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Intervista a Francesca Di Martino, editrice di Edizioni Piuma

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Cari lettori, oggi condivido con voi la piacevole chiacchierata che ho fatto con Francesca Di Martino, editrice di Edizioni Piuma.

1) Cara Francesca, benvenuta a LeggIndipendente. Io ti ho conosciuta nelle vesti di editrice di Edizioni Piuma, ma so che è da poco che ricopri questo incarico. Chi era Francesca Di Martino prima di Edizioni Piuma e come sei arrivata a ricoprire il ruolo di editrice?

Ciao Virginia, grazie per avermi dedicato questo spazio per parlare del mio lavoro. Ho preso in mano Edizioni Piuma a dicembre del 2018 , da allora, strada facendo, sto imparando ogni giorno questo mestiere ricco di emozioni, ma anche di tante difficoltà.

In passato, la mia carriera è iniziata nell’ambito della televisione, come autore. Scrivevo contenuti per la televisione e montavo servizi video per diversi programmi. Un’esperienza diversa, ma che mi ha formato tantissimo. In seguito, ho arricchito la mia esperienza nel campo dell’illustrazione, riprendendo quella che era da sempre la mia passione da ragazza, ovvero quella del disegno. A quel punto il mio lavoro ha incrociato quello di un’altra ragazza che scriveva testi. Insieme avevamo iniziato l’avventura del self publishing. Ma visto che non sto mai ferma e mi piace scoprire cose nuove, seguendo intuizioni e desideri, ho approfondito lo sviluppo di app per bambini. Sono riuscita così a portare avanti diversi progetti dedicati alle storie interattive per per i più piccoli. Divertentissimo! Quando poi si è presentata l’opportunità di prendere le redini di Edizioni Piuma non mi sono tirata indietro, ho deciso di provarci fino in fondo. Il mio sogno più grande, infatti, è quello di vedere crescere una casa editrice indipendente con progetti di qualità. Sfida ancora più difficile, ma davvero entusiasmante.

2) Cosa c’è dietro il lavoro di una casa editrice? Quali aspetti ritieni più difficili?

Dietro una casa editrice c’è tantissimo lavoro. A volte estenuante a volte emotivamente incredibile. Ho la fortuna di avere accanto delle persone meravigliose, pazienti che credono in me. Ogni giorno bisogna lavorare, mettere insieme tanti piccoli pezzetti della filiera. Quando si decide di pubblicare un libro, ad esempio, bisogna fare pace con il cervello. Prima di tutto pubblicare è un investimento a scatola chiusa. Nessuno ti potrà dire: “andrà bene, sarà al top delle vendite, vai tranquilla e spendi il tuo budget”. Bisogna crederci e bisogna avere il più possibile le idee chiare se è una storia da pubblicare oppure no. Poi occorre progettare il libro, dalla sua forma al suo impatto sul mercato. Occorre vedere e rivedere sperando che non sfuggano refusi, insomma occorre del tempo per fare un buon libro. C’è dunque una parte di lavoro che segue la creatura fino alla stampa, mettersi d’accordo con gli autori, gli illustratori, ottenere la loro fiducia… Poi, poi c’è la sfida più grande: accendere le luci sul mercato, far notare il libro e organizzare strategie e campagne, insomma conquistare la fiducia di librai e blogger, che vengono ogni giorno invasi da proposte di cui parlare. Insomma, non bisogna fermarsi e dare per scontato che se una volta si ricordano di te vorrà dire che sei presente la volta dopo. Tutto dipende dai libri, dalla linea editoriale che deve essere chiara e innovativa.  

3) Quale è la mission di Edizioni Piuma? Ci sono generi letterari che preferite pubblicare?

La prima mission di Edizioni Piuma è essere presente nel mercato editoriale. È una casa molto piccola che ha bisogno di farsi conoscere con il tempo. Per il momento stiamo costruendo una collana dedicata ai mondi paralleli per giovani lettori, i “Codici”, nella quale credo molto. Lavoriamo su storie che riprendono il genere distopico per farlo arrivare a un pubblico di teenager. 

Scenari apocalittici, disastri globali, nuove tecnologie e futuri futuribili sono la mia passione, e, credimi, parlarne adesso sembra assumere per me delle valenze nuove, con tutto quello che sta accadendo a livello planetario. Quindi, nel mio piccolo, se riesco a offrire spunti e riflessioni in più da dare ai ragazzi, sono davvero contenta.

4) Qual è l’errore che, secondo voi, un autore emergente commette durante l’approccio o la presentazione di un proprio progetto editoriale ad un editore?

Secondo me, una cosa che non dovrebbero mai fare gli autori o gli illustratori è inviare senza avere un’idea di chi sia il loro interlocutore, cioè senza fare una scrematura. È utile conoscere l’editore, lo stile e quindi la sua linea editoriale. In questo modo ci sarebbe più tempo per tutti.

Poi confrontarsi con quello che c’è già, studiare e trovare il modo meno scontato di raccontare la propria idea.

5) Cosa vuol dire per te svolgere il mestiere di editore?

Lavoro. Significa lavoro. Riuscire a trasformare una propria passione in un vero lavoro è un’impresa titanica, soprattutto se si è partiti da zero come ho fatto io. Ma come avrai capito a me le cose facili non mi entusiasmano. 

6) Che cosa ti rende felice di questo mestiere e che cosa no?

L’aspetto che mi soddisfa di più nell’essere un editore è ascoltare le storie di un autore, cercare di curarne la pubblicazione affinché qualcuno abbia nella propria libreria proprio quella storia. 

La cosa più difficile di questo mestiere è farlo.

7) Cosa ritieni fondamentale non debba mancare in un libro?

É semplice rispondere: in un libro non deve mai mancare una buona storia.

8) In che cosa vi sentite differenti rispetto a molte altre case editrici?

Ogni casa editrice è diversa, il bello è proprio questo. Mi piace stare in un ambito dove le idee diverse arricchiscono il panorama. Quindi spero che l’essere sempre alla ricerca di un equilibrio tra leggerezza e incisività possa essere sempre la strada da seguire per Piuma per farsi notare in futuro.

9) Quali sono i progetti futuri di Edizioni Piuma?

Il prossimo inverno arriverà “Dastan, verso il mare” di Laura Scaramozzino, secondo appuntamento per i “Codici”, poi ci sarà Everlasting di Juliette Pierce, un distopico un po’ più adulto e poi un terzo e atteso appuntamento che sto definendo proprio in questi giorni… quindi non posso dire nulla di più, se non quello di continuare a seguirci. 

Chi sono

29 anni, blogger, agente letteraria e mamma di Gemma. Credo fermamente nella bibliodiversità e nelle realtà editoriali indipendenti, le quali spesso nascondono perle di cui pochi sono a conoscenza.

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