dieci. Impossibile abbassare la media di missioni portate a termine con successo sotto il cento per cento: il primo insuccesso corrispondeva alla morte. Perciò dormiva con la pistola sotto al cuscino, per questo riposava con un occhio solo. Non voleva scendere sotto il cento per cento.

10) “IL CASO K” – Antonio Baroni – (LIBERILIBRI)

“Il caso K.”, pubblicato per la prima volta nel 1997 dall’Istituto di Cultura Koestler di Parigi, meritò una delle cinque borse di studio messe in palio da quell’Istituto per onorare la memoria di Arthur Koestler nel cinquantasettesimo anniversario dell’uscita di “Darkness at Noon” (Buio a Mezzogiorno). L’autore, in un’atmosfera surreale ed onirica, intrecciando il ricordo ossessivo di dolorose vicende personali con la memoria di quelle del “reo confesso” Nikolaj Ivanovic Bukharin, alias ex-commissario Rubasciov (e di mille altre vittime delle purghe staliniane a cui si ispira il romanzo di Koestler), rende tutto l’orrore della macchina poliziesco-giudiziaria, quando essa riesce a strappare la confessione di colpe inesistenti, attraverso tortura fisica o solo psicologica. Il lirismo della narrazione, densa di richiami letterari, storici, filosofici, non può distogliere da una inevitabile riflessione sull’uso confessorio del carcere preventivo, ancora ampiamente e barbaramente praticato nel nostro Paese.

11) “SCREAMING DORA” – Laura Scaramozzino – (WATSON EDITORE)

Dora ha quindici anni e vive in una società futura che non conosce il dolore e l’invecchiamento. L’Apathoxina ha cancellato qualsiasi forma di sofferenza. Grazie al puntophone, un innesto biotecnologico inserito nel polso, gli uomini possono evitare qualunque situazione avversa e controllare le attività dei robot. Il sesso è regolato da programmi di Libero Accoglimento e la morte arriva dopo i cento anni attraverso il Programma di Accompagnamento Meditativo. Un giorno Dora ha un incubo terribile. Il padre la porta in un centro benessere in cui le viene iniettata una dose rafforzativa di Apathoxina. Ma dopo essere tornata nella villa liberty in cui vive inizia ad avere delle visioni e a pensare in modo ossessivo alla madre morta. Sempre più in ansia e incomprensibilmente libera dall’effetto del farmaco, Dora ricorda di aver sognato un misterioso quadro del passato. Un presentimento la porta a collegare la morte della madre all’opera. Decisa a far luce sul mistero chiede aiuto all’unica persona di cui si fida: il compagno di classe Gabriele. Grazie a delle memoproiezioni e a una vecchia favola piena di indizi, Dora e il suo migliore amico partono alla ricerca di verità nascoste…

12) “LA STORIA DI QIU JU” – Chen Yuanbin – (ASIASPHERE)

Qiu Ju, moglie di un contadino che ha ricevuto un calcio nei testicoli dal capovillaggio, è decisa a tutti i costi a ottenere giustizia: nonostante sia incinta sopporta ripetuti viaggi anche fino a Pechino e affronta i labirinti della burocrazia per correggere una sentenza (sostanzialmente assolutoria) che non ritiene equa. Quando avrà giustizia, sarà troppo tardi e resterà insoddisfatta anche lei. Qiu Ju è una persona semplice, di buon cuore ma determinata, che esemplifica i meriti delle donne della campagna cinese.

