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XXL

Autore: Anna Cambi

Editore: Alter Ego

Categorie: Libri

Cari lettori, oggi vi parlo di un romanzo che ho apprezzato molto, sia per lo stile narrativo utilizzato dall’autrice, ma soprattutto per il tema, quanto mai attuale, che affronta. Sto parlando di “XXL“, romanzo di Anna Cambi, edito da Alter Ego Edizioni.

LA TRAMA IN BREVE

Silvia, quattordicenne con qualche chilo di troppo, viene trascinata da sua madre, ex reginetta di bellezza, in un campo estivo per ragazzine in sovrappeso. Lì sarà obbligata a seguire, insieme a un gruppo di coetanee, un severo programma fatto di dieta, ginnastica e cura del corpo. Ci saranno anche le assurde lezioni di trucco e abbigliamento, tenute da sua madre stessa, affiancata da Helena e Astrid, due ragazze tanto belle quanto crudeli nei confronti delle malcapitate ospiti del campus.
Ma c’è qualcosa, tra i corridoi di quegli edifici solo in apparenza così accoglienti. Qualcosa nascosto dentro il bosco che circonda e avvolge la zona come un abbraccio mortale. Una cosa viva, un cuore pulsante, una voce intenzionata ad attirare Silvia, per inghiottirla e farle conoscere la parte più oscura di sé.

RECENSIONE

La protagonista è Silvia, una ragazza sovrappeso di quattordici anni che vive una relazione molto conflittuale con la madre. Sua madre infatti, ex reginetta di bellezza che ha fatto dell’apparenza esteriore un fondamento dell’esistenza, trascina Silvia in una sorta di campus estivo in cui il programma consiste nel seguire diete, estenuanti sedute in palestra, e non ultime le lezioni che sua madre stessa dà alle ospiti del centro, in merito a come si “salva” il look in caso di oversize, quale make-up assottiglia i lineamenti del viso, e così via…

COME UNA MODERNA CENERENTOLA

Per la natura del rapporto esistente tra Silvia e la madre, e soprattutto la relazione tra la madre e Astrid e Helena, le due “vallette” scelte da questa per rappresentare l’ideale di bellezza, il lettore è portato a pensare, quasi inconsciamente, alla favola di Cenerentola. In questo romanzo, però, la madre-matrigna rivolge alla figlia naturale tutto il suo odio e il suo disprezzo, mostrando amore e attenzioni positive alla due “vallette-figliastre”.

L’ACCETTAZIONE

Non bastando l’ostilità di Astrid e Helena, non basta la presenza di una tedesca insegnante di fitness, né quella del terribile medico della struttura, la parte peggiore consiste nel farsi accettare dal gruppo delle altre ragazze decisamente più obese di lei e che mostrano il lato peggiore sviluppato nel terreno fertile della sofferenza.

L’INTERVISTA

Ho avuto il piacere di parlare con Anna Cambi del suo romanzo e da questa chiacchierata è nata la seguente intervista:

  • Parlaci un po’ di Silvia e del suo rapporto conflittuale con la madre. 

Silvia è “la figlia imperfetta di una donna perfetta”,ex reginetta di bellezza. È una ragazzina normale, cicciottella, incapace di vestirsi e truccarsi “come si deve”, e questo la fa sentire non amata da una madre per la quale l’apparenza è fondamentale, al punto da essersi inventata la professione di “beauty coach”.

  • Che ruolo hanno Astrid e Helena all’interno del romanzo? Chi rappresentano, metaforicamente, nella vita reale? 

Astrid e Helena, come si legge nell’incipit, sono una sorta di versione attuale delle sorellastre di Cenerentola, replicanti giovani e belle della madre/matrigna di Silvia. Rappresentano anche l’immagine delle ragazze adolescenti che troneggia su Instagram: magrissime, fino all’eccesso, oppure truccatissime, svestite, provocanti.

  • Silvia prova molta rabbia per chiunque la circondi nella clinica. Perché? 

Silvia è un personaggio perennemente fuori posto, sempre inadeguata, sempre diversa: non solo dalla madre e dalle due ragazzine perfette che si porta dietro, ma anche dalle ospiti del campus, tutte molto più in sovrappeso di lei. Questo la porta a provare un sentimento costante di rabbia, che è proprio ciò che le permetterà di entrare in connessione con il mondo del bosco.

