Cari lettori, oggi vi parlo di un romanzo del mio amato Jan Brokken: “Anime Baltiche”.
Questo bellissimo libro è un viaggio nel tempo e nello spazio attraverso Lituania, Lettonia ed Estonia, le tre Repubbliche baltiche, scoprendone i paesaggi memorabili, lo spessore culturale, soprattutto la travagliata Storia, che le ha viste martoriate dalla guerra e da invasioni e deportazioni russo-sovietiche e naziste . Gli abitanti sono stati più che decimati (la Lettonia, nel periodo della Seconda Guerra Mondiale ha perso un terzo degli abitanti!). Parte della borghesia è stata deportata in Siberia. Gli ebrei hanno subìto sorti spaventose.
L’autore ci racconta tutto questo attraverso il vissuto di personaggi famosi e di persone quasi anonime, in questo caso con vicende ancora più toccanti, che talvolta ci rimangono impresse anche solo per qualche dettaglio, tant’è sconvolgente, come per la ragazza travolta da uno dei carrarmati inviati dall’ultimo ideologo comunista a sedare una protesta : con una gamba amputata dai cingoli, rivolge ai medici le sue ultime parole:
“Potrò ancora sposarmi? Potrò ballare alle mie nozze?”.
Appaiono poi le vicende di personaggi noti: il cineasta Ejzenstejn; l’intellettuale Hannah Arendt, originaria della città di Kant, la prussiana Konigsberg, diventata la Kalingrad russa, “per diventare a fine secolo una città di banditi”; poi lo scrittore von Keyserling e la baronessa Alexandra che sposò Tomasi di Lampedusa e trovò rifugio a Roma dove fu la prima psicoanalista italiana; e ancora il pittore Rothko emigrato negli USA ed il compositore di musica spirituale Arvo Part.
Non minori protagonisti sono le popolazioni e i luoghi, reduci da percorsi storici spesso devastanti. Tra il 1914 e il 1921, la città di Vilnius passò da una potenza all’altra, cambiando sovranità otto volte!
Non si tratta però solo di un testo sugli orrori subiti da queste terre, ma è anche un libro che trasmette sia il fervore culturale e umano, che si respira in questi luoghi, sia l’incanto della natura baltica.
“Sotto la neve appena caduta, betulle, pini e querce emanano
la calma maestosa delle statue (…) è un paesaggio che impone la contemplazione”.
0 commenti