“In quell’Epoca, verità e bugia erano mescolate con un impegno talmente generoso che non era per nulla semplice distinguerle. Si abbracciavano nella voce di chi parlava e danzavano nelle orecchie di chi ascoltava, fino a confondersi, fino a sembrare un’unica cosa.”
LA TRAMA
Prendendo le mosse dall’assurda vicenda burocratico-giudiziaria che ha visto protagonista la sua azienda, l’autore racconta di come il valore della realtà possa diventare virtuale e dei paradossi, pregiudizi, superficialità, arbitrarietà e ingiustizie di cui lui, i suoi dipendenti e la sua famiglia sono stati vittime. Una piccola vicenda italiana che arriva a investire argomenti sensibili e importanti come le trappole della burocrazia, la paura utilizzata a vantaggio della politica e le nuove modalità comunicative e relazionali che hanno cambiato il quotidiano nell’ambito privato e in quello pubblico. In un tempo futuro, il migliore possibile, una lezione di storia che racconta la vita tra la fine del secondo e l’inizio del terzo millennio.
L’ESPERIENTE LETTERARIO
Gentilini, attraverso un espediente letterario che ha da invidiare poco i grandi autori, parla di una disavventura che ha vissuto, sintomo di una burocrazia, quella italiana, incartata e contraddittoria.
Per raccontare la sua storia, Gentilini mette in scena una storia nella storia: ci troviamo in un’aula delle scuole superiori in un futuro prossimo. Qui, un docente è intento in una lezione di Storia e racconta ai suoi studenti la stranezza degli anni tra la fine del secondo millennio e i primi decenni del terzo. Anni nei quali c’è stato una grane innovazione nel settore della comunicazione, grazie alla quale la vita di tutti è cambiata, in bene e in male. In poche parola, l’insegnante spiega i meccanismi di quel periodo narrando una vicenda realmente accaduta in Italia nel secondo decennio del 2000.
E questa altra non è che la stessa, assurda vicenda burocratico-giudiziaria che ha visto protagonista la sua azienda, l’Attico Soa.
L’autore ha modo di parlare di come alcuni valori possano diventare così fluidi e “virtuali”, da sconfinare nel paradosso, ma parla anche di arbitrarietà e ingiustizie di cui lui, i suoi dipendenti e la sua famiglia sono stati vittime.
L’autore, per raccontare questa vicenda, usa due piani narrativi: quello oggettivo, dato dal discorso del docente agli alunni, che espone i fatti con chiarezza e precisione, e quello soggettivo, della voce del diretto interessato.
La vicenda narrata nel libro ebbe inizio nel 2014, quando Gentilini, i familiari e i suoi dipendenti, e le rispettive famiglie, ricevono la visita della Guardia di Finanza.
Un vero e proprio calvario giudiziario quello vissuto da Gentilini e dai dipendenti della sua azienda, che l’autore racconta in modo minuzioso, servendosi di un metodo simile alla cronaca e, quindi, imparziale che conduce il lettore nel lungo tragitto percorso dall’autore.
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