  • Cosa ti ha spinto a scrivere questo romanzo? 

L’inadeguatezza fisica, l’ossessione per la magrezza, ma anche quella per il cibo, sono alcuni dei temi che più mi interessano, quindi ho deciso di inserirli all’interno di una storia ambientata proprio in un campus estivo per ragazzine ciccione, per vedere cosa sarebbe successo.

  • Nell’era di instagram, dove gli influencer sfoggiano sul social fisici perfetti, gambe slanciate e abbigliamento molto provocatorio, quanto male può fare questo uso di Instagram alle ragazzine come Silvia? 

Molto, anzi, moltissimo. Questo bombardamento di immagini fasulle, irraggiungibili, limate e ritoccate con le app, porta le ragazzine ad esasperare il senso di inadeguatezza che spesso sviluppiamo durante l’adolescenza, creando paure e insicurezze con conseguenze gravi come i disturbi alimentari.

  • Il bosco sembra avere un’importanza particolare per Silvia. E’ meta di un’ambita fuga e luogo spaventoso. Cosa rappresenta il bosco per Silvia e perché proprio il bosco? 

Il bosco è un elemento chiave di tutte le mie storie, un luogo altro in cui le leggi del mondo “normale” vengono meno, in cui si fa fatica a distinguere il bene dal male, e in cui tutto può succedere, in una sorta di versione adulta delle fiabe di Andersen e dei Grimm che leggevo da piccola.

  • Ad un certo punto della storia Silvia cambia atteggiamento e modo di pensare. Cosa spinge una ragazzina come lei a reagire dopo tanto tempo passato a nascondersi e isolarsi? 

Ciò che stimola il cambiamento di Silvia è la consapevolezza che, per la prima volta in vita sua, non è più sola, e c’è anche un punto del romanzo in cui lo esplicita, dicendo che inizia a vedere le altre ospiti del campus non più come presenze ostili ma come “un tutt’uno: corpi grassi in difesa di altri corpi grassi”.

  • Hai scelto una tecnica narrativa particolare per il tuo romanzo. Al dramma si alternano anche momenti ironici. Come mai questa scelta? 

Non è una scelta volontaria, né programmata. Per me questo romanzo (così come il mio primo libro, Rosso fuoco) è un horror, in cui i piccoli momenti di ironia servono a tranquillizzare il lettore, per poi spiazzarlo con ciò che succede dopo.

  • Qual è, se c’è, il messaggio che hai voluto inviare ai tuoi lettori? 

Sono contraria al concetto di “messaggio”, credo che un romanzo sia l’interazione tra la parola scritta dell’autore e ciò che quelle parole e frasi evocano nel lettore. Ciò che secondo me dovrebbe emergere da questo romanzo è il concetto che è difficile sconfiggere completamente “il male”, inteso sia come fantasma interiore che come minaccia esterna, ma si può imparare ad affrontarlo e a conviverci.

  • C’è qualche episodio della vita reale che ti ha ispirata per questa storia?

Credo che ogni ragazza e ogni donna sappia cosa vuol dire essere insoddisfatta del proprio corpo, confrontarsi con le altre (magari più magre e più giovani), decidere di mettersi a dieta e/o fare movimento per somigliare ai corpi che si vedono in rete o in tv. Altra fonte di ispirazione sono alcuni dei miei programmi tv preferiti, in onda su Real Time, come Grassi contro magri o Vite al limite, in cui l’obesità e il dimagrimento vengono osservati morbosamente e spettacolarizzati.

 

Chi sono

29 anni, blogger, agente letteraria e mamma di Gemma. Credo fermamente nella bibliodiversità e nelle realtà editoriali indipendenti, le quali spesso nascondono perle di cui pochi sono a conoscenza.

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Quattro giorni fa, il 25 novembre, era la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, una data importante che segna l’urgenza di intervenire per porre fine alla strage di donne che attanaglia il nostro paese, oggi voglio parlarvi del progetto editoriale “Il Viaggio“, patrocinato dalla Regione Autonoma della Sardegna,
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[SEGNALAZIONE]: “Al presente, tutto”

Esperto di sviluppo internazionale e diritti umani con le Nazioni Unite in Palestina, Haiti e in vari paesi dell’America Latina e dei Caraibi, Giuman ci porta in Honduras, nel giugno del 2009, quando il Presidente viene arrestato e detenuto dai militari per essere poi deportato in Costa Rica.

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