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Intervista a Tiziana Elsa Prina, editrice della C.E. Le Assassine

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Abbiamo già avuto modo, in passato, di recensire alcune opere pubblicate da Le Assassine, più volte definita una boutique editoriale che pubblica letteratura gialla al femminile, declinata nei suoi vari sottogeneri.

In questa occasione scambiamo però due parole direttamente con l’editrice, Tiziana Elsa Prina. 

L’editrice: Tiziana Elsa Prina

Tiziana, trovi il mercato editoriale e i gusti dei lettori cambiati nell’ultimo anno? 

A seguito del confinamento non ci sono state occasioni per incontrare i lettori, motivo per cui è mancato il contatto diretto volto a capire che cosa piaccia, se i gusti siano cambiati e lo stesso discorso vale per la mancata frequentazione delle fiere. Dando invece un’occhiata ai siti anche dei blog mi sembra che le proposte per quanto riguarda l’ambito che Edizioni Le assassine tratta, cioè il genere giallo, non siano cambiate molto e vengano ancora riproposti romanzi con gli ispettori e anche gialli prettamente regionali.

Pur spaziando dall’enigma della camera chiusa al thriller psicologico, al noir, una delle tue peculiarità è quella di scegliere solo scrittrici straniere e storie in cui le donne sono nel bene e nel male al centro della vicenda, talvolta vittime e talaltra vessatrici. Quando ti capita un manoscritto in mano vai a fiuto come una “detective” o prevale la razionalità nel decidere di portare in Italia nomi magari non ancora noti?

Per la scelta dei libri, vorrei dire che inizialmente c’è un po’ un’attrazione fatale verso un’opera, questo succede soprattutto quando vai alle fiere, ma non so se sia la copertina o la casa editrice. Comunque c’è un primo feeling con un libro. Dopodiché, però, subentra la razionalità: lo devi leggere, quindi valutarne la storia e, soprattutto, vedere chi l’ha scritto e da quale paese di provenienza perché, ovviamente, magari non sono scrittrici note in Italia, ma nei paesi da cui vengono sono ben conosciute e molte hanno vinto dei premi. Quindi direi che è un insieme di questi due elementi: un aspetto un po’ irrazionale unito, però, poi alla razionalità nella scelta finale.

Parliamo dei titoli e della traduzione: quale scelta adoprate come modus operandi rispetto all’originale e, inoltre, quali sono le maggiori difficoltà incontrate e i maggiori pregi che i lettori vi riconoscono?

In merito alla traduzione dei titoli, a volte ci atteniamo all’originale, però se vediamo che non ha grande appeal per il mercato italiano diamo un titolo che a noi pare più accattivante, sempre cercando di essere coerenti con il contenuto del libro.

Riguardo alle traduzioni, direi che per la collana contemporanea le difficoltà possono esserci quando incorriamo nello slang come, per esempio, nell’ultimo libro che pubblicheremo, dove troviamo il linguaggio molto particolare dei pusher, degli spacciatori. In questo caso bisogna stare attenti alla resa e, quindi, a volte nella collana contemporanea bisogna fare attenzione al gergo. 

Discorso diverso è per i libri vintage, filone per il quale siamo stati gratificati da diversi commenti perché siamo riusciti a mantenere lo spirito dell’epoca pur svecchiando un po’ il linguaggio. Questo è un lavoro veramente complesso perché, appunto, vogliamo ridare il sapore di un’epoca nelle sue varie sfumature, ma nello stesso tempo vogliamo che il libro sia fruibile anche per il lettore di oggi.

Veniamo all’ultima pubblicazione, per la collana Vintage: “Il divorzio non si addice a Enid Balfame” di Gertrude Atherton. Svelaci qualcosa di trama e autrice.

Per quanto concerne il nostro ultimo romanzo vintage, ovvero Il divorzio non si addice a Enid Balfame, possiamo dire che è un romanzo che è stato scritto nel 1916 da Gertrude Atherton, una donna dalle mille sfaccettature e dal carattere assai contraddittorio. È una delle prime suffragette americane e di questo libro nel ‘17 c’è stata una versione cinematografica; ho sottolineato il fatto che fosse stato scritto da una donna che rientrava nell’universo delle suffragette perché, oltre a quello che potremmo chiamare anche un prototipo di procedural dal momento che molte scene si svolgono in tribunale, un altro tema importante è il ruolo delle donne che cominciano la loro strada di emancipazione nel mondo del lavoro, divise quindi tra ruolo tradizionale e professione. Un altro tema interessante è quello che potremmo paragonare ai social media di oggi, al giornalismo che in un certo senso dirotta poi l’opinione pubblica a seconda di quello che il giornalista stesso scrive. Direi, pertanto, che questo libro offre veramente uno spaccato di inizio secolo svolgendosi intorno all’epoca della Prima Guerra Mondiale, inoltre ci porta a conoscere la mentalità dei wasp, cioè dei bianchi puritani, i discendenti della Mayflower per essere più precisi, che sono connotati da un certo perbenismo e quindi da un amore per l’apparenza molto in contrasto con la vita pulsante e moderna di New York non lontana dalla cittadina descritta.

Infine, quali altre pubblicazioni avete in cantiere per entrambe le vostre collane, ovvero Vintage e Oltreconfine?

Prima di tutto abbiamo in cantiere un libro su cui puntiamo tanto perché, oltre ad aver vinto uno stuolo di premi in Germania e in Francia – il titolo in Francia dell’originale è la Daronne di Hannelore Cayre e noi in questo caso l’abbiamo tradotto con La bugiarda – è un Noir molto ironico e scoppiettante, che però tratta temi anche alquanto seri. Proprio adesso, a settembre, uscirà in Francia il film con Isabelle Huppert e in Italia è stato acquistato dalla I Wonder Pictures, per cui ci sarà anche la versione italiana del film tratto, appunto, da questo libro che noi pubblicheremo – stando alle previsioni – per il Book Pride, ovvero a breve.

Per la collana vintage, invece, avremo in programmazione Un cappio per Archibald Mitfold di Dorothy Bowers, una scrittrice dell’inizio del Novecento e tra le prime laureate ad Oxford. Si tratta di un libro molto denso e ricco di citazioni perché l’autrice era una donna colta, a ulteriore testimonianza che la letteratura gialla non è un qualcosa di serie B. Tutto dipende da chi scrive, infatti la Bowers fa una serie di citazioni colte tratte da Shakespeare e dalla Bibbia e quest’opera ha richiesto un grosso lavoro nella traduzione, a sottolineare come noi di Edizioni Le Assassine ci teniamo a pubblicare opere che non siano solo dei “gialletti” da dimenticare sul treno.

SCHEDA TECNICA DEL LIBRO “Il divorzio non si addice a Enid Balfame di Gertrude Atherton”

 

Collana: Vintage
Titolo: Il divorzio non si addice a Enid Balfame
Autrice: Gertrude Atherton
Editore: Edizioni Le Assassine
Prezzo: €15,00
ISBN 9788894979138

Chi sono

29 anni, blogger, agente letteraria e mamma di Gemma. Credo fermamente nella bibliodiversità e nelle realtà editoriali indipendenti, le quali spesso nascondono perle di cui pochi sono a conoscenza.

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