Cari lettori, la prima recensione della settimana è quella del romanzo “Sangue nero” di Andrea Ferrari (Novecento Editore), un thriller coinvolgente che cattura il lettore sin dalla prima pagina.
TRAMA IN BREVE
In una Val Brembana battuta da piogge torrenziali, strani omicidi minacciano la tranquillità dei riservati montanari. Un filo nero come il sangue unisce la famiglia Belotti, loro figlia Adelaide, i ragazzi morti, e il burbero detective Angelo B. Bossi. Una frana di eventi si abbatterà sulla vallata e rotolerà inesorabile fino a Bergamo alta, per rovinare sul piazzale della stazione. Fra giovani scatenati, discoteche estatiche e spacciatori africani, Angelo B. Bossi dovrà salvare Adelaide, principessa 2.0 di una provincia dove niente è come appare.
LE AMBIENTAZIONI
Benché l’autore sia milanese e abbia ambientato i suoi precedenti romanzi a Milano, in “Sangue nero” ci troviamo catapultati in un’altra località, quella delle valli bergamasche. La scelta della location, a parere mio, non è casuale. L’autore ha voluto scegliere una località particolare per enfatizzare il tema trattato in questo libro: il razzismo.
ANGELO B. BOSSI
Ogni personaggio che incontriamo in “Sangue nero” è particolare e necessiterebbe di un’approfondimento che renda giustizia al suo carattere, ma ho deciso di soffermarmi sul protagonista, l’investigatore privato Angelo B. Bossi. Questo personaggio è singolare e molto empatico.
Anche in questo caso, Andrea Ferrari, svela uno stile narrativo molto interessante. Deve parlare di razzismo, ma per non farlo in modo banale e canonico, ribalta la situazione; Angelo è nato in Senegal, è nero ed è alto due metri. E’ stato adottato quando aveva due mesi ed ha vissuto sempre e solo in val Brembana. Nonostante questo, è possibile considerare l’investigatore privato straniero due volte perché il suo cognome, Bossi, non è valligiano, ma di Varese. Il nonno paterno, infatti, era un emigrante arrivato in valle per lavorare e poi “naturalizzato” per amore.
LA MUSICA
Un elemento che dona colore al romanzo e permette un maggiore apprezzamento è, secondo me, la presenza costante della musica che fa da filo conduttore a tutta la storia. Il genere al quale si ispira l’autore è il grunge che aiuta il lettore a calarsi ancora di più nell’atmosfera narrata nel romanzo.
E’ un libro che consiglio a chiunque! Bello ed intenso, vi terrà incollati alle pagine dall’inizio alla fine.
0 commenti