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I dati dell’AIE rivelano quanto hanno letto gli italiani nel 2018

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COM’E’ STATO IL 2018 DAL PUNTO DI VISTA EDITORIALE?

Lo scorso 25 gennaio si è conclusa a Venezia la trentaseiesima edizione della Scuola dei Librai, il consueto seminario in cui l’editoria italiana e internazionale si confrontano sul presente e sul futuro del libro.

I DATI DELL’AIE

I dati rivelano un fattore negativo: Il fatturato dell’industria editoriale italiana segna un triste -0,4%.

DOVE SI COMPRANO I LIBRI?

Un dato positivo è che in Italia i libri si acquistano ancora, per la maggior parte, nelle librerie. Nello specifico, però, sembra essere diventato, quello del libro, un acquisto “elitario”; le percentuali vedono il 69% degli acquirenti che compra nelle librerie, di cui il 7% nelle grandi catene. Una percentuale in calo, se si pensa che nel 2017 il numero di persone che acquistava libri nelle grandi catene superava l’8%. Bene per noi amanti dell’editoria indipendente!

QUANTI SONO GLI ITALIANI CHE LEGGONO?

Quando vado a stilare questi dati, dopo aver parlato di numeri, mi piace ragionare sulle persone e andare a vedere quante di esse hanno letto e quante, invece, nel corso dell’anno non hanno toccato nemmeno un libro.

Gli italiani che hanno letto almeno un libro lo scorso anno sono 29,8 milioni su il totale di 60,59 milioni; un dato non troppo positivo direi!

Di questi 29,8 milioni, il 62% afferma di leggere solo su carta, mentre l’8% solo su ebook o audiolibri. Il restante 30% dichiara di non preferire un formato piuttosto che un altro: l’importante è leggere!

I LETTORI FORTI

E’interessante vedere anche il numero di lettori forti in Italia, ossia quei lettori che leggono più di un libro al mese e quindi, più di 12 libri all’anno. E’ interessante analizzare questi dati perché, per quanto se ne dica, sono questi lettori a trascinare concretamente il mercato librario.

Su 29,8 milioni di lettori italiani, solo 5 milioni leggono più di un libro al mese: a mio parere un numero un po’ troppo basso.

LE FASCE DI ETA’

Ancora più curioso è il numero che otteniamo se andiamo ad analizzare i lettori per fasce di età.

Tra i 4 e i 9 anni, legge il 91% dei bambini.

Per quanto riguarda i ragazzi tra i 10 e i 14 anni, la percentuale scende all’88% e tende ad estinguersi man mano che l’età avanza.

Tra i 45 e i 55 anni leggono il 72% degli italiani, per terminare poi con un 23% tra i 65 e i 75 anni.

PERCHE’ 6 ITALIANI SU 10 NON LEGGONO?

Come abbiamo visto, i dati delineano un quadro inquietante: 6 italiani su 10 non leggono nemmeno un libro all’anno. Quello su cui vorrei riflettere è che le statistiche e i dati che vi ho riportato in questo articolo si basano sulla quantità, non sulla qualità della lettura. Per quanto possa essere soggettivo il valore di un libro (non sono qui a fare l’intellettuale di turno), è giusto ricordare che in tali dati il libro di ricette di Benedetta Parodi e “Delitto e Castigo” hanno la stessa incidenza.

LETTORI EUROPEI A CONFRONTO 

Con la lettura ci si abitua a guardare il mondo con cento occhi, anziché con due soli, e a sentire nella propria testa cento pensieri diversi, anziché uno solo. Si diventa consapevoli di se stessi e degli altri” ha scritto Sebastiano Vassalli.

La lettura dunque, lavorando sul singolo riverbera di conseguenza su tutta la popolazione. Non a caso, le nazioni europee più evolute e civilizzate, con una miglior qualità della vita e un’efficienza diffusa nei diversi settori, sono proprio quelle in cui la percentuale dei lettori è nettamente superiore.

La Svezia è lo Stato europeo con più lettori, il 90% della popolazione ha letto almeno un libro nell’ultimo anno.

In Danimarca la percentuale è l’82%. Rapportato a quel 27,5% del Sud Italia, traspare una netta discrepanza.

Leggendo i dati europei, l’Italia è agli ultimi posti nella classifica dei lettori: soltanto Cipro, Romania, Grecia e Portogallo occupano posizioni più basse. Rientrare nel “Terzo mondo europeo” è svilente, soprattutto quando balzano all’occhio le statistiche dei lettori del Regno Unito (80%), della Germania (79%) e dei Paesi Bassi (86%).

Tra tutte le riflessioni possibili, forse la più concreta e utile è un’indagine su come la lettura venga incentivata, e l’esempio più lampante riguarda la Spagna.

COME PROMUOVERE LA LETTURA: IL CASO SPAGNOLO

Gli spagnoli partivano da una situazione simile alla nostra, ovvero un netto ritardo rispetto alle tendenze di lettura delle più grandi nazioni europee, e di certo nell’ultimo decennio non si sono risparmiati neanche loro crisi politiche ed economiche. Hanno adottato però un progetto lungimirante, potenziando la rete costituita da editori, librerie e biblioteche, in una legge del 2007 chiamata “Plan de fomento de la lectura”. Da quel momento, riuscendo ad avvicinare i giovani ai libri, il numero dei lettori da percentuali simili alle nostre è salito al 60%, superandoci di circa 20 punti percentuali.

