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il libro delle case

SPECIALE PREMIO STREGA: Il libro delle case – Andrea Bajani

Autore: Andrea Bajani

Editore: Feltrinelli

N. pag: 256

Anno: 2021

Valutazione: 5/5

A cura di: Virginia Villa

Categorie: Antistrega 2021 | Libri

Andrea Bajani con il suo nuovo romanzo decide di raccontare la vita di Io (così verrà chiamato per tutto il libro), attraverso le abitazioni in cui il protagonista è cresciuto ed ha vissuto gli attimi salienti della sua vita. Non si può dire se i veri protagonisti siano i personaggi (Io, in questo caso) oppure siano le case. Credo che sia corretto affermare che lo siano entrambi perchè gli uni non sarebbe diventati quello che sono se non avessero vissuto in quegli ambienti e, di conseguenza, quest’ultimi non avrebbero avuto il significato che hanno avuto se non avessero ospitato proprio quelle persone.

Inventio

Ci sono romanzi destinati ad essere unici ed irripetibili, non tanto per lo stile o per il tipo di narrazione scelta dall’autore, quanto per l’idea dalla quale essi sono nati e, bisogna ammetter che l’idea di Bajani è qualcosa di fuori dall’ordinario. L’autore ha voluto raccontare una storia descrivendo i luoghi in cui si è svolta. Dal momento che si tratta di una narrazione contemporanea che coinvolge persone del ceto medio, l’ambiente descritto da Bajani si identifica con gli interni delle abitazioni. Per questo motivo il romanzo assume la forma, strana quanto geniale, di un quadro, ma potrebbe essere anche uno specchio, un soprammobile o qualsiasi altro oggetto il quale l’autore ha deciso di riempire di significato. Le case descritte nel titolo sono una quarantina; alcune sono destinate a tornare protagoniste durante la storia, forse proprio perchè quelle più importanti, altre invece faranno una sola comparsa, ma la loro importanza non è da sminuire. Altre ancora non sono propriamente case: la “casa della voce” è una cabina telefonica, cos’ come la “casa rossa con le ruote” è la R4 nella quale è stato ritrovato il corpo di Aldo Moro; le mie preferite sono la “casa del per sempre” che rappresenta una fede nuziale e la “casa dell’amicizia” che descrive un abbraccio tra due persone.

Andrea Bajani non si limita ad una descrizione fredda e asettica dei luoghi e delle case, ma ogni narrazione è feconda di significanza – sostantivo che trovo molto più bello ed esaustivo del più comune significato. Le “case” di Bajani, però, sono anche un espediente letterario ben riuscito: come le abitazioni sono fatte di strutture architettoniche, così l’uomo è caratterizzato da strutture sentimentali ed emotive e nel romanzo “Il libro delle case” le due si incontrano per diventare una cosa sola. Esplorare le strutture sentimentali di un uomo attraverso gli spazi che occupa, ecco quello che ha fatto Andrea Bajani.

Voto: 8,5

Elocutio

L’originalità di questo romanzo non si ferma al tema scelto dall’autore, ma raggiunge anche lo stile e il tipo di narrazione. La scelta di non dare un nome ai personaggi, ma chiamarli “Io”, “Madre”, “Sorella”, “Moglie”, “Padre”, etc… è risultata per me di difficile comprensione. Chiamano la madre “Madre” o la sorella “Sorella” ho provato un forte sentimento di distacco che ha indebolito un po’ il mio coinvolgimento e la mia partecipazione emotiva, cosa che ricerco sempre in un libro. Questo, però, è solo il mio giudizio soggettivo e, d’altro canto, non ha torto neppure minimaetmoralia quando spiega questa scelta dell’autore: “La ricostruzione del nostro io comincia dunque a partire da tutte le parti che abbiamo lasciato negli spazi che abbiamo vissuto, l’io è ciò che rimane di tutto quello che si è accumulato, meno tutto quello che si è perso per strada; si forma per addizioni e per sottrazioni in un ritratto inevitabilmente frammentario, ricavato soprattutto dagli scarti, nelle intercapedini.”

Voto: 5

Dispositio

Nel romanzo di Andrea Bajani troviamo capitoli molto brevi, quasi fossero schizzi o bozzetti chiamate a comporre un quadro più ampio. Ad ogni capitolo è assegnata una casa e la narrazione non avviene in senso cronologico, ma è stat strutturata attraverso salti temporali che ricoprano circa 25 anni. Non bisogna avere fretta con questo libro, non bisogna cercare “la storia”. Apparentemente non succede niente, eppure succede tutto… ci scorre davanti agli occhi un’infanzia non proprio felicissima, situazioni famigliari difficili, depressione, crescita e innamoramento, matrimonio, figli, ascesa sociale, malattia, separazione, solitudine, parole sentite, parole dette e parole scritte.

Voto: 7,5

Voto finale: (media degli altri voti con opportuni arrotondamenti) 7

Chi sono

29 anni, blogger, agente letteraria e mamma di Gemma. Credo fermamente nella bibliodiversità e nelle realtà editoriali indipendenti, le quali spesso nascondono perle di cui pochi sono a conoscenza.

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[SEGNALAZIONE]: “Al presente, tutto”

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