Recensisco oggi il libro “Il battito riflesso” di Elisa Calabretta, edizioni Convalle.
Come ho avuto già modo di dirvi in precedenza, questo è un libro importante perché è una coraggiosa denuncia di uno dei mali dei tempi, che colpisce le fasce più giovani della società: l’anoressia.
Elisa Calabretta oggi dedica la sua vita alla danza. È una ballerina e insegnante che ha trovato nella danza lo strumento introspettivo e di relazione con l’altro e con il mondo che l’ha aiutata a superare momenti molto difficili.
Il libro inizia con la spiegazione del titolo ed io l’ho trovata meravigliosa. Calabretta dice che ha scelto questo titolo perché descrive al meglio la sua vita e la sua esperienza; “battito” come quella vita che desiderava nuovamente sentire appartenerle, “riflesso” come la malattia che viveva attraverso la sua immagine che vedeva allo specchio.
Mi trovo d’accordo con l’autrice, purtroppo, quando dice che viviamo in un mondo in cui il corpo è vetrina, non contenuto, e questo crea una grande confusione specialmente tra gli elementi più giovani della società. Si bada più a un corpo atletico che a un cuore buono.
Dopo anni passati a rifiutare il cibo, ad evitare le cene in compagnia con gli amici, a chiudersi in sé stessa ed a coltivare un’ossessione per gli specchi, oggi Elisa Calabretta sta bene, è guarita da questo terribile male. Nel libro ci dice che oggi il cibo non è più la sua ossessione, che non si sveglia la mattina pensando alle calorie che dovrà ingerire durante la giornata, né a cosa potrà eliminare.
La cosa importante è che oggi lo specchio non è più suo nemico, ma un alleato. Quando si trova davanti allo specchio della sala prove, si sente realmente viva, realizzata. Mentre danza, Elisa Calabretta, vive e vede il suo corpo in modo diverso, probabilmente perché in quei momenti da forma a qualcosa che ha dentro.
“È difficile intraprendere un viaggio dentro di sé,
è difficile ammettere le nostre debolezze, rivedere le
priorità, smettere di colpevolizzare la vita”.
…
“Le mie cicatrici mi ricordano il fondo.
Mi ricordano chi ero e chi non voglio più essere”.
L’importanza de “Il battito riflesso”
L’aspetto che ho apprezzato di più de “Il battito riflesso” e della sua autrice è la voglia, quasi bisogno urgente, di diventare testimonianza viva di quello che l’anoressia è, di quello che l’anoressia fa e di come questa terribile malattia possa uccidere. Elisa Calabretta, spesso, va nelle scuole a parlare della sua esperienza e credo che sia l’approccio migliore: mettersi a nudo davanti agli adolescenti, prime vittime della spietata tendenza ad ottenere un corpo e una bellezza irraggiungibili.
Sono felice che sia stato scritto questo libro e spero di conoscere presto Elisa Calabretta per esprimerle la mia sincera ammirazione per il suo percorso e la sua rinascita.
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