Cari lettori, sono qui oggi a scrivere questo articolo per consigliarvi cinque libri importanti aventi lo scopo di raccontare una triste e terribile pagina della Storia: quella della Shoa.
STORIE DI TUTTI
Le storie narrate in questi libri sono storie che riguardano tutti. Nessuno escluso. Hanno guardato le persone vittime del disumano odio nazista e fascista, ma riguardano anche le generazioni che, per loro fortuna, non hanno vissuto i campi di concentramento sulla loro pelle e riguardano anche le generazioni future, dei nostri figli e di quelli che ancora dovranno nascere.
Come disse Primo Levi, il quale cito sempre nei miei articoli che trattano questo argomento, “E’ accaduto, quindi può accadere di nuovo…”
ODIO FARNETICANTE
Dobbiamo ricordare l’Olocausto perché emblema del male più grande e atroce che l’uomo è stato in grado di commettere nei confronti di un altro uomo. Qualcuno decise che delle persone dovessero morire non per delle azioni da loro commesse, ma semplicemente sulla base del disprezzo di ciò che erano.
Delle persone sono state uccise perché ebree, disabili, omosessuali, religiosi…
Una volta che una persona viene classificata come “diversa” e per questo disprezzata, la sua vita è in pericolo perché il passo verso una strage è più breve di quanto si possa pensare.
LA STORIA SI RIPETE
Ci accingiamo a ricordare la liberazione del campo di concentramento di Auschwitz proprio nei giorni in cui un Ministro italiano, che non prova risentimento nel lasciare morire migliaia di persone nel mare, ha dato l’ordine all’esercito di entrare nel Centro di Accoglienza Cara di Castelnuovo con lo scopo di deportare (ho scelto accuratamente questo termine perché altro non vi è per descrivere quanto sta accadendo in questi giorni) le persone ospiti della struttura. Dove vengano portate queste persone è ancora un mistero, nessuno ha comunicato la destinazione del pullman che ha caricato i primi 30 immigrati.
Quanto sta accadendo ora è l’esempio di quanto sia importante e necessario non lasciarsi contaminare dall’odio, dalla paura farneticante e irrazionale, ma ricordare quanto accaduto.
Ecco quindi che anche LeggIndipendente cerca di dare il proprio contributo, come può, parlando di un mezzo forte e importante quale il libro.
I CINQUE LIBRI CONSIGLIATI
DI PROFILO – EMMA BARBERIS
Non posso non citare questo meraviglioso libretto; “Di profilo” è una raccolta di poesie e piccoli racconti che Emma Barberis ha donato al lettore come monito di quanto accaduto.
All’inzio, come un prologo all’intero libro c’è una lettera, scritta da Ethel, una delle due sorelle legate da un destino triste e crudele: quello dell’Olocausto.
Il titolo di questa sorta di prologo è “Un ponte tra terra e cielo”. Un ponte è un’infrastruttura che unisce due parti di una stessa cosa; poco importa cosa scorri nel mezzo.
Come il ponte, anche l’autrice scrive questo libro per unire il ricordo alle persone che lo hanno vissuto.
Protagoniste di questo iniziale brano, e che ritroveremo anche in altri momenti del libro, sono Ethel e Judith, due sorelle vittime del terribile odio nazista che tanto male ha causato a milioni di persone.
La lettera composta da parole di amore e resilienza è un inno alla vita, anche quando questa è stata negata. Le parole di Edith suonano come un violino solista all’interno di un’orchestra incapace di seguirlo. Sono parole di chi ha visto tutto il male che l’uomo è in grado di compiere, ma che alla violenza sceglie il riscatto.
“Siamo qui, siamo tornate per celebrare la vita che ci è stata negata.
