“Sa cosa vorrei, Dottore, sa qual è la cosa che desidero di più al mondo? Vorrei avere la facoltà di rivivere un momento, uno solo, Dottore e avere il potere di cambiarlo. Perché, a volte, basta un solo istante per modificare il nostro destino. Gesti abituali, ripetuti all’infinito, che contribuiscono a creare una situazione e ci conducono al compimento del nostro futuro. Ma questo futuro, il nostro destino, Dottore, è già scritto? Oppure non è altro che la proiezione all’infinito di causa-effetto-causa-effetto-causa-effetto-causa-effetto…”
L’amore è forse l’argomento più difficile del quale parlare. Tutti lo conosciamo o lo abbiamo conosciuto e vissuto in modi diversi, più o meno profondi e passionali. Forse è proprio per questo motivo che ci risulta difficile ritrovarci in ogni sua descrizione. La verità è anche che quasi tutti gli autori che scrivono saggi e romanzi sull’amore hanno la tendenza a narrare questo sentimento in modo irrealistico, slegato dalla realtà e questo rende ancora più complicato il processo di identificazione, anzi! Spesso questi tipi di narrazione fanno “male” perché leggere di una storia d’amore meravigliosa, porta come conseguenza quella di far sentire il lettore inadeguato e, soprattutto, dà l’impressione a questo che la sua storia d’amore sia sbagliata.
L’amore secondo Tania Mignani
Tania Mignani, nel romanzo “L’altra“, edito Edizioni Convalle, fa esattamente l’opposto. Parla dell’amore nel modo più realistico possibile, analizzando tutte le sfaccettature: da quelle più scontate a quelle più profonde e dolorose.
In alcuni passaggi del libro, l’autrice può sembrare cinica e fredda. La verità è che l’amore porta conseguenze inaspettate e si declina in infiniti modi che un solo comportamento e pensiero a riguardo non è reale.
Tania Mignani parla di amore e lo fa coinvolgendo un argomento che distrugge l’amore: il tradimento. Le persone – noi donne in primis – siamo bravissime a nascondere l’evidenza, a non volor vedere quello che anche un cieco vedrebbe.
L’amore reale
Tania invece si è tolta la classica “fetta di prosciutto dagli occhi” e ha affrontato tutto senza inutili veli di finta inconsapevolezza, perchè in fondo noi donne sappiamo… sappiamo sempre, ma a volte preferiamo non guardare, non ascoltare, soprattutto il non detto e non parlare.
Lo stile narrativo utilizzato dall’autrice per analizzare le motivazioni, più o meno nascoste, che portano un uomo o una donna a cercare altrove quello che non trova più nel proprio partner è assolutamente veritiero e viene sbattuto in faccia al lettore con una determinazione che porta a porsi domande sulle quali riflettere.
Proprio per questo motivo considero meraviglioso questo libro, perché è riuscito nel suo intento “sociale”: aprire una breccia sulle numerose realtà scomode che sia uomini che donne dovrebbero leggere per poi farsi un esame di coscienza.
“…mi sveglio in un letto non mio, non nostro e ti penso, consapevole del fatto che sia alquanto irriverente nei tuoi confronti, in questo contesto. Il profumo del caffè mi raggiunge, non riesco a non pensarti, non riesco a non pensare alle mille bugie che ti racconto per trascorrere più tempo con lei. Ti dico che rientro con un giorno di ritardo da un viaggio di lavoro, invece rientro il giorno stesso per passare la notte qui. Invento riunioni, improbabili partite di calcetto per alimentare questo teatrino delle falsità. Rispondi alle mie bugie con un va bene, senza domande, senza sospetti. Lei si avvicina e mi bacia, ci scambiamo il sapore del caffè appena bevuto; è così semplice amarla…”
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