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lo sbarco

Lo sbarco

Autore: Gennaro Di Biase

Editore: Guida Editore

Categorie: Libri

Cari lettori, oggi vi parlo de “Lo sbarco”, romanzo del giornalista e scrittore Gennaro Di Biase, edito da Guida Editori. Ho conosciuto l’autore qualche mese fa in occasione del Salone Internazionale del Libro di Torino (qui trovate la breve intervista) e la storia che ha narrato in questo libro, oltre ad essere avvincente ed intrigante, denota una spiccata conoscenza dei temi affrontati e dei luoghi teatro della narrazione.

TRAMA

Piazza del Plebiscito, 8 dicembre 2018: “Un’astronave, un enorme insetto nero, si impossessa del cielo” per pochi minuti. Per qualche giorno, la città viene messa offline e militarizzata. Lentamente, tutto sembra tornare nella norma, ma all’ombra del Vesuvio si diffondono nuove idee e insoliti gruppi armati o religiosi: gli Scettici, i Raeliani, i Warriors, i Pacifisti Militanti. Protagonisti della vicenda sono i capi di questi movimenti, le vite di quattro coinquilini, ricercatori precari alla facoltà di Lettere e Filosofia della Federico II, Napoli e i suoi abitanti. Nessuno sa realmente cosa sia successo e prova a scoprirlo insieme al lettore. Questa scoperta è l’intento della narrazione: trascinare la fantascienza nella cronaca, trasportare il tema degli alieni in una storia realista su ciò che è improbabile ma possibile. In un clima distopico ma sempre verosimile, in una città, Napoli, “più brava a sopravvivere che a vivere”, si assisterà a un secondo sbarco non meno misterioso del primo, a guerriglie urbane e roghi di soldi. Una delle protagoniste della vicenda, Eva Cangemi, filosofa precaria all’Università, è autrice di un saggio (Per una religione laica: l’Umanità oltre il denaro. Manifesto del Pacifismo Militante), pubblicato qui in appendice. Trattando il sistema monetario “alla stregua di un monoteismo”, il lavoro (citando fonti economiche e filosofiche, da Sloterdijk a Keynes, da Siti a Deleuze) delinea pregi e disfunzioni di una religione, quella del monetarismo, che “col Tardocapitalismo sembra essere divenuta opposta al benessere della specie”.

RECENSIONE

Lo sbarco” di Gennaro Di Biase è un romanzo che si colloca a metà strada tra la fantascienza e la distopia, ma in questo libro il tratto dispotico è usato come espediente letterario per parlare della realtà o, come l’ha definita l’autore, “del di qua”.

Evento principale del romanzo è l’avvistamento collettivo di un ufo che, stando ad alcuni testimoni, avvenne realmente a Phoenix nel 1997. Gennaro Di Biase immagina che lo stesso avvistamento sia avvenuto a Napoli, in Piazza Plebiscito nel dicembre del 2008.

La società rimane visibilmente scossa da questo evento e, anche se il governo cerca in un primo momento di tenere a bada l’agitazione collettiva, le persone sentono che qualcosa sta accadendo, che qualcosa o qualcuno ha messo piede sulla terra. 

LE QUATTRO FAZIONI

Da queste agitazioni nascono reazioni molto forti sia da parte delle istituzioni, ma soprattutto da parte della società che inizia a dividersi in quattro fazioni contrapposte, ognuna con le proprie idee circa l’avvistamento e ognuna portatrice di teorie sul futuro di questo avvistamento. Le fazioni sono quelle degli Scettici, dei Realiani, dei Warriors e dei Pacifisti Militari.

Come succede in ogni gruppo e fazione, anche in questo caso vengono nominati quattro leader; nessuno sa cosa sia accaduto e l’intero romanzo è basato sulla ricerca della verità.

L’intento profondo del romanzo è però un altro, ossia quello di utilizzare fantascienza e realtà per parlare di ciò che apparentemente potrebbe sembrare improbabile, ma che in realtà è possibile.

IL POSSIBILE

Il possibile è proprio l’elemento principale de “Lo sbarco” perchè molto spesso capita che ognuno di noi si ponga problemi, se non falsi, quanto meno superflui e inutili, mentre troppe volte evitiamo di affrontare i reali problemi del nostro paese che, ovviamente non sono legati agli avvistamenti ufo, ma che hanno a che fare con la politica e che per questo andrebbero affrontati in modo più serio.

DISTOPIA E REALTA’

La realtà, certe volte, gioca brutti scherzi e, specialmente in questo periodo, per certe situazioni che il nostro paese vive, sembra di essere personaggi di una distopia inquietante. E’ proprio per questo motivo che trovo affascinante il romanzo di Gennaro di Biase, perchè conferma, ancora una volta, che la distopia e la realtà sono i piatti della bilancia che è la nostra vita e che sta a noi scegliere su quale piatto puntare. Non a caso, una delle quattro fazioni nelle quali si divide la società, ha come slogan “Prima gli umani” che sa molto di idea salviniana.

CONCLUSIONE

Ringrazio Gennaro Di Biase per la piacevole chiacchierata fatta in occasione del Salone Internazione del Libro di Torino e per avermi regalato una lettura piacevole, affascinante, la quale mi ha portata a fare alcune interessanti riflessioni.

Chi sono

31 anni, blogger, agente letteraria e mamma di Gemma e Tessa. Credo fermamente nella bibliodiversità e nelle realtà editoriali indipendenti, le quali spesso nascondono perle di cui pochi sono a conoscenza.

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