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[SEGNALAZIONE]: “Neve a Kamakura – Storie in haiku “

Autore: Fiori Picco

Editore: Fiori D'Asia Editrice

N. pag: 71

Anno: 2022

Valutazione: 5/5

A cura di: Virginia Villa

Categorie: Libri

Autrice di romanzi e di saggistica, Fiori Picco debutta con la poesia e gli haiku.

IL LIBRO

Otto poemetti o storie giapponesi raccontate in haiku e caratterizzate dalle quattro stagioni: un samurai che racconta la sua triste storia d’amore; un boscaiolo che si smarrisce in un bosco abitato da spiriti; un pescatore che lascia Izu e le isole amene concedendosi un’avventura; un cuoco che prepara zuppe e ramen per monaci e clienti di passaggio… Un viaggio attraverso luoghi, tradizioni e miti del Giappone.

Con queste poche righe potremmo sintetizzare la nuova opera Neve a Kamakura- Storie in haiku della scrittrice Fiori Picco pubblicata con Fiori d’Asia Editrice e arricchita delle illustrazioni di Asia Picco Zhao.

“Mi sono avvicinata agli haiku visitando il Giappone e approcciandomi alla sua letteratura. Per definizione lo haiku è un componimento poetico nato in Giappone nel XVII° secolo; è composto da tre versi, per un totale di diciassette more o suoni sillabici, secondo lo schema 5-7-5 spiega l’autrice nella prefazione. È una poesia dai toni semplici, che trae ispirazione dalla natura e dal suo divenire nelle diverse stagioni. Caratteristica di questo genere poetico è la sintesi di pensiero e di immagine. I versi concisi lasciano spazio alla fantasia e alle suggestioni evocate. Spetta dunque al lettore lasciarsi trasportare dalle emozioni.

In questo libro, composto da due cicli stagionali e da otto storie originarie del Giappone, ho utilizzato gli haiku come strumento narrativo.

La prima parte racchiude Un samurai perde l’amore, ambientato in primavera, tra la città di Kyoto e l’antico borgo di Okawachiyama, che ho visitato nel 2018; noto anche come “Il villaggio dei forni segreti”, un tempo era località di ceramisti qualificati della corte imperiale, degli shōgun e dei signori feudali.  Il clan dei Nabeshima incaricava i vasai di produrre raffinate porcellane e concedeva loro lo status di samurai. Ancora oggi Okawachiyama è un centro caratteristico che vanta una ricca e rinomata produzione di ceramiche variopinte e decorate.

La seconda storia, intitolata Un boscaiolo viene ucciso dagli spiriti degli alberi, si svolge in estate, in un bosco a Kibune, e ha come tematiche principali la tutela dell’ambiente e la natura che, violentata, si ribella all’uomo.

Un pescatore si abbandona ai piaceri carnali è un racconto autunnale pieno di simbolismi: il mare è un luogo di perdizione se ci si lascia incantare da meduse suadenti, da piovre carnose e da oiran-sirene ovvero costose prostitute che si distinguono dalle altre donne per via dei fiocchi vistosi posizionati sui petti sopra i lunghi kimono azzurrini.

Infine Una taverna dà conforto ai passanti è un ristorantino tipico dove ho avuto il piacere di pranzare. È situato accanto a un tempio e offre pasti ai monaci e ai clienti di passaggio. Ho visitato il locale con giardino in estate e l’ho immaginato in inverno, con all’ingresso la vasca di pietra colma di ghiaccio e i bonsai e gli alberi ricoperti di candida neve.

La seconda parte include Una bambina tedesca vive a Kobe agli inizi del Novecento ed è la storia vera della figlia del mercante e uomo d’affari Gottfried Thomas. Nel visitare la villa di mattoni rossi con gallo di rame in cima alla torre, nel quartiere storico di Kitano-cho a Kobe, ho provato molta nostalgia, soprattutto nel vedere i vecchi cimeli e le foto in bianco e nero della bambina bionda, dei genitori e della tata giapponese. Per le ultime tre storie mi sono lasciata ispirare dalla leggenda dell’imperatrice Jingū, sciamana e sacerdotessa dai poteri magici che, si dice, abbia conquistato la Corea, anche se la notizia non è certa, dal mito della poetessa algida Ono no Komachi, e dalle vicende di Hōjō Masako e Minamoto no Yoritomo, i Romeo e Giulietta del Giappone.

Ed è proprio la seconda strofa del loro haiku a dare il titolo a questa raccolta”.

L’AUTRICE

Fiori Picco è sinologa, scrittrice professionista, traduttrice letteraria ed editrice. Dal 2007 è autrice SIAE trilingue e dal 2011 traduce opere di autori asiatici che pubblica con la sua casa editrice Fiori d’Asia. Nel 2018 ha visitato il Giappone e ne è rimasta affascinata. Ha approfondito le sue conoscenze del mondo nipponico anche grazie all’amicizia con la scrittrice Satoko Motoyama di cui ha tradotto, curato e pubblicato il libro “La felicità secondo Sachiko”.

Autrice di romanzi e di saggistica, con questa raccolta si è approcciata alla poesia e agli haiku.

Con Fiori d’Asia Editrice ha pubblicato i romanzi “Giada Rossa- Una vita per la libertà”; “Il Circolo delle Donne Farfalla-Mugao e Bhaktu”; “Yao” e la versione in cinese “Yaowang”.

 

Chi sono

31 anni, blogger, agente letteraria e mamma di Gemma e Tessa. Credo fermamente nella bibliodiversità e nelle realtà editoriali indipendenti, le quali spesso nascondono perle di cui pochi sono a conoscenza.

Leonardo Araneo, autore di “La linea di confine”: “Voglio suscitare domande nel lettore, non dare certezze”

Siamo nell’estate del 2001, quella del G8 e delle Torri Gemelle. L’estate di Lei, in cui tutto cambia, nel mondo e nella vita di Alessandro. L’estate in cui fugge, da sé stesso e dai propri errori. Ma non si può scappare per sempre e così, vent’anni dopo, Alessandro, diventato nel frattempo uno scrittore di successo, è costretto a tornare a casa, a Trani, dove è cresciuto, e rivedere Andrea, Marco e Gabriele, i tre amici del liceo. Intrecciando la propria esistenza a quella di una famiglia di immigrati africani che gli ha occupato casa, Alessandro, col suo modo cinico e divertito insieme, sarà così costretto a fare i conti col proprio passato e con sé stesso.

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