Cari lettori, oggi la nostra Serena Pisaneschi recensisce una bellissima graphic novel: “Il suono del mondo a memoria” di Giacomo Bevilacqua, edito da BAO Publishing.
Di recente mi sono accostata ai Graphic Novel, i romanzi a fumetti che stanno prendendo moltissimo piede. Un po’ perché da ragazzina leggevo i manga e un po’ perché invidio con tutto il cuore chi sa trasmettere emozioni con i disegni, mi sono mezza a cercare qualche titolo e, incuriosita, mi sono regalata per Natale “Il suono del mondo a memoria” di Giacomo Bevilacqua, edito Bao. Della dritta devo ringraziare Samuele Bellini, fotografo e poeta che mi ha suggerito il titolo regalandomi una lettura alla quale torno spesso a pensare.
TRAMA
La trama è molto semplice. Sam è un giovane giornalista che deve scrivere un articolo e per farlo conduce un esperimento sociale a Manhattan, nel cuore pulsante di New York: per due mesi non deve assolutamente parlare con nessuno. Quindi la mattina si sveglia, si prepara, indossa le sue cuffie e parte armato della sua omertà e della sua macchina fotografica. Ogni giorno così per due mesi interi, questa è la sfida.
IMPREVISTO
Ma qualcosa deve pur succedere no? Insomma sennò una graphic novel di oltre 180 pagine bella grandi non avrebbe senso. Infatti succede che un giorno, ritirando le foto dalla copisteria (foto che lui non riguarda mai dopo lo scatto perché preferisce chiudere gli occhi e immaginare) trovi una sorpresa. In alcune di quelle stampe in bianco e nero spiccano delle figure a colori, nello specifico sempre la stessa figura, sempre la stessa ragazza. Ed ecco che il mondo di Sam subisce uno scossone. Chi è? E perché l’ha ritratta così tante volte senza saperlo? Perché è nei suoi attimi? Cosa sta tentando di dirgli l’universo? Da quel momento l’equilibrio di che Sam sta faticosamente riconquistando vacilla.
DISEGNI E SCENEGGIATURA
Come ho detto prima ammiro molto chi sa disegnare, io sono una vera e propria schiappa. I disegni di Bevilacqua sono belli, espressivi, colorati come e dove serve. Narrano praticamente da soli, e anche la sceneggiatura, sempre sua, vi colpirà. Non voglio svelavi niente di più della storia, ma vi dico che è una di quelle che alla fine fa dire: apperò, bravo lui!
CONCLUSIONE
Bravo lui, sì, perché è alla sua prima graphic novel e perché mi ha spiazzato. Bravo perché ha avuto la capacità di mettere la poesia in un testo di narrativa che in realtà è un fumetto. Ha saputo lasciarmi intimamente interdetta, piacevolmente sorpresa da qualcosa che si sa ma non ci si pensa mai. Lui ha scavato e l’ha tirato fuori, questo è stato il suo talento. Se posso darvi un consiglio però non fate come me, che ho sempre la maldestra mania di parlare, scrivere e leggere troppo velocemente. Voi sfogliate piano le pagine e gustatevi ogni tratto, colore, e forma, e ascoltate la narrazione tutta: disegni e parole. E alla fine rimarrete un po’ basiti come sono rimasta io, col sorriso sulle labbra e la voglia della stessa gomitata che ha colpito Sam.
(RECENSIONE DI SERENA PISANESCHI)
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