Cari lettori, oggi vi parlo dell’emozionante libro di Annamaria Vargiù, “E lo chiamano amore”, edito da Porto Seguro Edizioni.
LA TRAMA
Quelli di questo libro sono amori fatti di sopraffazione e violenza, sia fisica che psicologica. Sono turpi, dolci illusioni che si trasformano in incubi. E sono oscuri. Amori che si presentano affascinanti e seducenti e finiscono poi per aggrapparsi alla vittima e succhiarne la linfa vitale. Con questa raccolta, Annamaria Vargiù ci presenta sapientemente la faccia più spietata di un sentimento crudele che usurpa il nome di amore. E che spesso costringe al silenzio le stesse vittime.
IL TEMA DEL LIBRO
“E lo chiamano amore” è una raccolta di racconti che presenta “amori” che si mostrano affascinanti e seducenti e finiscono poi per aggrapparsi alla vittima e succhiarne la linfa vitale. Non sono solo amori di coppia, ma viene analizzato anche l’amore materno, filiale, tra sorelle. Purtroppo questo sentimento è spesso concepito in modo distorto magari anche involontariamente. A dispetto del tema centrale dei racconti, questo è comunque un libro aperto alla speranza. I vari racconti hanno quasi tutti un finale positivo ma invitano a riflettere, a cogliere i segni di un sentimento distorto, a volte pericoloso. È anche un invito a non chiudersi in se stessi, a non isolarsi ma a saper chiedere aiuto.
I PERSONAGGI
I personaggi rispecchiano i tanti tipi umani che popolano la nostra società. L’autrice cura molto il loro carattere e la loro psicologia. Alcuni personaggi si presentano spontaneamente durante la lettura e sembra interagiscano direttamente con il lettore.
LA COSTRIZIONE
Un tema fondante è quello della costrizione che si viene a manifestare spesso in rapporti che sembrano amore; alla base c’è sempre una sorta di prigionia, che in questo caso annichilisce la protagonista del racconto, la schiavizza, la svuota di interessi e ideali personali, e la riempie di doveri rigidi e meccanici.
LA STRUTTURA DEL LIBRO
La suddivisione in racconti rende la lettura scorrevole e leggera, facilmente divisibile in più tempi, conciliando la lettura ad altri impegni. Il romanzo non si annida mai su un solo argomento, per quanto ci sia un filone unico che tiene legate le diverse parti. Ciò rende la lettura dinamica e mai noiosa.
Diverse sono le parti dialettali presenti in svariati racconti. Il dialetto napoletano rende più veritiere le vicende e appassiona in maggior modo chi il dialetto lo conosce.
CONCLUSIONE
“E lo chiamano amore” è un romanzo di crescita ma anche di riflesso, per il fatto che diversi lettori possono trovare la loro storia in questi nove racconti a tema. È un romanzo a largo respiro, che indaga il lato oscuro dei sentimenti, e fa capire che in fondo non sempre ciò che risponde alla parola amore è Amore.
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