13) “SULLA SOGLIA. LA COSTRUZIONE DELL’IDENTITÀ ATTRAVERSO I MITI DI NON PASSAGGIO ” – Ida Basile – (EDIZIONI EPOKE’)

Il saggio affronta le tematiche dell’identità e dell’accettazione di sé all’interno della cornice storica e sociale dell’antica Grecia. Gli strumenti educativi utilizzati dai Greci per preparare i giovani al loro futuro ruolo attivo di cittadini nella polis e alle tappe fondamentali che scandiscono una vita segnata dalla finitezza sono i miti. L’autrice ha individuato una nuova categoria mitica, quella dei miti di “non passaggio”: esempi di come il cattivo comportamento del singolo sia portatore di vendetta divina non solo ai suoi danni, ma a lungo andare anche ai danni della società in cui vive. All’interno di questi particolari miti non si troveranno quindi imprese eroiche, anzi: i protagonisti sono empi che, negando il corso naturale degli eventi e dell’esistenza, cercano di emulare l’eternità di figure immutabili come gli dei e, per questo, verranno puniti.
Dalla quarta di copertina: Adone, Ippolito, Atalanta, Orfeo. Cos’hanno in comune questi protagonisti di miti dell’antica Grecia? Sono incompiuti, sono uomini e donne che si rifiutano di accettare le tappe della vita. Ida Basile ne studia le storie, segnate dall’incapacità di oltrepassare un dato limen, e crea una nuova categoria: i miti di “non passaggio”.

14) “BARRACOON. L’ULTIMO SCHIAVO” – Zora Neale Hurston – (66THAND2ND)

Nel 1927 Zora Neale Hurston si recò a Plateau, in Alabama, per intervistare Cudjo Lewis, un sopravvissuto della “Clotilda”, l’ultima nave negriera sbarcata in America. Cudjo era l’unico testimone ancora in vita della «tratta atlantica» degli schiavi africani, una pagina fondamentale ma spesso rimossa della storia americana. Nel 1931, determinata a conoscere meglio le peripezie della «sua gente», la Hurston tornò a Plateau per raccogliere la storia completa di Lewis che, tra scorpacciate di pesche e cocomeri, le raccontò le circostanze della sua cattura per mano dei guerrieri del Dahomey, la prigionia nel «barracoon», la traversata dell’oceano, il lavoro nei campi fino allo scoppio della Guerra Civile, e la fondazione di Africatown.

15) “IL SILENZIO DELLE NOSTRE PAROLE” – Simona Sparaco – (DEA PLANETA LIBRI)

È quasi mezzanotte e una nebbia sottile avvolge la metropoli addormentata. In un palazzo di quattro piani, dentro un appartamento disabitato, un frigorifero va in cortocircuito. Le fiamme, lente e invisibili dall’esterno, iniziano a divorare ciò che trovano. Due piani più in alto, Alice scivola nel sonno mentre aspetta il ritorno di Matthias, il ragazzo che ama con una passione per lei nuova e del quale non è ancora riuscita a parlare a sua madre, che abita lontano e vorrebbe sapere tutto di lei. Anche Bastien, il figlio della signora che occupa un altro degli interni, da troppi mesi ormai avrebbe qualcosa di cruciale da rivelare alla madre, ma sa che potrebbe spezzarle il cuore e non trova il coraggio. È un altro tipo di coraggio quello che invece manca a Polina, ex ballerina classica, incapace di accettare il proprio corpo dopo la maternità, tantomeno il pianto incessante del suo bambino nella stanza accanto. Giù in strada, nel negozio di fronte, Hulya sta pensando proprio a lei, come capita sempre più spesso, senza averglielo mai confessato, ma con una voglia matta di farlo. Per tutti loro non c’è più tempo: un mostro di fuoco sta per stravolgere ogni prospettiva, costringendoli a scelte estreme per colmare quei silenzi, o per dare loro un nuovo significato. Simona Sparaco indaga i momenti terribili in cui la vita e la morte si sfiorano diventando quasi la stessa cosa, e in cui le distanze che ci separano dagli altri vengono abbattute dall’amore più assoluto, quello che non conosce condizioni. Vincitore del premio DeA Planeta 2019.

16) “L’OMBRA DEL VERO” – Carla Magnani – (LE MEZZELANE CASA EDITRICE)

Come in un confessionale, il mondo si avvicenda attorno al letto di Anastazia, che ha cercato di uccidersi per la paura del dolore.
Una profonda riflessione sul male di vivere e sul potere della mente.