Non ci è stata concessa alcuna pietà e adesso vogliamo fortemente un riscatto”
I SOGNI CALPESTATI – SEBASTIEN SPITZER
L’opera prima del reporter di guerra Sébastien Spitzer, I sogni calpestati (pubblicato da Ponte alle Grazie e tradotto da Francesco Bruno) racconta le storie di tre donne nella primavera del 1945: la piccola Ava, che ha passato la sua vita a nascondersi e fuggire; Magda Goebbels, la donna che si è data tutta alla causa del nazismo; Lee Meyer, una fotografa americana che si trova a dipanare i fili di un racconto tragico. Tre destini apparentemente lontani che finiscono per incrociarsi in modo insospettabile. Quello di Spitzer è un racconto in bilico tra finzione e storia, e tocca le verità indicibili sepolte fra gli ultimi strascichi della Seconda Guerra Mondiale. La storia dell’Europa nel suo periodo più tetro…
PRIMA DEL BUIO – HANS JOACHIM SCHADLICH
Felix e Felka, vivono a Roma, nel 1933. Sono una coppia di artisti, lui tedesco e lei polacca, ma entrambi di origini ebraiche. Si vedono costretti a lasciare Roma, dopo che un collega offende Felix, proprio a causa delle sue origini. Per loro comincia così un lungo viaggio per l’Europa – visto che rientrare in Germania è impossibile -, alla ricerca di un luogo abbastanza sicuro da poter dare rifugio a due ebrei in fuga dalla furia nazista, ma anche abbastanza accogliente da essere definito “casa”. All’inizio scelgono la Riviera italiana, poi abbandonano l’Italia di Mussolini per trasferirsi a Parigi. Infine si stabiliscono a Bruxelles, dove provano a trovare un nuovo equilibrio e a ricominciare a dipingere, rinchiusi in un’angusta mansarda, nella speranza di sfuggire ai controlli della Gestapo. Prima del buio di Hans Joachim Schädlich (Guanda, con la traduzione di Silvia Albesano) è la storia dell’odissea di una coppia che, nonostante anche la persecuzione si insinui a tradimento nelle loro vite, rimane unita, diventando il simbolo di una tragedia collettiva…
GLI UOMINI CON IL TRIANGOLO ROSA – HEINZ HEGER
Heinz Heger è lo pseudonimo dietro cui si celano due persone: Josef Kohout, omosessuale sopravvissuto ai campi di sterminio (la cui esperienza ha ispirato il libro) e il suo amico Hans Neumann, che ha scritto il testo basandosi sulle interviste a diversi sopravvissuti. Gli uomini con il triangolo rosa (Sonda, tradotto da Gabriele Lenzi), è un romanzo che parla degli orrori subiti nei lager da una minoranza fra le minoranze: le persone omosessuali, identificate nei campi con il triangolo rosa cucito sul petto. Insieme agli ebrei, tra i prigionieri più odiati e discriminati. Allo storico e giornalista Giovanni dall’Orto si deve un contributo che analizza le condizioni degli omosessuali in Italia durante il periodo fascista.
NOI, I SALVATI – GEORGIA HUNTER
Noi, i salvati (pubblicato da Nord e tradotto da Alessandro Storti) è un libro ispirato alla storia vera della famiglia della stessa autrice, Georgia Hunter. Nel settembre del 1939, in una Polonia sempre meno sicura per gli ebrei, i fratelli Kurc devono arrendersi all’evidenza: è necessario scappare. Così, per sfuggire al nazismo, sono costretti a dividersi: chi prova a imbarcarsi per il Brasile, chi scappa in Russia, chi si nasconde in piena vista con una falsa identità ariana. I Kurc (Addy, Mila, Genek e Jakob) dovranno adattarsi a questa nuova esistenza, affrontando la fame e il freddo, la solitudine e le persecuzioni, senza sapere se il prossimo passo li farà cadere tra le mani del nemico o li porterà più vicini a un porto sicuro. Sarà proprio grazie alla loro determinazione che riusciranno a salvarsi e che alla fine della guerra potranno ritrovarsi.
CONCLUSIONE
Non vi sono parole per descrive quanto accaduto e la pericolosità che questo accada di nuovo. Faccio miei le parole di Primo Levi che, per fortuna o purtroppo, trovò le parole giuste per raccontare la sua storia, tristemente comune a quella di milioni di altre persone.
Se questo è un uomo
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per la via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
(Primo Levi)
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