Cari lettori, oggi la nostra Serena Pisaneschi ci parla di “Benzina” di Nicola Pera, edito MdS edizioni.
Appena ho letto le prime righe di “Benzina”, scritto da Nicola Pera ed edito da MdS, sono stata catapultata in mezzo a una scena di un film americano, girato in un deserto con le palle di sterpi che rotolano ai lati della strada e un caldo torrido a sciogliere l’asfalto all’orizzonte. Avete presente, vero? Una macchina che sfreccia, un guidatore sudato e stanco, il paesaggio arso dal sole, e una voce fuoricampo che, in prima persona, ci racconta tutto quello che stiamo vedendo. Se il romanzo fosse stato ambientato in un’altra epoca sarebbe stato l’inizio perfetto di un western, ma non siamo in America bensì in Puglia, e il protagonista (purtroppo per lui) non è Clit Eastwood.
TRAMA
Del protagonista non conosceremo mai il nome e in realtà le vicende del ‘presente’ si svolgono solo nell’arco di alcune ore, ma l’autore è bravissimo a costellare la narrazione di numerosi flash-back che ci raccontano chi sia questo ragazzo in viaggio in un caldo pomeriggio pugliese. Ma in viaggio da dove? Verso dove? Perché? A queste domande Nicola Pera risponde con ogni salto nel passato e, devo dire, con una discreta maestria.
IL PROTAGONISTA
È un ragazzo che non brilla per intelligenza o carattere (non me ne vorrà l’autore), ma la sua ingenuità fa quasi tenerezza, una specie di Forrest Gump più sfortunato e circondato da persone sbagliate. Una di queste persone è Louise, indomita ragazza che lo trascinerà in un vortice senza ritorno.
LOUISE
Ribelle, sanguigna, più dedita all’impulso che alla logica, comanda a bacchetta il povero ragazzo che non ha abbastanza nervo per tenerle testa. Lei rappresenta perfettamente il diavoletto cattivo sulla spalla del protagonista e il malcapitato le obbedisce inebetito e costretto dagli eventi. Senza timore di rivelare niente posso dire che, a un certo punto, il ragazzo si fa coraggio e parafrasando il tenero Forrest si dice: “io non sono un uomo intelligente, ma so la follia che significa” mettendo così fine al suo asservimento.
LINGUAGGIO
Il registro usato dall’autore è grezzo e diretto, perfetto per il contesto del raccontato. La lettura scorre veloce, come dicevo all’inizio molto spesso ci si sente catapultati un un film. Le descrizioni sono precise e taglienti, i sensi vengono stimolati a dovere e le scene arrivano schiette nell’immaginario di chi sfoglia le pagine.
CONCLUSIONE
“Benzina” è un romanzo che si fa leggere d’un fiato, intriso di eventi rocamboleschi che il sapiente utilizzo dei flash-back ci fa vivere come fossero attuali. Il titolo scelto dall’autore fa riferimento senz’altro al fatto che i due ragazzi rimangono spesso a secco, ma anche a una certa ‘volatilità’ degli esseri umani, dei protagonisti in particolare. Cosa resta di ognuno di noi negli altri? Qual è il nostro peso? Uno spunto su cui, alla fine del romanzo, siamo portati a riflettere.
(RECENSONE DI SERENA PISANESCHI)
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