Nonostante la sua vita appaia realizzata e priva di problemi, Anastasia, la protagonista, decide di togliersi la vita. Lo fa per non andare incontro a un futuro, imprevedibile dolore, ma il suo il tentativo fallisce e lei si ritrova in coma. È paralizzata e non può parlare, e tutti pensano che non sia neppure in grado di sentire, né pensare. Al suo letto si avvicenderanno i parenti, gli amici, il personale sanitario che, convinti perlopiù di non essere uditi, sono disposti a confessarsi, a raccontarsi oltre ogni pudore. La stanza del reparto di rianimazione diviene quindi un teatro della verità, un luogo dove si entra per spogliarsi, un confessionale, mentre Anastasia riempie il tempo apparentemente vuoto declinando una sorta di dizionario dei sentimenti e delle cose notevoli dell’esistenza. In ordine alfabetico, scorrono ricordi o pensieri che fanno tutt’uno con la narrazione. Da tutto ciò la protagonista trarrà insegnamenti che la costringeranno alla necessaria maturazione, guidandola verso un esito diverso da quello che aveva immaginato.

17) “L’UCCELLO PADULO” – Giovanni Lucchese – (ALTER EGO)

Affascinante, nobile e scandalosamente ricco. È Gianandrea Ludovisi, detto Billo, un ragazzo che trascorre il tempo tra shopping sfrenato, sesso occasionale, droga e notti brave in giro per la Capitale. Al termine di una di queste serate, ridotto in uno stato pietoso, Billo conosce Mamma Sophie, un’attempata trans che gestisce una piccola masnada di personaggi eccentrici. Tra i due nasce un’amicizia tanto insolita quanto profonda. Il rapporto di Billo con la nobile famiglia di appartenenza, composta da un padre arrogante e megalomane, una madre stralunata e depressa, e due fratelli completamente privi di carattere, inizierà a sfaldarsi sempre di più, in favore del fascino che il gruppo di Mamma Sophie esercita su di lui. “L’uccello padulo” è un romanzo provocatorio e irriverente, una processione di personaggi bizzarri e anomali che si sono inventati un proprio ruolo nel mondo. Ma è anche un affresco nostalgico e tenero di un’età di mezzo, una poesia visionaria sul concetto di appartenenza e di famiglia, un processo di trasformazione di un protagonista che ha, in sé, una buona fetta di tutte le contraddizioni umane.

18) “SE I PESCI GUARDASSERO LE STELLE” – Luca Ammirati

Samuele ha trent’anni, una gran voglia di essere felice e la fastidiosa sensazione di girare a vuoto, proprio come fa Galileo, l’amico “molto speciale” con il quale si confida ogni giorno. Sognatore nato, sfortunato in amore, vorrebbe diventare un creativo pubblicitario ma i suoi progetti vengono puntualmente bocciati. Così di giorno è un reporter precario e malpagato, mentre la sera soddisfa il proprio animo poetico facendo la guida al piccolo osservatorio astronomico di Perinaldo, sopra Sanremo: un luogo magico per guardare le stelle ed esprimere i desideri. Proprio lì, la notte di San Lorenzo incontra una misteriosa ragazza, che dice di chiamarsi Emma e di fare l’illustratrice di libri per bambini. Samuele ne rimane folgorato e la invita a cena, ma è notte fonda e commette il più imperdonabile degli errori: si addormenta. Quando si risveglia, Emma è scomparsa nel nulla. Ma come la trovi una persona di cui conosci soltanto il nome? Non sarà l’ennesimo sogno soltanto sfiorato? In un tempo in cui persino l’amore sembra un lusso che non possiamo permetterci, questo romanzo di Luca Ammirati ci ricorda che per realizzare i nostri desideri è necessaria un’ostinazione che somiglia molto alla follia. E che a volte bisogna desiderare l’impossibile, se vogliamo che l’impossibile accada.

