Cari lettori, oggi la nostra Serena Pisaneschi ci parla di un nuovo e sorprendente romanzo! Non aggiungo nulla, vi lascio alla sua esaustiva recensione.
Ho finito di leggere “Tu non ci credere mai” (vincitore del Premio “Fai viaggiare la tua storia 2018”) scritto da Alessandro Marchi ed edito da Libromania e devo dire che è uno di quei libri per cui avrei voluto avere il potere di entraci dentro e abbracciare il protagonista a lungo e intensamente.
TRAMA
Alessandro ci racconta la storia di suo nonno Aldo, dalla gioventù fino all’età adulta. Attraverso la narrazione conosciamo Aldo ragazzo, dedito al suo legame con la terra e incline a lunghe passeggiate solitarie. Poi lo conosciamo giovane uomo, mandato in Abissinia a combattere una guerra della quale resterà vittima più nell’anima che nel corpo. Tornato a casa si sposa e mette su famiglia, ma la pace dura poco perché presto arriva l’incubo della Seconda Guerra Mondiale e del nazifascismo. Lunghi momenti bui attraverseranno la sua vita e, senza svelarvi i dettagli, posso dirvi che il suo travagliato cammino sarà affiancato da due elementi che sembrano andare di pari passo: amore e dolore. Ma lui è resiliente a tutto, dimostrando una forza d’animo sconfinata e non arrendendosi mai a ciò che gli altri vogliono credere di lui.
LA MALATTIA
Aldo è epilettico, il primo episodio si manifesta in Abissinia, ma purtroppo vive in un periodo storico in cui essere diversi rende automaticamente pazzi. L’ignoranza fa da padrona, sia quella del popolo che quella dei medici, e noi siamo costretti a essere spettatori di qualcosa che affonda profondamente le radici nell’ingiustizia.
ASPETTI STORICI
Al di là della vita di Aldo o, meglio, grazie ai suoi occhi, il lettore “vede” un pezzo di storia del nostro Paese. La Guerra d’Etiopia, i rastrellamenti nazifascisti, tutte cose accadute, tutte cose vere. Poco più di un anno fa sono stata su Monte Sole a fare una camminata, ho visto i monumenti commemorativi, i resti delle stragi sulla linea Gotica, ma solo leggendo le parole dell’autore, anzi di suo nonno, ho compreso appieno le atrocità che lì sono accadute. La storia ci deve insegnare, la storia va raccontata ai ragazzi perché vedano anche loro e capiscano cosa non deve più accadere. Alessandro Marchi, con il suo romanzo, centra in pieno questo obiettivo.
CONCLUSIONE
“Tu non ci credere mai” è un inno alla libertà e alla resilienza. È un inno alla genuinità e al dovere che abbiamo, nei nostri confronti, di resistere a tutto quello che ci viene detto e fatto per restare ciò che siamo davvero, perché solo noi possiamo sapere la nostra verità. “Tu ascolta tutti, poi pensa con la tua testa. E fai come ti dice lei. Se un giorno vuoi andare avanti, fallo”. È il consiglio di un padre a suo figlio, anzi è di più, è la strada che tutti dovremmo percorrere per poter essere autentici e aspirare quindi alla felicità, soprattutto in questo mondo che, ora come sempre, bada molto più all’apparenza che alla sostanza. Questo ritengo sia il messaggio che Alessandro Marchi e suo nonno hanno voluto darci: essere se stessi sempre anche quando gli altri non vogliono o non ci credono, soprattutto quando non vogliono o non ci credono, perché solo restando fedeli al proprio io si può dirsi veramente liberi.
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