IN ITALIA INVECE…

Qui in Italia un progetto analogo – il disegno di legge dal nome già improbo “Disposizioni per la diffusione del libro su qualsiasi supporto e per la promozione della lettura” – è impantanato nel ping pong tra la Commissione Cultura e la Commissione Bilancio, senza arrivare mai alla discussione in Parlamento.

LA POLITICA ITALIANA E’ INADEGUATA E DI CATTIVO ESEMPIO

Tutto ciò non dovrebbe stupire, se si considera a chi vengono affidati certi ruoli di fondamentale importanza riguardo a questi temi. L’esempio più calzante è quello della leghista Lucia Borgonzoni, Sottosegretaria alla Cultura. Un ruolo delicato, che richiederebbe un minimo di competenza in materia. Eppure, intervistata dalla trasmissione di Radio1 “Un giorno da pecora”, ha confidato di non leggere un libro da tre anni. D’altronde Umberto Eco aveva sintetizzato i tratti del Carroccio dicendo: “Cos’è il leghismo, se non la storia di un movimento che non legge?”. Non sorprende quindi che il governo gialloverde demonizzi gli intellettuali, associandoli a loschi individui distanti dalla realtà del popolo – sì, i famigerati radical chic.

Chi sono

31 anni, blogger, agente letteraria e mamma di Gemma e Tessa. Credo fermamente nella bibliodiversità e nelle realtà editoriali indipendenti, le quali spesso nascondono perle di cui pochi sono a conoscenza.

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5 Commenti

  1. Duilio Chiarle

    Davvero un articolo interessante. Per lavoro, sono il Coordinatore della biblioteca pubblica di un comune del Piemonte con 6800 abitanti circa, una biblioteca nata a metà del 2012. A settembre ho riscontrato una forte flessione dei prestiti e perciò sono andato a cercarne le ragioni. Ho confrontato le statistiche del settembre degli ultimi tre anni e anche quelle generali. Anche se fino al 2018 i lettori sono stati in crescita, ora diminuiscono nonostante l’impegno e la costante fornitura di libri nuovi al punto che gli scaffali non sono più sufficienti. Purtroppo gli uomini leggono poco o niente anche se i pochi che leggono, leggono davvero moltissimo. I dati drammatici sono per i giovani maschi tra i 19 e 29 anni, a causa di cosa, non so. Le biblioteche sono frequentatissime dalle persone con più di 50 anni, un poco meno dagli altri e le statistiche sui bimbi sono falsate dal fatto che i libri li va di solito a prendere la mamma o la nonna e dunque risultano esserne loro i lettori… Ma è evidente che i settantenni non leggono Geronimo Stilton. Il 2019 è sconfortante, specialmente da luglio in poi. Ma “leggere”, non è tutto, bisogna anche vedere cosa si legge… Comunque è bellissimo scoprire che una ragazza di 25 anni legge anche più di 15 libri al mese. Complimenti ancora per l’articolo.

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    • Santoni Giovanni

      Ho letto 659 libri in 50anni. Saggistica ( scienza,filosofia,storia, etc) e letteratura..Quindi 1 libro al mese per 50 anni.. Interessante l’articolo ma assolutamente sciocca la conclusione sulla Lega ed i suoi elettori. Sciocca ed indecente per la superficiale faziosità politica. Banalità e luoghi comuni non possono spiegare nulla. Ve la potevate risparmiare. Parlate di quello che sapete senza tirare certe conclusioni.

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      • VIRGINIA VILLA

        Buongiorno. Mi dispiace che trova tanto banale la conclusione dell’articolo. Sono d’accordo con lei che banalità e luoghi comuni non possano spiegare nulla, ed infatti non vi è niente di tutto ciò nell’articolo perchè, a differenza di quanto dice, noi di LeggIndipendente prima di scrivere un articolo o recensione ci informiamo e mi creda, rimaniamo molto delusi quando esponenti politici (specialmente la sottosegretaria alla cultura) dichiara senza vergogna di non aver letto un libro negli ultimi tre anni.

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      • Riccardo

        Con l’incipit “Ho letto 659 libri in 50 anni” (ha un registro in cui prende nota di ogni libro che ha letto dalla culla a oggi 😀 e li hai contati?) il sig Santoni Giovanni (cognome e nome… sarà un carabiniere?) ci ha fatto capire che se ne ha letto una decina è già grasso che cola, in tv quando intervistano il popolo di Pontida si sente la necessità di sottotitoli in italiano per capire cosa stiano dicendo.
        Esilaranti “Sciocca ed indecente per la superficiale faziosità politica” e “banalità e luoghi comuni”, il tipico linguaggio di chi non legge ma si illude di giocarsela alla pari e addirittura di stendere i famigerati radical chic professoroni con la Laurea della Strada.
        Fallendo tragicamente nella sua missione, Santoni Giovanni finisce con il convalidare la correttezza delle osservazioni sui leghisti di Villa. Non possiamo che ringraziarlo per questo.

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  2. Fabio

    Buongiorno, nonostante la mia poca stima per la parte verde dell’ex composizione di governo, non condivido la conclusione . Nello specifico, come si apprende dal suo articolo ci sono nazioni come l’Inghilterra che hanno un tasso di lettori molto elevato ma non mi risulta abbiano fatto scelte politiche tanto migliori delle nostre. Anche se la lettura è estremamente utile per comprendere molte cose non penso che tutti i libri siano capaci di infondere cultura politica e generale (servirebbe approfondire cosa leggono, magari i nostri fruiscono di informazioni inutili tramite la tv e gli inglesi con i libri) .

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