19) “IL CANTO DI PENELOPE” – Margaret Atwood – (PONTE ALLE GRAZIE)

Fedele e saggia, Penelope ha atteso per vent’anni il ritorno del marito che, dopo aver vinto la guerra di Troia, ha vagato per il Mar Mediterraneo sconfiggendo mostri e amoreggiando con ninfe, principesse e dee, facendo sfoggio di grande astuzia, coraggio e notevole fascino, e guadagnandosi così una fama imperitura. E intanto che cosa faceva Penelope, chiusa in silenzio nella sua reggia? Sappiamo che piangeva e pregava per il ritorno del marito, che cercava di tenere a bada l’impulsività del figlio adolescente, che si barcamenava per respingere le proposte dei Proci e conservare così il regno. Ma cosa le passava veramente per la testa? Dopo essere morta e finita nell’Ade, Penelope non teme più la vendetta degli dèi e desidera raccontare la verità, anche per mettere a tacere certe voci spiacevoli che ha sentito sul suo conto. La sua versione della storia è ricca di colpi di scena, dipana dubbi antichi e suggerisce nuovi interrogativi, mettendo in luce la sua natura tormentata, in contrasto con la sua abituale immagine di equilibrio e pacatezza. L’autrice di culto Margaret Atwood, con la sua scrittura poetica, ironica e anticonvenzionale, dà voce a un personaggio femminile di grande fascino, protagonista di uno dei racconti più amati della storia occidentale.

20) “INCANTESIMI NELLE VIE DELLA MEMORIA” – Giuseppe Gallato – (CARAVAGGIO EDITORE)

Quando la notte spegne i riflettori della coscienza razionale, la mente è libera di condurci dove il nostro Sé più autentico, la nostra natura, può vagare per rigenerarsi. Ma questa rinascita non è un processo facile o scontato: è invece un viaggio epico in cui non mancano pericoli e ambiguità. È il significato alla base dei racconti di Giuseppe Gallato, storie dalle trame insidiose come il caleidoscopio dei sentieri dell’animo umano, che oscillano senza sosta tra le pulsioni più buie e le passioni più pure; storie che si sviluppano sul margine sottile di quella linea astrale-onirica dove condizionamenti psicologici, esperienze di vita e paure si fondono a vari livelli. Un confine inscindibile tra reale e irreale, mai nettamente distinto, che spesso rischia di disorientarci, ingannarci, confonderci.


Eccoci giunti alla fine di questa lunga lista di consigli di lettura per le vacanze estive 2019!

Cosa ne pensate? C’è qualche libro che avete letto o che andrete a leggere?

Fatemi sapere quali saranno i libri che vi terranno compagnia durante questa estate (o che vi hanno già tenuto compagnia, se siete già stati in vacanza)!

Buone letture e buone vacanze!

Chi sono

29 anni, blogger, agente letteraria e mamma di Gemma. Credo fermamente nella bibliodiversità e nelle realtà editoriali indipendenti, le quali spesso nascondono perle di cui pochi sono a conoscenza.

[SEGNALAZIONE]: “Il Viaggio. Le lacrime di Venere”

Quattro giorni fa, il 25 novembre, era la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, una data importante che segna l’urgenza di intervenire per porre fine alla strage di donne che attanaglia il nostro paese, oggi voglio parlarvi del progetto editoriale “Il Viaggio“, patrocinato dalla Regione Autonoma della Sardegna,
che racchiude il romanzo “Le lacrime di Venere“, di Ivan Bacchion.

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[SEGNALAZIONE]: “Al presente, tutto”

Esperto di sviluppo internazionale e diritti umani con le Nazioni Unite in Palestina, Haiti e in vari paesi dell’America Latina e dei Caraibi, Giuman ci porta in Honduras, nel giugno del 2009, quando il Presidente viene arrestato e detenuto dai militari per essere poi deportato in Costa Rica.

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